Prima Domenica di Avvento Anno A
...tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. |
........siamo proprio immersi nel
delirio più sfrenato che giustifica e legittima tutte le cose che rimarca San
Paolo. E, per certi versi, anche all’interno della chiesa,
--------------------------------------
Si dice che il cristianesimo è la religione dell’incontro. Perché nell’istinto religioso dell’uomo appare come l’unica che proclama l’incarnazione di Dio, cioè la volontà del Padre di voler incontrare l’uomo per offrirgli la salvezza eterna. Penso di aver capito che le cose stanno effettivamente così; da bambino, però, non mi ponevo la questione, mi bastava sapere che il Natale si avvicinava a tappe forzate, e ne ero felice. Cresceva in me il desiderio di esserci dentro, in quella speciale atmosfera d’attesa che iniziava con l’Avvento, con le prime pubblicità natalizie, con le luminarie che indicavano la via verso la chiesa, con già davanti l’albero pronto da addobbare. Si scrutava il cielo, con la speranza di vedere scendere i primi fiocchi di neve e se all’Immacolata era tutto imbiancato, il presepe in chiesa era fatto, allora ero pronto per l’incontro con Gesù Bambino. Mi sentivo, inconsciamente, anch’io parte di quel popolo di cui parla il profeta Isaia:“… alla fine dei tempi, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti … e ad esso affluiranno tutte le genti.”
Mi piace questa figura che è ben sintetizzata nei nostri classici presepi che vedono la grotta della nascita su un monte, con la fiumana di pastori e di persone verso di essa per rendere omaggio e deporre beni e preghiere al piccolo Signore amorevolmente protetto e custodito da Maria e Giuseppe. La gioia si taglia a fette. Dostoevskij ha lasciato scritto che:“Non c’è gioia più grande per una madre del vedere per la prima volta un sorriso sulle labbra del suo bambino. La stessa gioia deve provare Dio ogni volta che vede dal cielo un peccatore che gli si inginocchia davanti e con tutto il cuore gli rivolge una preghiera.”
A maggior ragione, se ad inginocchiarsi sono bambini che altro non chiedono se non che felicità e amorevolezza:“… per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su di te sia la pace”.” (dal Salmo)
Quel bambino, perché bambino, non andava a pensare alla pace, gli bastava il caldo di casa sua, ma il Natale per gli adulti è sempre stato una parentesi, appunto, di pace in un mondo che vive di guerre, e non solo di quelle guerreggiate. Come ben ricorda San Paolo nella sua Lettera ai Romani:“… comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi, invece, del Signore Gesù Cristo.”
Spiace dirlo, ma siamo proprio immersi nel delirio più sfrenato che giustifica e legittima tutte le cose che rimarca San Paolo. E, per certi versi, anche all’interno della chiesa, di noi “romani” che, pur avendo all’orizzonte quell’incontro, continuiamo a deviare su altre vie pur di non dover rendere conto dell’operato non conforme all’insegnamento di Gesù Cristo. San Gregorio Magno, Papa e Dottore della Chiesa, “metteva in guardia dall’amare i beni materiali, di non porre la fiducia in questi beni che ci sono affidati per usarne, non per goderne. L’anima attaccata a questi beni che passano perde velocemente la propria stabilità. E’ illusione folle voler restare in piedi.”
Per questo suona opportunamente il monito di Gesù:“… vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà … perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Ora che comincia il tempo di Avvento, sentiamo, perciò, di doverci preparare: con l’appendere il calendario dell’avvento, il pianificare gli addobbi casalinghi, l’albero, il presepe, magari programmare la Confessione, partecipare alla novena dell’Immacolata, conteggiare i regali, stilare l’elenco per gli auguri, pensare al menù del pranzo di natale e cos’altro? Ma è sufficiente tutto questo per sentirsi pronti? Interessa al Gesù Bambino del Natale 2022 tutto questo? Se gli vado incontro come da bambino, un bambino felice, credo proprio di sì. E’ l’essenza dell’incontro.
