10 agosto 2019

IN COMUNITA’


XIX Domenica T.O. (Anno C)
I credenti, da sempre, si organizzano in modo che la loro comune fede possa fare da collante per lodare il Signore, per condividere le difficoltà e le gioie della vita, per aiutarsi reciprocamente nel bisogno. Elementare, direbbe il famoso investigatore, ma non sempre è così. La logica sosterebbe queste considerazioni come pure la prima lettura: “…di condividere allo stesso modo successi e pericoli, intonando subito le sacre lodi dei padri.” (dal Libro della Sapienza)
La Chiesa, con le sue comunità, vive la realtà del luogo in cui si trova, in qualche modo plasma storia e cultura di quel territorio, come, d’altronde, può subire discriminazioni a causa della fede in un clima di pericoli e minacce. Anche questo è un dato di fatto, ma la Parola mette in evidenza come la preghiera, (le sacre lodi) accomuna tutti in un solo popolo che sa affrontare con fiducia il cammino che lo mette alla prova.Dalla sua parte ha una guida d’eccellenza: “…ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.” (Dal Salmo 32)

E’ questo, pure questo, il tempo del bisogno, di fame, non in senso corporale, ma di sostegno spirituale. Il Signore ha provveduto con il Sacrificio e ci ha lasciato, per l’eternità, il suo corpo e il suo sangue come pane e vino per la nostra sussistenza. Dovrebbe essere sufficiente, ma la morte incombe su ciascuno di noi e l’angoscia che ci prende quando vi pensiamo è simile a quella descritta nella Lettera agli Ebrei: “…nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i segni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano…ora invece aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste.”
E’ la nostra situazione; ci viene prospettata dalla nostra fede quella patria migliore, ma intanto dobbiamo fare i conti con questa patria che sa essere anche patrigna a causa di coloro che sono chiamati al servizio di ogni singola comunità. Certo non solo per colpa loro, ma il Vangelo al riguardo è molto chiaro: “…il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse…A chiunque fu dato molto, molto sarà richiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.” (dal Vangelo secondo Luca)
Occorre, allora, pregare intensamente per costoro, invitandoli a fare come suggerisce il Pseudo-Bernardo: “Preciso indagatore della tua integrità, vaglia la tua vita con quotidiana disanima. Considera con attenzione e scrupolo ciò da cui trai profitto e ciò di cui sei manchevole; come sei nei comportamenti e nei sentimenti; quanto sei simile o dissimile a Dio; quanto gli sei vicino o lontano, non per distanza di spazio, ma per condizione di costumi.”
Ovvio, sia ben chiaro, che tutto ciò vale anche per ciascuno dei fedeli che partecipano alla vita della comunità. Vediamo bene, se seguissimo anche solo un minimo di prassi di detto suggerimento, come la nostra vita di fede cambierebbe in meglio, non solo la presenza della Comunità, ma anche quella della stessa Chiesa.
Sap 18,6-9 / Sal 32(33) / Eb 11,1-2.8-19 / Lc 12,32-48



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