28 aprile 2019

La Vita Nel Suo Nome


Seconda Domenica di Pasqua 
(Divina Misericordia) Anno C

E’ tempo di crisi nella cattolicità, più di 300 milioni di cristiani vivono in luoghi dove sono minacciati per la loro fede e altri, come noi, che vivono in zone libere, sono vilipesi, disprezzati, derisi, emarginati. E’ una situazione, ormai, fuori controllo e, nonostante gli ultimi avvenimenti inequivocabilmente raccontino una realtà tragica, chi dovrebbe guidare e fortificare il popolo di Dio, si volta verso altri indirizzi. L’eresia serpeggia ed allora non rimane che pregare con il Salmo: …è meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti.” (Salmo 117).  E se ci si rifugia evidentemente si rende necessario entrare in luoghi riparati, protetti, ma neppure le chiese sono risparmiate dalla distruzione fisica.

19 aprile 2019

Domenica di Pasqua

Pasqua di Resurrezione
Due giganti della fede ci "fanno gli auguri di una Santa Pasqua" evidenziando ognuno i tratti caratteristici che dobbiamo avere perchè la Festa della vittoria della Vita sulla morte sia per tutti noi l'inizio e la speranza di una vita nuova.
Don Tonino Bello:
Cari amici, come vorrei che il mio augurio, invece che giungervi con le formule consumate del vocabolario di circostanza, vi arrivasse con una stretta di mano, con uno sguardo profondo, con un sorriso senza parole!
Come vorrei togliervi dall’anima, quasi dall’imboccatura di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace! Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per farvi capire di quanto amore intendo caricarla: “coraggio”!
La Risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, è il paradigma dei nostri destini. 
La Risurrezione. Non la distruzione. Non la catastrofe….. Non la fine….”Coraggio, fratelli che siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti che abusano di voi. Coraggio, disoccupati. Coraggio, giovani senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad accorciare sogni a lungo cullati. …..Coraggio, fratelli che il peccato ha intristito, che la debolezza ha infangato, che la povertà morale ha avvilito. Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via. Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione........La strada vi venga sempre dinanzi e il vento vi soffi alle spalle e la rugiada bagni sempre l’erba cui poggiate i passi. E il sorriso brilli sempre sul vostro volto. E il pianto che spunta sui vostri occhi sia solo pianto di felicità. E qualora dovesse trattarsi di lacrime di amarezza e di dolore, ci sia sempre qualcuno pronto ad asciugarvele. Il sole entri a brillare prepotentemente nella vostra casa, a portare tanta luce, tanta speranza e tanto calore. 

(Don Tonino Bello)

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Don Enzo Boschetti:

Questo brano di Vangelo ci fa comprendere l’amore che Maria  portava nel cuore per Gesù. Non pensa, come tanti altri, che tutto sia finito, che non vale la pena di rischiare, che si è sbagliata.  Con il coraggio dell’amore questa donna non vuole rassegnarsi, si mette in cammino, facendo credito all’amore più che alla ragione o alla paura.......
Per trovare il Signore bisogna rischiare
, sfidando i benpensanti. Occorre coraggio perché senza di questo non è possibile trovare né il risorto, né la vocazione, la gioia, la pace. Lui lo troveremo sempre dove non pensiamo e dove gli altri non lo cercano. Anche questa verità fa parte del paradosso del Vangelo.
Mai come in questo momento sono vere le parole del Signore: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. Il Vangelo è una conferma di questi tempi nuovi che vengono inaugurati per non finire più. Il tempo del sepolcro, del silenzio, del buio è finito e inizierà un’esperienza nuova se anche per noi ci sarà il coraggio di lasciare il sepolcro e uscire dal male della nostra tiepidezza per lasciarci folgorare dalla Grazia della Pasqua, giorno di festa per eccellenza.
La Madonna, che è rimasta fedele a Gesù fino all’ultimo, dia anche a noi il senso della fedeltà per non sciupare e manomettere quanto lei corredentrice ci ha meritato.
Ci faccia capire che il modo di vivere la Pasqua deve essere totalmente gioioso ed esplosivo da diventare annuncio per i fratelli.

(Don Enzo Boschetti)

13 aprile 2019

IL PERDONO DEL SIGNORE


Domenica delle Palme e 
della Passione del Signore (Anno C) 
Questa è la domenica della gioia e del dolore. E’ evidente che l’entusiasmo animato dai rami d’ulivo benedetti, alti sulle nostre teste, delle palme riccamente addobbate, mette in cuore una gioia, quasi segreta, che si trasforma in soddisfazione quando si appende il ramo d’olivo sulla porta e sul quadro della Sacra Famiglia. Questo stato d’animo spinge in secondo piano tutto il racconto della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, tanto lungo e, a volte, non ben coordinato nella lettura per l’interpretazione dei vari personaggi protagonisti nei vari passaggi del Vangelo. Tanto lungo che, spesso, l’omelia è costretta in poche battute. Ciò non toglie che una breve riflessione non possa aiutare nella comprensione e nella condivisione, lasciandosi catturare dagli episodi e dalla contemplazione di quanto ha dovuto e voluto subire Gesù Cristo per amore nostro. Come quando già inchiodato sulla croce, Gesù dice le prime parole:“…Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno…” (Vangelo di Luca)
Ho trovato questo pensiero di Enrico Impalà che ricorda di “non dimenticarti che sarai salvato da un “ti perdono”, da un “non ti preoccupare”, da un “ti amo”. Potresti ancora non voler capire, chiudere ogni canale comunicativo, infastidirti per l’amore non meritato. E’ una tua scelta. Non incolpare nessun altro. Lasciati amare.”
E’ questo il problema: “lasciarsi amare”.

5 aprile 2019

LA NUOVA DOTTRINA


Quinta Domenica di Quaresima (Anno C)
Osservando fotogrammi dei cortei come quello organizzato per contrapporsi al XIII Congresso Internazionale della Famiglia, recentemente svoltosi a Verona, si rimane allibiti per i cartelli che vengono esibiti. A parte gli atteggiamenti che già dicono di suo, si capisce che quelle frasi, quegli slogan, quelle porcate scritte sono segni di una ignoranza siderale. Essendo per la maggior parte giovani, è evidente che nella loro infanzia non hanno ricevuto un’educazione degna, ma neppure un insegnamento di quella sana dottrina necessaria per comprendere la religione ed il rispetto per essa:
“…Egli sedette e si mise ad insegnare…Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra…e chinatosi di nuovo, scriveva per terra…allora Gesù si alzò e le disse…” (dal Vangelo di Giovanni)