20 settembre 2015

I bambini e noi



Provate ad immaginare, ascoltando il Vangelo di oggi, che Gesù Cristo non "prese un bambino, se lo mise vicino, lo abbracciò, e disse ai suoi discepoli: "chi accoglie un bambino accoglie me e il Padre che mi ha mandato", bensì "prese una donna incinta, se la mise vicino, l'abbracciò, dicendo a noi, chi accoglie il bambino già nel grembo di sua madre, accoglie me e il Padre che mi ha mandato”.
Non è viva immaginazione, ma logica conseguenza dell'amore creante.
Notare che accogliendo il bambino non ancora nato si accoglie così anche la sua mamma e, di seguito, il suo papà e tutti, parenti a amici che stanno loro attorno, anche quelli che, magari, spingevano per l'aborto.
Così questo diventa il messaggio che il Vangelo della XXV domenica di T.O. mi consegna.
Nel tempo ho cercato di ritrasmetterlo nella battaglia per la

vita contro la legge che legalizza il rifiuto della vita con l'uccisione del più povero dei poveri, del più indifeso, del più piccolo fra gli uomini.
E, poi, in questi giorni di falso buonismo, mi vengono a parlare di accoglienza. Quanta ipocrisia!
Fra l'altro, ritornando al quadretto del Vangelo, è evidente che l'immagine del bambino rimanda alla purezza, all'innocenza, alla povertà e alla semplicità di cuore.
Ricordo quella canzone che cantavamo "...se non ritornerete come bambini, non entrerete mai!"
Per inciso, nel suo Regno.
In contro canto, il rischio è quello già conosciuto: la corsa alle passioni per la carne, per il potere, per la ricchezza, per la lussuria. Una corsa che trascina in guerre e liti, come dice San Giacomo nella sua lettera (Gc.4,1-3), fra popoli, parenti, colleghi, vicini di casa, politici, culture, razze, religioni, ecc. E' ciò cui stiamo assistendo in questi tempi. E questa situazione sembra sommergerci in una struggente accettazione di quanto, in ogni caso, i capi del mondo decidono sulle nostre teste, sul nostro destino. Sembra, ma in cuor nostro sappiamo che non può essere così inevitabilmente, perché, leggiamo nel Salmo, "il Signore sostiene la nostra vita" (salmo 53).
Come quella della mamma e del suo bambino che oggi ha abbracciato.



digiemme