31 marzo 2016

DIARIO DI UN PELLEGRINO: LOS ARCOS – LOGRONO 11-08-2008 Settima tappa 8 h. di cammin

“Tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno” Mt 26,52
“Sono venuto a portare non pace, ma spada” Mt 10,34
Partiamo da Los Arcos che è ancora buio, il cielo è nuvoloso, la temperatura è intorno ai 13/14 gradi, fa freschino. Nel pomeriggio il caldo segnerà 33/34 gradi; non male come sbalzo termico. Tanto per avere un’idea dell’evolversi della giornata.
All’uscita del paese fiancheggiamo il cimitero, e tiriamo dritto, avrei voluto leggere l’iscrizione che sapevo c’era “Yo che fui lo que tù eres, tù seràs lo que yo soy” che dice più o meno “Io fui quello che tu sei, tu sarai quello che io sono”, ma come dicevo era ancora buio, perciò…anche le tremule luci votive al tenue lontano chiaror dell’aurora c’invitarono ad allungare il passo.
Siamo nella regione della Rioja, molto conosciuta anche a livello internazionale per l’eccellente vino “tinto” che si produce negli estesi vigneti della sua terra.
E’ facilmente immaginabile, quindi, un profilo paesaggistico scandagliato in un continuo terrazzamento su ondulate e armoniose linee di avvallamenti, “alti”, declivi, tratti interrotti da casolari o “Ermite”.
Quest’oggi di chiese campestri (appunto le “Ermite”) ne incontreremo due: l’Ermita de la Virgen de Poya (XVI secolo) prima dell’Alto de Poyo e l’Ermita del la Virgen de Las Cuevas, dopo Viana.

27 marzo 2016

E’ QUI LA FESTA


La Pasqua è la festa di tutte le feste, per certi versi è la più sentita, anche se la meno vissuta. Cioè, non si respira, per intenderci, l’atmosfera del Natale con tutto il corollario che la nascita del Bambino si trascina dietro.
La Resurrezione, invece, lascia perplessi, è difficile da capire che un morto risorga e si volatizzi, sostanzialmente, senza farsi più vedere se non da pochi intimi amici e discepoli.
Hanno cercato di abbinarvi, come d’altronde con il Natale, prodotti vari, tipo uova, colombe, agnelli, pulcini, fiorellini, campane, ma sostanzialmente rimangono sempre accessori che potrebbero andare bene per altre dieci ricorrenze varie. Insomma, per capire la Pasqua come evento reale bisogna viverlo con fede e viverlo dentro la Chiesa. I riti, la liturgia, sono esternazioni necessarie per cogliere il senso dell’avvenimento. La Settimana Santa è propedeutica a tal fine.

20 marzo 2016

33…. PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE



Durante la S. Messa della domenica delle Palme, di solito, non vengono proposte le omelie perché la celebrazione della Parola è impegnativa e lunga, centrata sugli ultimi giorni di vita, la Passione  di Gesù. Queste ultime ore dell’esistenza terrena di Cristo iniziano da un monte, quello degli Ulivi, e finiscono sul monte Calvario. Si snodano sulla via, dapprima gioiosa, quella dell’entrata a Gerusalemme, poi su quella dolorosa, quella che esce oltre le mura per giungere alla collina detta del Cranio.
La via gioiosa coincide con la festa che viene tributata al Re dei Re, che entra in città sul dorso di un puledro, cui anche le “pietre gridano” giubilanti di mantelli e palme che vengono stesi davanti al Messia acclamato come Figlio di Davide.

19 marzo 2016

DIARIO DI UN PELLEGRINO: ESTELLA – LOS ARCOS SESTA TAPPA 10.08.2008 …ANDAR PER MONASTERI


“Esulti il santo, perché si avvicina il premio.
Gioisca il peccatore, perché è invitato al perdono,
si rianimi
il pagano, perché è chiamato alla vita.”
San Leone Magno
Alle sette in punto siamo già fuori Estella, su cui veglia dall’alto la Basilica de Nuestra Senora del Puy, e caracolliamo per le vie della vicina Ayegui. Ci avviamo per una deviazione che allunga un poco, ma ne vale la pena perché incontriamo la prima delle due fonti della giornata. E’ del tutto particolare e famosa perché è una fonte, di Hirache (bodegas Irache), da cui zampilla…vino. Il tutto grazie ad un’importante azienda vinicola della zona che si fa pubblicità e che vuole allietare i passi dei pellegrini. Ci arriviamo che già altri ci hanno preceduti e si godono il piacevole nettare (un po’ acidulo) come colazione. Sopra il rubinetto si legge “Pellegrino, si quiete llegar a Santiago con fuerza e vitalidad, de este  gran vino echa un trago y brinda por la felicidad” (pellegrino se vuoi raggiungere Santiago con forza e vitalità, bevi un sorso di questo gran vino e brinda per la felicità).

