LE NOSTRE OPERE

Quarta Domenica di Quaresima 
                                        Anno B

 

Non si può passare la vita con le mani in mano, prima o poi ci si troverà a svolgere delle opere che potranno essere buone o malvagie. Non c’è scampo e la qualità dipenderà moltissimo dall’ambiente in cui si è cresciuti, dall’educazione ricevuta e dalla testimonianza delle persone che s’incontrano sul nostro cammino. La seconda lettura di questa domenica scardina un convincimento che mi soddisfaceva guardando a quanto ho potuto intraprendere a partire dalla mia conversione a Cristo. Pensavo di essere io l’asse portante delle opere buone germogliate in questi anni, invece:“…siamo, infatti, opera sua, creati in Cristo per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.” (dalla Lettera agli Efesini di San Paolo Apostolo)
Quanto c’è di buono su questa terra, perciò, è opera del Buon Dio e la traccia per riconoscerle è Gesù Cristo, con il suo Vangelo. Alla sua sequela ci viene facile capire perché ci si dovrà spendere dentro, le difficoltà che incontreremo in quei percorsi ad ostacoli spesso ci fanno perdere il senso ultimo delle opere stesse. Perciò costano sacrifici, delusioni e incomprensioni.
San Charles de Foucauld, al riguardo, scriveva che: “ci sono pene per i giusti, ma sono semi di eterna gioia: abbiano speranza e consolazione”. Nonostante la bontà di questa esortazione riesce difficile essere sereni, ci si sente quasi come degli esiliati, come quelli che nel Salmo si domandano: …come cantare i canti del Signore in terra straniera?” (dal Salmo 136)
Sì, perché a volte ci si sente non più in casa propria, con quello che succede nel mondo, come pure fuori e dentro la Chiesa:“…in quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà,…e contaminarono il tempio”. (dal Secondo Libro delle Cronache)
In questi giorni, sta accadendo questo: mostre blasfeme, intronizzazioni di idoli, demolizioni dottrinali e non passa giorno senza che la compagine ecclesiale non dia scandalo. Hanno così ampio gioco coloro che mettono in campo le opere malvagie: inserimento del diritto di aborto nella Costituzione francese; quelli che lavorano per allargare gli spazi dove combattere la terza guerra mondiale in corso.
Che fare di fronte a questo stato di cose? Così scriveva Santa Faustina Kowalska sa: “Aiutami Signore, che i miei occhi siano misericordiosi in modo che non nutra mai sospetti e non giudichi secondo le apparenze esteriori, ma sappia riconoscere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia d’aiuto.”
Faccio mio questo pensiero, d’altra parte il Vangelo stesso lo valorizza quando leggiamo ed ascoltiamo:“…Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (dal Vangelo secondo Giovanni
Allora il mondo non ha altra strada da percorrere che produrre opere di bene, quelle che permettono di vivere in pace e in pienezza la vita per ogni essere umano che viene a popolare la terra. Gesù Cristo porta con sé, infatti, il dono della carità che conduce gli uomini a condividere la vita, gli uni agli altri, e tutti con la vita di Dio creatore. Riconoscergli questa potestà che dimora nel suo infinito amore per gli uomini, vuole dire scegliere il bene. Il Vangelo continua dicendo che chi crede in Gesù Cristo non è condannato, ma chi non crede è già stato condannato. Non si può sfuggire a questa verità. Ecco perché non è indifferente la scelta di quali opere compiere nel corso della nostra vita. Non aggreghiamoci a quelle cattive, sappiamole riconoscere perché spesso sono presentate in modo ingannevole. Il mondo è diventato un vero mago nell’indorarle, ma non s’illudano i padroni che lo gestiscono, prima o poi saranno smascherati e i loro trucchi saranno la trama della loro dannazione. Avviciniamoci, perciò, alle opere buone. C’è l’imbarazzo della scelta, Il Buon Dio ne ha preparate in misura tale che sicuramente ci stanno anche quelle destinate specificatamente proprio a noi. 

2Cr 36,14-16.19-23 / Sal 136(137) / Ef 2,4-10 / Gv 3,14-21

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