Lungi da me l’idea di manipolare San Paolo, ma,
in effetti, ogni qual volta mi appresto a scrivere queste note sulla Parola di
Dio, mi sento pervaso dal timore e dalla trepidazione di non essere
all’altezza. Lo scrittore Jean-Paul Sartre scrisse un aforisma che dice: “ogni
parola ha conseguenze, ogni silenzio anche.” Perciò, mi sento spronato ed
invitato, in primis, all’ascolto dell’Apostolo:“…mi presentai a voi nella
debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia
predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla
manifestazione dello Spirito.” (Prima Lettera ai Corinti)
Non sapevo che Bartolomeo significasse, in aramaico, “figlio di colui che porta l’acqua”; l’ho tratto da una riflessione di San Pier Damiani che metteva in luce come Gesù Cristo è il figlio di Dio e come tale eleva lo spirito dei suoi predicatori alla contemplazione delle verità di lassù, in modo che possano spargere con efficacia e abbondanza la pioggia della Parola di Dio nei nostri cuori. Mi piace, perciò, considerarmi come uno che porta acqua al suo mulino, pur essendo uno che di discorsi sapienziali nel catino ne ha ben pochi. Solo con la contemplazione e con il lavorio dello Spirito si può sperare che quell’acqua faccia germogliare qualche buon seme, soprattutto nella mia povera vita.
E’ così, allora, che posso meditare sul testo di Isaia quando vi leggo: “…allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.” (Libro del profeta Isaia)
Siamo immersi in una spirale di decadimento generale in cui i nostri disagi si cristallizzano in un’ accettazione supina. Fino a quando scatta un qualcosa che ti fa aprire gli occhi e guardi ciò che ti sta attorno sotto un’altra luce. Senti quasi un dolore fisico per quello che si è vissuto, complici di un disprezzo della vita senza uguali. Senti che occorre mettersi in gioco per dire che la vita va sempre accolta senza se e senza ma perché: “La morte non è mai una soluzione”. E’ questo il tema della 45a Giornata per la Vita indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana per questa prima domenica di febbraio.E’ così che la giustizia animerà il nostro cammino, alla luce della gloria di chi ha voluto “nascere per ridare integrità, con la sua nascita, alla natura decaduta. Ha accettato di essere bambino, vuole essere nutrito, passa attraverso i vari stadi dell’età per restaurare l’unica perfetta duratura età, quella che Egli stesso aveva creato.” (San Pietro Crisologo). E fra i vari stadi dell’età c’è anche quello che si vive nel grembo materno, prima culla da dove Gesù Cristo, come per tutti noi, ha voluto passare.
Per questo motivo:“…cattive notizie non avrà da temere, saldo è il suo cuore, confida nel Signore.” (dal Salmo 111)
Certo, cattive notizie ne leggiamo tutti i giorni, e solo quelle, ma sappiamo bene che possiamo contrastarle con gli strumenti di cui siamo titolari a pieno regime: la preghiera e le opere di bene:“…così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Se è vero, come è vero, che stiamo vivendo un periodo della vita della Chiesa dove persecuzione e indifferenza si sovrappongono in tutto il mondo, vuole dire che gli uomini sono proprio accecati dall’odio e dalla rabbia. Non importa, si continui a seguire i comandi di Gesù. Madre Teresa di Calcutta scriveva: “Se ti senti abbattuto, questo è un segno di superbia, che mostra quanto credi nel tuo potere personale. Non preoccuparti neanche di quello che pensa la gente. Sii umile e nulla ti disturberà più. Il Signore mi ha legato lì dove sono, lui mi scioglierà.”
Vale per tutti, soprattutto per i volontari dei Centro di Aiuto alla Vita. Il Signore vi ha messo lì, grazie alla vostra opera in molti hanno aperto gli occhi e sono diventati primi difensori della vita. D’altronde anche San Paolo, già cieco nel cuore, fu accecato al fine di volgersi verso la vera Luce che venne nel mondo. I suoi occhi ripresero a vedere, fu il volere di Gesù Cristo, proprio grazie alle testimonianze dei primi cristiani che non erano politicamente corrette. Come non lo sono quelle di oggi. E’ quanto basta per testimoniare, con le opere dei pro-vita, la gloria del Padre nostro che sta nei cieli, come in terra, in ogni creatura chiamata alla vita.
