IL SONNO DEI VIVENTI
IL SIGNORE, NOSTRO DIO
I FRUTTI DELL’ALBERO
NOVE MESI PER LA VITA
|
QUinTO MESE |
23 FEBBRAIO
2025
VOGLIO LA MAMMA ………E IL PAPA’:
QUANDO E’ LA MAMMA CHE ANELA AL FIGLIO
LA PAROLA
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza. (Sal 69, 17)
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo
che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”.
Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”.
E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. (Gv
19,26-27)
LA MISURA
BEATI AL BANDO
IMPURO E PECCATORE
C’E’ LUCE NELLE PROVE DELLA VITA
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Al tramonto della vita, quando ci si accorge
che le forze si attenuano progressivamente, quando gli entusiasmi stentano ad
accendersi, si capisce che l’attesa è l’ultima fase della vita. L’importante è
che sia un’attesa attiva quanto meno nella speranza che il mondo possa
migliorare, perché sai che ci sono le condizioni. Perché sai che l’attesa, in
fin dei conti, è il mistero della consapevolezza del tempo che ci sovrasta. Un
mistero che, proprio attraverso la luce che è Gesù Cristo, rivela la grandezza,
l’originalità e l’unicità di ogni vita umana. L’aveva capito il buon Simeone
che, come riferisce il Vangelo, ci dovrebbe essere da esempio: “…ora puoi
lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a
tutti i popoli, luce per rivelarti alle genti.” (dal Vangelo secondo Luca)Andare in pace, ecco come vorremmo camminare,
come pellegrini verso la vita che verrà. Con “timore e gioia, due sentimenti
che abitano il cuore veramente cristiano” (San Giovanni Crisostomo)
IN PIEDI
Anno C
Ci si mette in piedi al mattino appena svegli e, lo si voglia o no, si deve iniziare la giornata con l’energia necessaria per fare le cose da fare.
STAMPA
IL FUOCO DEL BATTESIMO
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Mi succede di pensare a come sarebbe stata
diversa la mia vita se non fossi stato battezzato. Non ci fu il mio consenso
informato quando i miei genitori mi portarono al fonte battesimale, ci fu in
parte quando ricevetti la Prima Comunione e la Cresima. In parte, perché, anche
se bambino, capivo che facevo qualcosa d’importante. Grazie agli anni del
catechismo e ai santi sacerdoti che si prendevano cura dell’oratorio. In qualche
modo lasciavo che lo Spirito Santo restasse dentro di me, lasciavo,
inconsciamente, che lavorasse sulla mia crescita, che era come custodita,
guidata, anche dagli altri fattori della maturazione, quali la famiglia e la
scuola. Successivamente, anche il mondo del lavoro. Eppure, sentivo che mancava
qualcosa, mancava il “fuoco” del Battesimo: “…io vi battezzo con acqua, ma
viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei
sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.” (dal Vangelo secondo
Luca).
UNA LUCE NELLE TENEBRE
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I miei presepi, compresi quelli che da piccolo
facevo con il nonno, sono sempre ambientati in un paesaggio notturno. Una
lucina, bella bianca, deve essere posta nella grotta, o nella capanna, nei
pressi della culla, o della mangiatoia, di Gesù Bambino, affinché illumini
quell’antro buio, ed in particolare, quella piccola statuetta con le braccia
alzate e benedicenti:“…la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno
vinta.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
IL FIGLIO, I FIGLI
SACRA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO C)
NOVE MESI PER LA VITA |
TERZO MESE |
29 DICEMBRE 2024
VOGLIO LA MAMMA …E IL PAPA’:
IL DONO DI
MAMMA DEBORAH:
UNA SCELTA D’AMORE PER SEMPRE NON SI
CURA PER VEDERE NASCERE MEGAN
C’è una neonata che sorride in una culla nella galleria fotografica social di Deborah Vanini. C’è anche il racconto condiviso, sul web, di un dramma che si è trasformato in un’immensa testimonianza d’amore.
Deborah, 38 anni, ha chiuso gli occhi alla vita
, soccombendo ad un cancro,
diagnosticato durante la visita che confermava l’inizio della sua gravidanza.
Aveva
raccontato Deborah che fu uno choc la prima ecografia : dalla notizia più bella
alla più brutta in 25 secondi netti. Dalla gioia più grande alla disperazione
più assoluta. Mesi e mesi di esami, giorni in ospedale, visite estenuanti,
impedimenti fisici e farmaci rifiutati perché non compatibili con la
gravidanza. Scelte più grandi di noi, scriveva Deborah, sulla vita che avevano
generato. Messi davanti alla domanda più difficile per dei genitori: decidere
per la vita o meno del proprio figlio.
Deborah ha pianto per notti intere per la
paura, per la tensione, per i dubbi. Disperata si è chiesta perché proprio a
me, a noi. Ha toccato il fondo, ma poi con l’aiuto del personale medico, della
sua mamma, il suo angelo custode e la vera roccia della sua vita, il suo
compagno e tanti veri amici, è riuscita a trovare anche dei lati positivi,
perché ci sono sempre, nonostante tutto.
Megan ha fretta di nascere e così, lo scorso 18
settembre, vede la luce dopo un parto prematuro d’urgenza. Deborah, che dice di
non essere credente, descrive, però, sua figlia come un “miracolo” che “senza
saperlo”, ha “letteralmente salvato la vita” alla sua mamma.
Deborah conta i giorni che riesce a vivere con
la sua Meg. E c’è sempre quella parola ad accompagnare i suoi pensieri:
“miracolo”. Deborah ha stretto Megan fra le braccia solo per due mesi, ma
continuerà ad essere accanto a sua figlia, alla quale ha donato la vita, la sua
scelta d’amore per sempre.
LA PAROLA
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni la vita;
contro la collera dei miei avversari, stendi la tua mano
e la tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. (Sal 138, 7-8)
E preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e,
abbracciandolo, disse loro: “chi accoglie uno solo di
questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi
accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato.”
(Mc 9,36-37)
EGLI E’ LA PACE
Alcuni anni fa mi venne l’ispirazione di allestire un
presepe che aveva da un lato la capanna di Betlemme e dall’altro, proprio di
fronte, una collinetta sormontata da una croce. Nulla di originale per carità,
altri l’avevano pensato e realizzato meglio del mio. Non ricordo se fui
sollecitato dalla lettura di Ebrei che questa quarta domenica d’Avvento
ripropone e ci scrive che:“…Egli abolisce il primo sacrificio per costituire
quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo
dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre.” (dalla Lettera
agli Ebrei)Non a caso al Figlio di Maria verrà dato il nome di Gesù che
significa “Dio salva”.
E’ stato un angelo in sogno a Giuseppe a comandarlo. Salva
da cosa? Sicuramente dalle tentazioni, dal rifiuto della sua paternità, dal
sentirsi padroni assoluti della propria vita e dal volerla imporre ad altri a
costo di predomini e guerre.
Ecco, accogliere quel sogno concesso da Dio a Giuseppe, che non è un sogno come tanti altri,
significa riconoscere che Gesù è la pace fra di noi.