12 marzo 2016

IL GIUDIZIO E LA CONDANNA


Quinta di Quaresima
Il Signore apre strade nuove nel deserto

Se stiamo a commentare la Parola è perché siamo stati conquistati da Cristo.Come San Paolo che dice ai Filippesi: “…sono stato conquistato da Gesù Cristo.”
Verrebbe da dire: ma perché?
Forse perché, con me, con noi, Lui ha fatto una cosa grande, l’ha fatto con amore, proprio con l’amore..”ecco io faccio una cosa nuova, non ve ne accorgete” (Isaia). Queste espressioni rimandano al Natale, quando la vita, come dice Isaia “germoglierà dalle sue radici, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse”, e nessuno lo strappò.
Forse perché il Signore sa aprire “strade nuove nel deserto” delle nostre vite, strade che danno senso al nostro andare.
Forse perché fa “immettere fiumi” di acqua viva anche nei nostri cuori induriti, asciutti, che non sanno commuoversi.

DIARIO DI UN PELLEGRINO: PUENTE LA REINA – ESTELLA 9 Agosto 2008 – V tappa

“Dio ci conceda una buona giornata e una buona traversata” (preghiera mattutina dei marinai sulle caravelle di Cristoforo Colombo).

Noi, mentre sostiamo sul famoso ponte della regina, modifichiamo quella preghiera e chiediamo che ci conceda una “buona camminata”.
Il fisico è a posto, al “Camino del Perdon” di Uterga si dorme bene, ma soprattutto si mangia bene. Si sa, le tavolate, in amicizia, rendono le pietanze più gustose di quel che sono. Eppure il “pollo fritto” che io e il Giampiero abbiamo ordinato era favoloso. Abbiamo fatto i complimenti alla cuoca, che poi era la nonna della proprietaria, ed entrando in sintonia e simpatia, la Mariella è riuscita a farsi dare la ricetta. Con mia somma goduria per gli anni a venire.

7 marzo 2016

Sabato 12 marzo 2016 al teatro Angelicum di Mortara una bella serata di canto e testimonianze

Una serata all'insegna del bel canto con approfondimenti e testimonianze sulla Vita, per richiamarne il valore, ascoltare storie di vita vissuta e la parola dei volontari
a


contribuendo con la presenza e con il passa parola,  

                 a conoscere e far conoscere il 
a
"Centro di Aiuto alla Vita Lomellino" 
a
nell'impegno a servizio della vita concepita e della mamma perchè la Vita, viva



6 marzo 2016

I DUE FIGLI

  Quarta di Quaresima

Baccio Maria Bacci - 1925
Quand’ero bambino, ascoltando la parabola di oggi, m’immaginavo una fattoria, da cui usciva un giovane, ben vestito, che giulivo se ne andava veloce verso la grande città e un uomo, barbuto, avanti in età, lo guardava andare via, mentre altri, indifferenti, si allontanavano verso i campi. E mentre si dipanava l’ascolto del racconto del “Figliol Prodigo”, me lo vedevo ritornare alla porta della cascina, scalzo, magro, straccione, e subito dopo, ben pasciuto, a tavola a mangiare ogni ben di Dio. Mi dicevo, troppo comodo così! Poi finiva la predica del sacerdote e restava solo uno dei “vangeli” più conosciuti della mia generazione. Adesso ci pensano i “…farisei e gli scribi mormoravano dicendo: costui accoglie i peccatori e mangia con loro…”, e il discorso diventa più complicato, ricco di spunti, riflessioni, esegesi varie e chi più ne ha, più ne metta. Uno si domanda: ma sono giuste le osservazioni riportate e che Gesù Cristo sia così premuroso con i peccatori? Direi di sì perché tutto ciò porta all’obiettivo del loro pentimento e della conversione. Anche ai giorni nostri c’è il Vescovo di Roma che sta con i vari Pannella/Bonino and company, centri sociali leoncavalli, politici più o meno “cattolici adulti”, masson giornalai.

5 marzo 2016

DIARIO DI UN PELLEGRINO: Pamplona – Puente La Reina 8 Agosto 2007

Come Don Chisciotte della Mancia contro i mulini a vento

C’è proprio da crederci!...quando si alza la testa ed in lontananza si vedono disseminati i moderni mulini a vento e le gigantesche sagome di pellegrini a cavallo sull’Alto del Perdon, nel caldo del pomeriggio che vela e deforma paesaggio e cielo, sembra di essere parte del famoso romanzo di Cervantes.
Di certo, io e il Gianni, di mattino presto abbiamo vissuto una scena da film western. A Pamplona scarichiamo gli altri dieci e, alla guida dei due pulmini partiamo alla volta di Puente La Reina per lasciarne uno là e ritornare a Pamplona con l’altro. Prima di avviarci anche noi per la camminata odierna, decidiamo di farci un caffè e ne approfitto per andare ai servizi. A metà del bello sento il Gianni che mi urla di muovermi, di uscire e di andarcene velocemente perché presso il bancone del bar un diverbio si è trasformato in rissa con bottiglie rotte e mani sanguinanti. Abbiamo rinunciato a fare gli sceriffi dalla stella d’oro e ci siamo sbrigatamente allontanati verso Cizur Menor.