XIX Domenica T.O. (Anno C)
I
credenti, da sempre, si organizzano in modo che la loro comune fede possa fare
da collante per lodare il Signore, per condividere le difficoltà e le gioie
della vita, per aiutarsi reciprocamente nel bisogno. Elementare, direbbe il
famoso investigatore, ma non sempre è così. La logica sosterebbe queste
considerazioni come pure la prima lettura: “…di
condividere allo stesso modo successi e pericoli, intonando subito le sacre
lodi dei padri.” (dal Libro della Sapienza)
La
Chiesa, con le sue comunità, vive la realtà del luogo in cui si trova, in
qualche modo plasma storia e cultura di quel territorio, come, d’altronde, può
subire discriminazioni a causa della fede in un clima di pericoli e minacce.
Anche questo è un dato di fatto, ma la Parola mette in evidenza come la
preghiera, (le sacre lodi) accomuna tutti in un solo popolo che sa affrontare
con fiducia il cammino che lo mette alla prova.Dalla sua parte ha una guida
d’eccellenza: “…ecco,
l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per
liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.” (Dal Salmo 32)
E’
questo, pure questo, il tempo del bisogno, di fame, non in senso corporale, ma
di sostegno spirituale. Il Signore ha provveduto con il Sacrificio e ci ha
lasciato, per l’eternità, il suo corpo e il suo sangue come pane e vino per la
nostra sussistenza. Dovrebbe essere sufficiente, ma la morte incombe su
ciascuno di noi e l’angoscia che ci prende quando vi pensiamo è simile a quella
descritta nella Lettera agli Ebrei: “…nella
fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i segni promessi, ma li videro
e li salutarono solo da lontano…ora invece aspirano a una patria migliore, cioè
a quella celeste.”
E’
la nostra situazione; ci viene prospettata dalla nostra fede quella patria
migliore, ma intanto dobbiamo fare i conti con questa patria che sa essere
anche patrigna a causa di coloro che sono chiamati al servizio di ogni singola
comunità. Certo non solo per colpa loro, ma il Vangelo al riguardo è molto
chiaro: “…il
servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo
la sua volontà, riceverà molte percosse…A chiunque fu dato molto, molto sarà
richiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.” (dal Vangelo
secondo Luca)
Occorre,
allora, pregare intensamente per costoro, invitandoli a fare come suggerisce il
Pseudo-Bernardo: “Preciso indagatore della tua integrità, vaglia la tua vita
con quotidiana disanima. Considera con attenzione e scrupolo ciò da cui trai
profitto e ciò di cui sei manchevole; come sei nei comportamenti e nei
sentimenti; quanto sei simile o dissimile a Dio; quanto gli sei vicino o
lontano, non per distanza di spazio, ma per condizione di costumi.”
Ovvio,
sia ben chiaro, che tutto ciò vale anche per ciascuno dei fedeli che
partecipano alla vita della comunità. Vediamo bene, se seguissimo anche solo un
minimo di prassi di detto suggerimento, come la nostra vita di fede cambierebbe
in meglio, non solo la presenza della Comunità, ma anche quella della stessa
Chiesa.
Sap
18,6-9 / Sal 32(33) / Eb 11,1-2.8-19 / Lc 12,32-48
digiemme