XIa Domenica Tempo Ordinario(Anno B)
Da
bambino se mi capitava di disegnare un albero, puntualmente tratteggiavo un
tronco, dei rami e delle foglie. Lo schema era quello. Poi, invece, l’insegnante
di matematica, che era anche insegnante di scienze, quando ci spiegava il mondo
vegetale partiva sempre dalle radici.
Sono queste che, sviluppandosi nel
nascosto alla vista, danno linfa al resto, permettendo alla pianta di
germogliare, crescere, svilupparsi, dare frutti, fare ombra, frangivento, aria
buona. Di fronte a questa cosa, man mano che crescevo anch’io, restavo sempre
più stupito, meravigliato per tutti quei miracoli della natura vegetale che ci
avvolge con le sue specie, e ci nutre con i suoi prodotti. Per similitudine, si
può dire che la stessa cosa avviene anche per la specie umana. Senza quei nove
mesi nascosti nel ventre di una donna, dove le radici di quell’essere umano si
sviluppano prepotentemente, preparano il piano, con il famoso Dna, per la crescita
progressiva di ogni risorsa, per ben nascere e poi crescere, e poi maturare, e
poi invecchiare e poi morire, senza quell’ invisibile lavorio non ci sarebbe il
miracolo della vita voluto dal Creatore. Ecco, sostanzialmente, parto da questa
esplicita comparazione ben presente in natura per cercare di capire quanto la
Parola di Dio ci dice attraverso le parabole: “…
il Regno di Dio è come un granello di senape … è il più piccolo seme, ma quando
cresce diventa più grande di tutte le piante dell’orto … fa rami così grandi
che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra.” (dal Vangelo
secondo Marco)