XII Domenica del T.O.
Anno B
In questi giorni d’inizio estate mi ritrovo
spesso a guardare il cielo, sempre più denso di nuvolaglia che mi sembra
alquanto strana. Non sono ancora del tutto persuaso delle teorie sulle
famigerate scie chimiche, ma l’evidenza è sopra i nostri occhi. I cieli
limpidi, di un forte azzurro, ben inondati dalla forte luce del sole, sono
sempre più rari e quasi sempre al mattino, poi nel corso della giornata puntualmente
le cose cambiano. Le perplessità crescono e, leggendo i versetti di Giobbe:
“…il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano.” (dal Libro i Giobbe),
ecco, pare anche a me di stare come in mezzo ad un uragano che non è solo
meteorologico. E’ soprattutto esistenziale, per noi tutti ed in particolare per
la Chiesa. C’è smarrimento, insicurezza, tentazioni continue a seguire i
dettami del mondo, quasi si volesse trovare, nel suo apparente buonismo, gli
appetitosi appigli per non naufragare. Ci si dimentica, così, che solo Gesù
Cristo sa come calmare le acque turbolente. Ci si dimentica che “io vi ho dato
la mia immagine e somiglianza, ma voi avete perduto la grazia con il peccato.
Per ridonarvi la grazia, ho unito la mia natura alla vostra, coprendola col
velo della vostra umanità”. (Santa Caterina da Siena)