Il profeta Isaia (53,10-11) ci
ricorda che “... offrirà se stesso in sacrificio di riparazione…” e qui la posta
si alza notevolmente. Perché in gioco ci siamo noi, con
i nostri peccati, noi, prigionieri dell’egoismo e del male che si introduce
nella nostra vita anche in forza del Maligno che vuole preventivamente
allontanarci dall’amore creante di nostro Signore. Da soli non riusciremo mai
ad affrancarci, le catene sono ben robuste e non c’è ruggine che possa
indebolirle.
Ecco, perciò, intervenire la compassione di Gesù Cristo cui, dunque, con piena fiducia ci accostiamo…per “ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno” (Eb 4,14-16).
Per noi è questo il tempo di chiedere aiuto. In verità lo facciamo ogni qual volta partecipiamo al Sacrificio Eucaristico per la salvezza della nostra anima e dei nostri fratelli in Cristo.
Perché, mai come in questo tempo soffriamo per questa civiltà scristianizzata che oltraggia il Signore e gli innocenti, i bambini: sia sopprimendoli con l’aborto, sia corrompendoli nella psiche come nella loro coscienza, con la diffusa cultura del malcostume.
“Beata la nazione che ha il Signore come Dio” (Salmo). Davvero sarebbe così se l’Europa non rinnegasse le sue origini, se negli Stati Uniti d’America non venissero eretti “templi” a Satana nella piena legalità, se in Francia non si pensasse di eliminare le feste cattoliche per bieca falsa laicità, se non cominciassimo a nascondere o cancellare il segno della nostra fede: la croce, il primo frutto del “Sacrificio”. Gli altri due frutti del sacrificio sono la Chiesa e i Sacramenti.
E’ inutile nasconderci dietro un dito: tutti siamo segnati dal peccato. Accostiamoci, quindi, con fiducia per ricevere misericordia e trovare grazia, però, ricordiamoci, misericordia, sì, ma in virtù della Giustizia.
I Sacramenti, pedagogicamente, ci conducono all’incontro con la Giustizia, guai se la Chiesa cessasse di riconoscerli e li svalutasse con la prassi (la pastorale): il criterio con cui deve continuamente rispettarli e viverli è quello del riscatto", nell’offerta e nel servizio. “Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore, il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire , ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,35-45).
Non per tutti…ecco la sua discendenza, certo per molti, anche quando le chiese sembrano svuotarsi, perché a tutti viene concessa la possibilità di abbandonare il peccato, di vivere in pace, di godere del bene, di rifiutare il male, come pure, e contemporaneamente, anche la possibilità di restare, in piena libertà, con il “nemico”.
Questi è un mago nell’ingannarci, nell’incatenarci, ma non scordiamolo mai, c’è chi ogni giorno, il nostro Dio, incarnatosi per noi, morto per noi, rinnova il suo Sacrificio e si offre Lui stesso quale pegno per la nostra redenzione e…liberazione.
Ecco, perciò, intervenire la compassione di Gesù Cristo cui, dunque, con piena fiducia ci accostiamo…per “ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno” (Eb 4,14-16).
Per noi è questo il tempo di chiedere aiuto. In verità lo facciamo ogni qual volta partecipiamo al Sacrificio Eucaristico per la salvezza della nostra anima e dei nostri fratelli in Cristo.
Perché, mai come in questo tempo soffriamo per questa civiltà scristianizzata che oltraggia il Signore e gli innocenti, i bambini: sia sopprimendoli con l’aborto, sia corrompendoli nella psiche come nella loro coscienza, con la diffusa cultura del malcostume.
“Beata la nazione che ha il Signore come Dio” (Salmo). Davvero sarebbe così se l’Europa non rinnegasse le sue origini, se negli Stati Uniti d’America non venissero eretti “templi” a Satana nella piena legalità, se in Francia non si pensasse di eliminare le feste cattoliche per bieca falsa laicità, se non cominciassimo a nascondere o cancellare il segno della nostra fede: la croce, il primo frutto del “Sacrificio”. Gli altri due frutti del sacrificio sono la Chiesa e i Sacramenti.
E’ inutile nasconderci dietro un dito: tutti siamo segnati dal peccato. Accostiamoci, quindi, con fiducia per ricevere misericordia e trovare grazia, però, ricordiamoci, misericordia, sì, ma in virtù della Giustizia.
I Sacramenti, pedagogicamente, ci conducono all’incontro con la Giustizia, guai se la Chiesa cessasse di riconoscerli e li svalutasse con la prassi (la pastorale): il criterio con cui deve continuamente rispettarli e viverli è quello del riscatto", nell’offerta e nel servizio. “Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore, il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire , ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,35-45).
Non per tutti…ecco la sua discendenza, certo per molti, anche quando le chiese sembrano svuotarsi, perché a tutti viene concessa la possibilità di abbandonare il peccato, di vivere in pace, di godere del bene, di rifiutare il male, come pure, e contemporaneamente, anche la possibilità di restare, in piena libertà, con il “nemico”.
Questi è un mago nell’ingannarci, nell’incatenarci, ma non scordiamolo mai, c’è chi ogni giorno, il nostro Dio, incarnatosi per noi, morto per noi, rinnova il suo Sacrificio e si offre Lui stesso quale pegno per la nostra redenzione e…liberazione.
digiemme