5 giugno 2023

ADOZIONE SPIRITUALE DEL BAMBINO CONCEPITO

E’ la preghiera per difendere la vita concepita,
è un personale adempimento delle promesse mariane,
è un aiuto alle persone sofferenti a causa dell’aborto.

Che cos’è l’adozione spirituale?

L'adozione spirituale fonda la propria forza nello scopo che si propone. La difesa della vita in tutti suoi aspetti vuol dire volgersi a Colui che ha offerto la vita e pregarlo per salvare coloro che sono indifesi e in pericolo di morte. L’adozione spirituale è la preghiera per un bambino che è minacciato di uccisione nel grembo materno.

Come può essere fatta l’adozione spirituale?

Sia in forma solenne che in forma privata, recitando la formula (davanti alla croce o al Santissimo Sacramento....).Dura nove mesi e consiste nella recita ogni giorno di una decina del Santo Rosario misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi, gloriosi (Pater, Ave, Gloria) e nella recita della "Preghiera giornaliera". Alla preghiera si può aggiungere qualche proposito personale liberamente scelto.

Quali possono essere i propositi personali?

I propositi personali possono essere per esempio: confessione frequente e santa comunione, adorazione del Santissimo Sacramento, lettura della parola di Dio, digiuno, lotta ai propri vizi, aiuto ai bisognosi, ulteriori preghiere (litanie, novene, coroncina della Divina Misericordia, ....).Si può fare l'Adozione Spirituale senza i propositi personali. I propositi personali non sono obbligatori, ma sono raccomandati e vengono fatti volentieri da chi si impegna per l’adozione spirituale.

Come è nata l’adozione spirituale?

Dopo le apparizioni della Madonna di Fatima, l’adozione spirituale è stata la risposta alla richiesta della Madre di Dio di pregare ogni giorno il Santo Rosario come penitenza per l’espiazione dei peccati che più hanno ferito il Suo Cuore Immacolato. Nel 1987 questa preghiera è stata introdotta in Polonia. Il primo centro dell’adozione si è costituito nella chiesa dei padri Paolini a Varsavia. Da questo luogo la preghiera si è diffusa in ogni dove.

3 giugno 2023

LA DURA CERVICE

Santissima Trinità 
Anno A

E’ Gesù che ci introduce alla conoscenza della Santissima Trinità. E’ lui che fa continuamente riferimento al Padre, presentandosi come il Figlio mandato, è lui che lascia ai suoi discepoli il Paraclito, lo Spirito Santo che sancisce la presenza continua, fino alla fine del mondo, nella Chiesa, come segno visibile di Grazia per quanti sono chiamati alla santità. In questo modo, così pensando aderisco, per fede, al Mistero della Santissima Trinità. Mi basta e mi aiuta a capire, per quanto possa capire vista la “dura cervice” che blocca il pieno abbandono alla grazia sovrabbondante consegnata al mondo, tramite il sacrificio di Gesù sulla croce.
Grazia che ci permette di fare esperienza dell’Amore di Dio per l’uomo, che non ha paragone e che è iniziato fin dall’origine: “…che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa di noi la tua eredità.” (dal Libro dell’Esodo)

27 maggio 2023

PACE A VOI

Domenica di Pentecoste
Anno A

 


Gli apostoli e i discepoli di quel tempo erano sostanzialmente persone semplici, ma incontrando Gesù hanno, da subito, cominciato a cambiare vita. Non radicalmente, poco alla volta, anche perché non era facile capire dove sarebbe andata a parare l’esperienza di sequela accanto a quel “profeta”. Poi capirono che Lui veniva effettivamente da Dio, che presentava come il Padre suo e di tutti coloro che ne erano, per grazia, attirati. E, nonostante i disagi, le incomprensioni, le incertezze, in loro iniziava a manifestarsi una consapevolezza di pace interiore che li faceva stare bene. Infine, il dramma della Passione e Morte di Gesù, a seguire lo sbalordimento della Risurrezione e la precarietà del futuro che si presentava loro in quel marasma che albergava nei loro cuori e nelle loro menti.
Se non che le cose cambiarono radicalmente perché: “…tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.” (dagli Atti degli Apostoli)

21 maggio 2023

L'attenzione che sceglie la VITA

Nel pomeriggio di Lunedì scorso 15 Maggio i ragazzi del Noviziato del gruppo scout "Vigevano 1" hanno incontrato Silvia, punto di riferimento del Centro di aiuto alla vita, sede di  Vigevano, per scoprire una realtà importante presente sul territorio lomellino, che fornisce un grande supporto a donne in difficoltà che aspettano un bambino.
Silvia si è poi raccontata ai ragazzi, cercando di trasmettere loro la bellezza di una scelta di servizio rivolta al prossimo con la gioia che ne scaturisce.
Ringraziamo con tutto il cuore i volontari che si dedicano a questa missione e ci auguriamo che anche nei nostri ragazzi germogli quell’attenzione che sceglie la vita e allontana l’egoismo.
Grazie a tutti voi del CAV
"Gli scout del Vig 1"


