3 luglio 2016

LA POLVERE



XIV domenica del Tempo Ordinario
Rallegriamoci con la Chiesa, esultiamo per la Chiesa: “…rallegratevi con Gerusalemme, esultate per voi che l’amate, sfavillate con essa di gioia…” (Isaia). 
Dobbiamo amarla, viverla con gioia, così che saremo coccolati, accarezzati da essa: “…voi sarete allattati e portati in braccio e sulle ginocchia, sarete accarezzati; come una madre consola un figlio, così io vi consolerò” (Isaia)  
Sono proprio belle queste espressioni del profeta che avvicina Dio agli uomini con l’immagine della madre che accudisce il suo bambino.
C’è da domandarsi se effettivamente, oggi, troviamo nella Chiesa questo modo di essere, questo modo di amare. 
Credo proprio di sì, nonostante tutto, perché la Chiesa è il Corpo Mistico di Gesù Cristo e su di Lui e in Lui possiamo contare fino all’eternità.
Per questo preghiamo e benediciamo Dio con il Salmo: “…sia benedetto Dio che non ha respinto la nostra preghiera, non ci ha negato la sua misericordia”.
mese del preziosissimo sangue
Lui non respinge le preghiere, Lui è paziente, conosce i nostri peccati e sa che senza la Redenzione non possiamo nulla, per questo ci ha donato Suo Figlio che ha versato il Suo Sangue, il Suo preziosissimo Sangue per noi. (Il mese di luglio è dedicato alla contemplazione di questa verità, forse oggi un po’ nascosta).
Seguiamo, perciò, Gesù Cristo come fa Paolo: “…quanto a me, invece, non ci sia altro vanto che nella croce di Gesù, nostro Signore”. (Gal).
E ritorniamo al “rallegratevi” perché il Vangelo ci dice che: “…rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli…”. Rallegratevi perché il Regno è vicino: “…sappiate che il Regno di Dio è vicino”.
Diciamolo a tutti e non curiamoci più di tanto delle risposte: ormai, lo sappiamo le nostre città sono ridotte peggio di Sodoma e Gomorra. Guardiamo dentro a queste città: 
  • fra ospedali dove si uccide l’innocente:m
  • fra palazzi municipali che plaudono ai postriboli;
  • fra strade che vedono sfilare le porcate più infime;
  • fra scuole che non insegnano più e neppure educano, fra gender e relativismi vari;
  • fra banche cui preme solo ingrassare a spese dei clienti con il beneplacito di chi governa; è difficile trovare ascolto e accoglienza.
Ecco a queste città, se occorre, ed occorre, scuotiamo, allora,  la polvere dai nostri piedi e siccome, purtroppo, siamo sempre meno (molti hanno abbandonato la verità e hanno disertato dentro la Chiesa Cattolica), ritorniamo a pregare: “…pregate dunque il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe”.
Oggi i campi nei quali andare a lavorare sono sempre più ampi e gli operai sempre meno. Manca come si suole dire la mano d’opera, ma ancor di più mancano seminatori attenti e pazienti. Ma questo è un altro discorso.
Siamo preoccupati per quelle città: la polvere, tanto scossa, è talmente densa che: “…in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quelle città…”.  E in quelle città ci abitiamo anche noi.
Is 66,10-14c / Sal 65(66) / Gal 6,14-18 / Lc 10, 1-12.17-20

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