Non sapevo che Bartolomeo significasse, in aramaico, “figlio di colui che porta l’acqua”; l’ho tratto da una riflessione di San Pier Damiani che metteva in luce come Gesù Cristo è il figlio di Dio e come tale eleva lo spirito dei suoi predicatori alla contemplazione delle verità di lassù, in modo che possano spargere con efficacia e abbondanza la pioggia della Parola di Dio nei nostri cuori. Mi piace, perciò, considerarmi come uno che porta acqua al suo mulino, pur essendo uno che di discorsi sapienziali nel catino ne ha ben pochi. Solo con la contemplazione e con il lavorio dello Spirito si può sperare che quell’acqua faccia germogliare qualche buon seme, soprattutto nella mia povera vita.
E’ così, allora, che posso meditare sul testo di Isaia quando vi leggo: “…allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.” (Libro del profeta Isaia)
Siamo immersi in una spirale di decadimento generale in cui i nostri disagi si cristallizzano in un’ accettazione supina. Fino a quando scatta un qualcosa che ti fa aprire gli occhi e guardi ciò che ti sta attorno sotto un’altra luce. Senti quasi un dolore fisico per quello che si è vissuto, complici di un disprezzo della vita senza uguali. Senti che occorre mettersi in gioco per dire che la vita va sempre accolta senza se e senza ma perché: “La morte non è mai una soluzione”. E’ questo il tema della 45a Giornata per la Vita indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana per questa prima domenica di febbraio.E’ così che la giustizia animerà il nostro cammino, alla luce della gloria di chi ha voluto “nascere per ridare integrità, con la sua nascita, alla natura decaduta. Ha accettato di essere bambino, vuole essere nutrito, passa attraverso i vari stadi dell’età per restaurare l’unica perfetta duratura età, quella che Egli stesso aveva creato.” (San Pietro Crisologo). E fra i vari stadi dell’età c’è anche quello che si vive nel grembo materno, prima culla da dove Gesù Cristo, come per tutti noi, ha voluto passare.
Per questo motivo:“…cattive notizie non avrà da temere, saldo è il suo cuore, confida nel Signore.” (dal Salmo 111)
Certo, cattive notizie ne leggiamo tutti i giorni, e solo quelle, ma sappiamo bene che possiamo contrastarle con gli strumenti di cui siamo titolari a pieno regime: la preghiera e le opere di bene:“…così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Se è vero, come è vero, che stiamo vivendo un periodo della vita della Chiesa dove persecuzione e indifferenza si sovrappongono in tutto il mondo, vuole dire che gli uomini sono proprio accecati dall’odio e dalla rabbia. Non importa, si continui a seguire i comandi di Gesù. Madre Teresa di Calcutta scriveva: “Se ti senti abbattuto, questo è un segno di superbia, che mostra quanto credi nel tuo potere personale. Non preoccuparti neanche di quello che pensa la gente. Sii umile e nulla ti disturberà più. Il Signore mi ha legato lì dove sono, lui mi scioglierà.”
Vale per tutti, soprattutto per i volontari dei Centro di Aiuto alla Vita. Il Signore vi ha messo lì, grazie alla vostra opera in molti hanno aperto gli occhi e sono diventati primi difensori della vita. D’altronde anche San Paolo, già cieco nel cuore, fu accecato al fine di volgersi verso la vera Luce che venne nel mondo. I suoi occhi ripresero a vedere, fu il volere di Gesù Cristo, proprio grazie alle testimonianze dei primi cristiani che non erano politicamente corrette. Come non lo sono quelle di oggi. E’ quanto basta per testimoniare, con le opere dei pro-vita, la gloria del Padre nostro che sta nei cieli, come in terra, in ogni creatura chiamata alla vita.
Is 58,7-10 / Sal 111(112) / 1Cor 2,1-5 / Mt
5,13-16
digiemme
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