26 aprile 2023

NOVE MESI PER LA VITA - APRILE 2023

Domenica 30 APRILE 2023 ore 16,00

presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

IL FIGLIO: IL MISTERO DI UN DONO
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Donna, Sposa, Mamma....Santa !


Non è santo solo colui che compie grandi opere. Non a tutti Dio chiede cose grandi, ma a tutti chiede di fare bene le cose che affida. Tra l’altro, è facendo così che si diventa capaci di fare anche cose straordinarie, quando se ne viene chiamati. E comunque, una santità quotidiana e nascosta agli occhi degli uomini, non lo sarà mai a quelli di Dio. L’esempio di Gianna Beretta Molla, della sua vita di giovane medico, di sposa, di madre calza a pennello. D’altronde, anche il marito Pietro, interrogato circa la santità della moglie durante il processo diocesano per la sua beatificazione, rimase molto sorpreso: “io non mi sono accorto di essere vissuto accanto ad una santa”. In effetti, è però vero che Gianna Beretta Molla è la prima donna canonizzata in quanto madre di famiglia. Ci sono altre madri, come Santa Monica e Santa Rita, ma non è per la loro “maternità” che sono state canonizzate. Per Gianna la santità sta nella sua vita autenticamente cristiana che finalizza la scelta vocazionale al matrimonio, nel segno del dono e dell’accoglienza dei figli che hanno allietato gli sposi. Il mistero sta nel fatto del come Gianna si pone davanti al figlio in occasione  dell’ultima gravidanza. Infatti, la concomitanza della presenza di un grosso fibroma con la scoperta di essere incinta del quarto figlio, apre al dilemma circa la decisione da prendere. Come medico Gianna sa a quali rischi va incontro se non si sottopone subito all’asportazione, come madre, però. le spetta, scrive lei, “il dovere di essere mamma per il suo figlio fino alla fine.” La maternità è salva, Emanuela nascerà, Gianna ha dato la sua vita per la vita della figlia.

22 aprile 2023

EMMAUS ANDATA E RITORNO

Terza Domenica di Pasqua
(Anno A)

I discepoli di Emmaus, col volto triste, in un tardo pomeriggio se ne tornano al loro villaggio. Una settimana prima festeggiavano, facendo corteo osannante, pronti alla gloria per il loro Re, che sicuramente avrebbe affidato loro importanti cariche. Ora, invece, scornati se ne vanno in silenzio, timorosi, delusi. E’ facile immaginare lo stato d’animo; quante volte ci siamo sentiti così, anche noi, traditi da aspettative che ci avevano entusiasmato poi rivelatesi fallimentari. Per uscirne abbiamo, poi, avuto bisogno (si ringrazi il cielo) di un amico vero, pronto a comprendere, a consigliare, a spronare (stolti e lenti di cuore), a spiegare come stanno le cose (spiegò loro), e salutarci con una forte stretta di mano o un caloroso abbraccio. I due di Emmaus, loro, in più, hanno vissuto in prima persona l’Eucaristia (benedisse e spezzò il pane) e in quel momento riconobbero Gesù.

8 aprile 2023

ANDATE E ANNUNCIATE

Pasqua di Risurrezione del Signore 

Anno A

Sia chiaro una volta per tutte e per tutti, Gesù non ha detto ai suoi discepoli: “se volete annunciate alla gente…, per favore ricordatevi di…; con il dialogo cercate di…”, no, no, ha detto, come riferisce Pietro: “…e ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che Egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio…chiunque crede in lui riceve il perdono per mezzo del suo nome.” (degli Apostoli)
Perciò il nome di Gesù dovrebbe sempre essere sulla nostra bocca e al centro delle liturgie.

1 aprile 2023

PILATO OGGI

Domenica delle Palme   Anno A

C’è discepolo e discepolo. C’è quello che si mette in prima fila, gioioso, anche un po’ spaccone, che fa “caciara”, un po’ come la esternavano festanti gli ebrei che accoglievano Gesù all’ingresso di Gerusalemme. Poi, c’è quello che se ne sta quasi in disparte, in cuor suo felice perché vede che il suo Maestro è ben accolto, ma a lui viene naturale stare in silenzio, meditando la Parola ascoltata fin dai tempi dell’infanzia. Eppure, sa bene cosa lo aspetta, perché sa che: “…il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato.” (dal Libro del profeta Isaia)
E già questo è un indizio, guai a tergiversare su questo compito. E neppure inorgoglirsi per questo dono. Santa Caterina da Siena scriveva: “Voi dovete essere come un albero profondamente radicato nella valle della vera umiltà, affinché il vento della superbia non possa offendere l’anima vostra.” Quindi occorre offrire la parola, il consiglio, ma sempre in piena umiltà, senza montarsi la testa. Diventa infine una necessità, come dice il salmo 21: “…annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea.”