Domenica Divina Misericordia(Anno A)
La vicenda che racconta dell’apostolo
diffidente ed incredulo è paradigma di tutti noi che vogliamo sempre toccare
con mano ciò che ci succede attorno, provato dalla nostra presenza.
Quante volte ci è capitato di trovarci in
simili condizioni. Eppure, poi, pentiti anche noi, ci troviamo a dire: “…mio
Signore e mio Dio…” come il Tommaso detto Didimo.
E la gioia ci invade: “…perciò siete ricolmi
di gioia, anche se ora dovete essere per un po’ di tempo, afflitti da varie
prove” (Prima Lettera di Pietro).
E’ fuori di dubbio che durante la vita
attraverseremo prove che ci renderanno tristi, che ci affliggeranno e forse non
riusciremo a rialzarci, ci allontaneremo dalla Chiesa, anche la speranza sarà rifiutata
e ci trascineremo verso la fine.
Solo che riuscissimo a lasciare risuonare nel
profondo della nostra intima coscienza l’invito del Salmo: “…rendete grazie al
Signore perché è buono, perché il suo Amore è per sempre.”…
Se, riscaldati da questa preghiera potessimo
unirci ai nostri fratelli credenti, allora il passo degli Atti degli Apostoli
ridarebbe entusiasmo e fortezza: “…erano perseveranti nell’insegnamento degli
apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere…”…
Ciò verrebbe a dire che il Signore ci ha
scelto. Sentiamo ancora gli Atti: “…tutti i credenti stavano insieme e avevano
ogni cosa in comune. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità
quelli che erano salvati.”.
Dio si è scelto un popolo, il Signore
continua a scegliere, a donare la Grazia della Fede e per questo, nel Vangelo
di Giovanni, ci saluta così: “Pace a voi”.
Per ben due volte. Non so ben decifrare quel
saluto, ma mi sento di poter rispondere con questa profonda preghiera di
Afraate(anacoreta,santo e teologo siriaco)
Quando eravamo erranti,
tu ci hai salvati.
Quando eravamo disperdersi,
tu ci hai radunati.
Quando eravamo nelle tenebre,
tu ci hai illuminati.
Quando eravamo prigionieri,
tu ci hai fatto uscire.
Quando eravamo schiavi,
tu ci hai liberato.
Quando eravamo in catene,
tu ci hai sciolti.
Tommaso ha capito perché ha visto, ma il
Tommaso che è in noi, che non ha visto,
che ha “solo” a disposizione l’Eucaristia
domenicale cosa farà? Siamo capaci pure noi di dire “mio Signore e mio Dio”?
“Pace a voi, come il Padre ha mandato me,
anche io mando voi”. Ecco, ora capisco, o almeno credo di capire perché siamo
beati, così ci chiama, perché crediamo anche senza toccare le piaghe di nostro
Signore, così ci chiama, perché ci manda per il mondo a portare il suo Vangelo,
affinché quelli che Lui ha salvato siano pronti ad accettare in libertà quella
salvezza per cui Lui ha dato la sua vita.
At
2,42-47 / Sal 117(118) / 1Pt 1,3-9 / Gv 20,19-31
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