--------------------------------------
Si dice che il cristianesimo è la religione dell’incontro. Perché nell’istinto religioso dell’uomo appare come l’unica che proclama l’incarnazione di Dio, cioè la volontà del Padre di voler incontrare l’uomo per offrirgli la salvezza eterna. Penso di aver capito che le cose stanno effettivamente così; da bambino, però, non mi ponevo la questione, mi bastava sapere che il Natale si avvicinava a tappe forzate, e ne ero felice. Cresceva in me il desiderio di esserci dentro, in quella speciale atmosfera d’attesa che iniziava con l’Avvento, con le prime pubblicità natalizie, con le luminarie che indicavano la via verso la chiesa, con già davanti l’albero pronto da addobbare. Si scrutava il cielo, con la speranza di vedere scendere i primi fiocchi di neve e se all’Immacolata era tutto imbiancato, il presepe in chiesa era fatto, allora ero pronto per l’incontro con Gesù Bambino. Mi sentivo, inconsciamente, anch’io parte di quel popolo di cui parla il profeta Isaia:“… alla fine dei tempi, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti … e ad esso affluiranno tutte le genti.”
Mi piace questa figura che è ben sintetizzata nei nostri classici presepi che vedono la grotta della nascita su un monte, con la fiumana di pastori e di persone verso di essa per rendere omaggio e deporre beni e preghiere al piccolo Signore amorevolmente protetto e custodito da Maria e Giuseppe. La gioia si taglia a fette. Dostoevskij ha lasciato scritto che:“Non c’è gioia più grande per una madre del vedere per la prima volta un sorriso sulle labbra del suo bambino. La stessa gioia deve provare Dio ogni volta che vede dal cielo un peccatore che gli si inginocchia davanti e con tutto il cuore gli rivolge una preghiera.”
A maggior ragione, se ad inginocchiarsi sono bambini che altro non chiedono se non che felicità e amorevolezza:“… per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su di te sia la pace”.” (dal Salmo)
Quel bambino, perché bambino, non andava a pensare alla pace, gli bastava il caldo di casa sua, ma il Natale per gli adulti è sempre stato una parentesi, appunto, di pace in un mondo che vive di guerre, e non solo di quelle guerreggiate. Come ben ricorda San Paolo nella sua Lettera ai Romani:“… comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi, invece, del Signore Gesù Cristo.”
Spiace dirlo, ma siamo proprio immersi nel delirio più sfrenato che giustifica e legittima tutte le cose che rimarca San Paolo. E, per certi versi, anche all’interno della chiesa, di noi “romani” che, pur avendo all’orizzonte quell’incontro, continuiamo a deviare su altre vie pur di non dover rendere conto dell’operato non conforme all’insegnamento di Gesù Cristo. San Gregorio Magno, Papa e Dottore della Chiesa, “metteva in guardia dall’amare i beni materiali, di non porre la fiducia in questi beni che ci sono affidati per usarne, non per goderne. L’anima attaccata a questi beni che passano perde velocemente la propria stabilità. E’ illusione folle voler restare in piedi.”
Per questo suona opportunamente il monito di Gesù:“… vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà … perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Ora che comincia il tempo di Avvento, sentiamo, perciò, di doverci preparare: con l’appendere il calendario dell’avvento, il pianificare gli addobbi casalinghi, l’albero, il presepe, magari programmare la Confessione, partecipare alla novena dell’Immacolata, conteggiare i regali, stilare l’elenco per gli auguri, pensare al menù del pranzo di natale e cos’altro? Ma è sufficiente tutto questo per sentirsi pronti? Interessa al Gesù Bambino del Natale 2022 tutto questo? Se gli vado incontro come da bambino, un bambino felice, credo proprio di sì. E’ l’essenza dell’incontro.
Is 2,1-5 / Sal 121(122) / Rm 13,11-14 / Mt
24,37-44
digiemme