Seconda Domenica Tempo Ordinario (Anno B)
Dopo aver ascoltato il Vangelo di oggi che
termina con il versetto: “erano circa le quattro del pomeriggio”, si rimane
come in sospeso, in muta domanda sul perché di questa precisazione cronologica.
L’esplicito riferimento al tempo, all’ora,
indica e rafforza la cronaca di un fatto incontrovertibile, cioè ad un certo
punto della storia di quegli uomini coinvolti è avvenuto il capovolgimento
della loro esistenza.
Anche dalla lettura del Primo Libro di
Samuele sembra emergere il senso del tempo:
“…Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né
lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole”.
Fin dal suo concepimento, come anche a
ciascuno di noi, a Samuele fu indicato come sarebbe cresciuto: al cospetto del
Signore, fino a quando anche lui avrebbe sentito e capito la sua voce. Tutto
questo è potuto accadere per la costanza della presenza e dell’insegnamento.
Quando, quindi, una preghiera imparata a memoria ai piedi del lettino, quando
un catechismo di precetti e regole rimane ben impresso nella testa, quando si
hanno davanti persone che credono in semplicità, tutte queste cose vengono a
galla al momento opportuno e davvero si può così constatare che “nessuna delle
sue parole sia andata a vuoto”. Oggi, sembra proprio non sia più così e, appena
terminati gli obblighi per ottenere la prima comunione e la cresima dopo (è
buon catechismo questo?), c’è solo un vuoto siderale. Tuttavia il Salmo ci
mette in guardia:
“…beato l’uomo che ha posto la sua fiducia
nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli, né verso chi segue la
menzogna.”
Vero è che questa Parola è ascoltata
effettivamente da chi ha posto fiducia nel Signore e almeno la domenica viene a
Messa, non raggiunge, invece, coloro che si sono persi nel seguire altri dei e
della Chiesa non frega più di tanto.
Ci sono allora due considerazioni da farsi.
Noi che abbiamo fiducia nel Signore li possiamo raggiungere con la coerenza
della nostra vita. Nel lavoro e nella società.
Ci sono pure, come ben sappiamo, persone che
si dichiarano discepoli del Signore e vanno pure in Chiesa, ma nei fatti della
vita scelgono di seguire chi ha altri idoli di riferimento: il potere, il
danaro, il prestigio, il piacere, la gloria. E che pur di compiacere a quegli
idoli non si frenano nella menzogna pur di rimanere a galla di quel letamaio
che è la loro favolosa vita. Ecco, questi dobbiamo avere, sempre, il coraggio
di smascherarli, di “Giuda” ne è passato alla storia uno ed è stato più che
sufficiente. Non è tollerabile, infatti, che ci si possa unire al Signore nella
Comunione e insozzare poi il proprio corpo con comportamenti indegni. San Paolo
nella Prima Lettera ai Corinzi è esplicito:
“…non sapete che i vostri corpi sono membra
di Cristo? Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è
in voi?...chi si unisce al Signore forma con Lui un solo spirito. State lontani
dalle impurità.”
Ecco il tempo che permette di riconoscere la
propria crescita. L’incontro con il Signore avviene nel tempo della maturità,
della consapevolezza di un fatto che, se vogliamo, trasforma ogni volta la
nostra vita, solo se, appunto, lo viviamo nella cristallina purezza di pensieri
e azioni che proteggono dal peccato. Anche dal peccato di chi dell’ammonimento
dell’Apostolo si fa beffe.
Adesso non sono le quattro del pomeriggio, ma
le 10,30 di questa domenica mattina, ma risuona ancora il tempo del Vangelo:
“…disse loro: “venite e vedrete”. Andarono
dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui…erano circa
le quattro del pomeriggio.”
Abbiamo scoperto dove dimora, ora lo
sappiamo, non rimaniamo con lui solo per questo breve scampolo di tempo di
questa domenica del Signore.
1Sam 3,3b-10.19 / Sal 39(40) / 1Cor 6,13c-15°.17-20 /
Gv 1,35-42
digiemme