XVI Domenica T.O. (Anno A)
Non passa giorno che non ci siano strigliate
nei confronti dei cattolici, anche da parte di chi dovrebbe ergersi a difendere
le ragioni che muovono tante persone a ribellarsi nei confronti del pensiero
unico. Adesso è il tema della omofobia che vorrebbero trattare con un’apposita
legge che, di fatto, mettere la parola fine sul diritto di pensiero. Le
polemiche sono ricercate ad arte e, purtroppo, in tanti ci cascano, facendo da
cassa di risonanza di chi sa urlare più forte, sostenuto, ovviamente, dai
giornaloni, e pure dalle tv, che sono ormai schierati sul fronte del più forte
e di chi attualmente comanda e legifera o vorrebbe legiferare in tal modo. Sono
sulla dirittura d’arrivo se pensiamo a quanto già è dettato dalle leggi sulla
famiglia, sulla vita, sull’educazione dei figli. Tutte, o quasi, votate con la
condiscendenza di buona fetta del così detto mondo cattolico adulto, ecclesiale
e laicale.
“…ma mentre tutti dormivano, venne il suo
nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò.” (dal Vangelo
secondo Matteo).
Ora, dormire è un fatto necessario, per
riposare, per recuperare energie, per essere pronti l’indomani a riprendere la
vita attiva per il proprio bene e di quelli che ci stanno accanto. E’ questo il
sonno dei giusti. L’inno di Compieta che ogni sera un buon cristiano dovrebbe
recitare, dice che “nel sonno delle membra resti fedele il cuore e al ritorno
dell’alba intoni la tua lode.” Quindi ci adagiamo fiduciosi di aver fatto il
nostro dovere, sicuri della protezione del sommo Creatore. Che, però, ci
avvisa: guardate che il diavolo lavora soprattutto quando voi non vegliate e
cerca di mettere divisione fra di voi, lo fa con furbizia, in modo tale che non
ve ne accorgiate se non state più che attenti.
E come stolti servi noi si corre subito ai
tentativi di compromessi per arginare danni che manco ci immaginiamo. Danni che
già possiamo toccare con mano, quando vediamo come i cristiani siano discriminati
e perseguitati in ogni parte del mondo, derisi e oltraggiati senza che nessuno
si alzi a fermare queste violenze, lasciando soli piccoli e poveri. Da questi
alza allora, giustamente, la preghiera del Salmo: “…vedano quelli che mi odiano
e si vergognino perché tu Signore mi aiuti e mi consoli.”
Noi, che ancora possiamo ritenerci liberi di
professare la nostra fede, la nostra religione, non riusciamo proprio ad
immaginare ciò che avviene nel cuore e nella mente di chi è soggetto a
pressioni per rinnegare il proprio credo. In realtà, c’è anche in quello che
una volta era il cuore della cristianità, l’Europa, uno stato di abbandono dei
principi, dei valori che erano i capisaldi della civiltà occidentale. Coloro
che vogliono difenderli, questi sono gli emarginati, addirittura gli
scomunicati di questi ultimi giorni. Sono quei giusti che invano invitavano ad
alzarsi in piedi ogni qual volta un diritto dell’uomo viene calpestato:
“…il giusto deve amare gli uomini…hai dato ai
tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.”
(dal Libro della Sapienza)
Sono quei peccati che ben conosciamo che non
permettono ai giusti di vincere la buona battaglia, peggio, che fanno scivolare
sempre più verso quel pozzo che porta all’inferno. La speranza del pentimento è,
invece, sempre posta dal Sacrificio della Croce che porta in paradiso anche il
più accanito peccatore. San Paolo ci assicura che: “…lo Spirito viene in aiuto
alla nostra debolezza.” (dalla Lettera ai Romani)
Se pure, allora, non possiamo nulla contro le
nostre debolezze, le nostre mancanze, possiamo sforzarci di non cedere alla
sfiducia. Al momento della mietitura la zizzania verrà estirpata, gettata nel
fuoco, e il giusto raccolto sarà il dono eterno del Giusto.
Sap
12,13.16-19 / Sal 85(86) / Rm 8,26-27 / Mt 13,24-43
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