XIV domenica del Tempo Ordinario
Rallegriamoci
con la Chiesa, esultiamo per la Chiesa: “…rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per voi che l’amate, sfavillate con essa di gioia…” (Isaia).
Dobbiamo amarla, viverla con gioia, così che saremo coccolati, accarezzati da essa: “…voi sarete allattati e portati in braccio e sulle ginocchia, sarete accarezzati; come una madre consola un figlio, così io vi consolerò” (Isaia)
Sono proprio belle queste espressioni del profeta che avvicina Dio agli uomini con l’immagine della madre che accudisce il suo bambino.
Dobbiamo amarla, viverla con gioia, così che saremo coccolati, accarezzati da essa: “…voi sarete allattati e portati in braccio e sulle ginocchia, sarete accarezzati; come una madre consola un figlio, così io vi consolerò” (Isaia)
Sono proprio belle queste espressioni del profeta che avvicina Dio agli uomini con l’immagine della madre che accudisce il suo bambino.
C’è
da domandarsi se effettivamente, oggi, troviamo nella Chiesa questo modo di
essere, questo modo di amare.
Credo proprio di sì, nonostante tutto, perché la Chiesa è il Corpo Mistico di Gesù Cristo e su di Lui e in Lui possiamo contare fino all’eternità.
Credo proprio di sì, nonostante tutto, perché la Chiesa è il Corpo Mistico di Gesù Cristo e su di Lui e in Lui possiamo contare fino all’eternità.
Per
questo preghiamo e benediciamo Dio con il Salmo: “…sia benedetto Dio che non ha
respinto la nostra preghiera, non ci ha negato la sua misericordia”.
mese del preziosissimo sangue |
Seguiamo,
perciò, Gesù Cristo come fa Paolo: “…quanto a me, invece, non ci sia altro
vanto che nella croce di Gesù, nostro Signore”. (Gal).
E
ritorniamo al “rallegratevi” perché il Vangelo ci dice che: “…rallegratevi
piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli…”. Rallegratevi
perché il Regno è vicino: “…sappiate che il Regno di Dio è vicino”.
Diciamolo a tutti e non curiamoci più di tanto delle risposte: ormai, lo sappiamo le nostre città sono ridotte peggio di Sodoma e Gomorra. Guardiamo dentro a queste città:
Diciamolo a tutti e non curiamoci più di tanto delle risposte: ormai, lo sappiamo le nostre città sono ridotte peggio di Sodoma e Gomorra. Guardiamo dentro a queste città:
- fra ospedali dove si uccide l’innocente:m
- fra palazzi municipali che plaudono ai postriboli;
- fra strade che vedono sfilare le porcate più infime;
- fra scuole che non insegnano più e neppure educano, fra gender e relativismi vari;
- fra banche cui preme solo ingrassare a spese dei clienti con il beneplacito di chi governa; è difficile trovare ascolto e accoglienza.
Ecco
a queste città, se occorre, ed occorre, scuotiamo, allora, la polvere dai nostri piedi e siccome,
purtroppo, siamo sempre meno (molti hanno abbandonato la verità e hanno
disertato dentro la Chiesa Cattolica), ritorniamo a pregare: “…pregate dunque
il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe”.
Oggi
i campi nei quali andare a lavorare sono sempre più ampi e gli operai sempre meno. Manca come si suole dire la mano d’opera, ma ancor di più mancano
seminatori attenti e pazienti. Ma questo è un altro discorso.
Siamo
preoccupati per quelle città: la polvere, tanto scossa, è talmente densa che:
“…in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quelle città…”. E in
quelle città ci abitiamo anche noi.
Is 66,10-14c / Sal 65(66) /
Gal 6,14-18 / Lc 10, 1-12.17-20
digiemme