20 maggio 2023

FISSANDO IL CIELO

        Ascensione del Signore
Anno A

Una vita vissuta, anche, nel volontariato ha bisogno, periodicamente, di una verifica sulle motivazioni che spingono al servizio verso il prossimo. Si rischia, infatti, di pavoneggiarsi nel dare, dimenticando che dovrebbe, invece, essere l’imitazione dell’Amore del Padre. Soprattutto, si offusca il dono del ricevere, che se non è umile e riconoscente potrebbe favorire l’egocentrismo.
Nello stesso tempo, però, nulla giustifica lo stare con le mani in mano: “…essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?” (dagli Atti degli Apostoli)

18 maggio 2023

NOVE MESI PER LA VITA - MAGGIO 2023

Domenica 28 MAGGIO 2023 ore 16,00

presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

IL FIGLIO: IL MISTERO DI UN DONO
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Carlo Acutis: il segreto di mio figlio


In tanti mi chiedono quale sia il segreto nascosto dentro la figura di mio figlio Carlo, che in pochi anni ha saputo conquistare l’amicizia e l’affetto di una moltitudine di persone che nella preghiera chiedono la sua intercessione. Perché un semplice ragazzino morto a 15 anni anni è invocato in tutto il mondo? Perché la Chiesa lo ha proclamato beato?Quale, insomma, il “mistero di Dio” che lo accompagna? Non è semplice riuscire a cogliere l’individualità di una persona se non si è entrati in relazione diretta con lui.
Carlo era un ragazzo assolutamente normale, ma con un’armonia speciale, grazie alla sua grande amicizia con Gesù. Carlo, “l’innamorato di Dio” ha vissuto questa forte presenza del divino nella sua vita terrena e ha cercato in tutti i modi di trasmetterla generosamente anche agli altri, anche nella sua famiglia, a sua madre che, come madre di Carlo, sente sente di non aver fatto nulla di speciale per suo figlio: “ho solo dato a mio figlio le basi educative che tutti i genitori dovrebbero dare. Carlo è andato all’asilo e lì ha ricevuto un’educazione religiosa. L’ho fatto battezzare, ma io sono nata in una famiglia laica. Mio padre era editore, sempre circondato da scrittori, e in quell’ambiente non avevo mai sentito parlare, assolutamente, della fede. La mia prima messa era stata quella della mia prima comunione; la seconda quella della cresima e la terza quella del mio matrimonio. Dico questo per sottolineare che è stato mio figlio Carlo a insegnarmi tutto. Se per Santa Teresa di Lisieux i genitori erano stati dei grandi educatori, nel caso di Carlo i ruoli erano rovesciati: è stato lui il mio piccolo salvatore, e soprattutto è stato il mio grande educatore nella fede.”
E’ così che si può accettare la prospettiva di una morte prematura di Carlo, a quindici anni. Aggiunge Antonia, la madre di Carlo: “Ho compreso che non potevo lamentarmi per la sua malattia, che era la volontà suprema di Dio, e che Carlo era maturo e pronto per il cielo. E’ stato un ragazzo dalla vita perfetta e retta, di una purezza straordinaria, di una generosità, di una bontà…non abbiamo mai avuto il minimo dubbio che fosse già in Cielo.”
In tale logica si comprendono meglio le tre più famose frasi di Carlo che tanto fanno pensare, giovani e meno giovani:
“ci si mette di fronte al sole, ci si abbronza…ma quando ci si mette dinnanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi…l’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo”
“Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie”
“La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”.

13 maggio 2023

LA RAGIONE DELLA SPERANZA

Sesta Domenica di Pasqua 
Anno A

rendete ragione della Speranza che è in voi
Con la presenza di Gesù nel mondo tutti i regni, prima o poi, sono destinati all’estinzione, anche quelli come da ultima incoronazione. Perciò non ci devono affascinare più di tanto, noi siamo fatti per un regno diverso, dove ogni legge è amore, dove la pace è l’espressione più alta da custodire. In questo periodo così oscuro per l’umanità, dove ogni peccato contro la sua legge è volontà malefica di crocifiggere ogni volta Gesù, noi suoi discepoli di oggi dobbiamo essere veri testimoni, come Filippo, per il modo in cui predicava, motivo per il quale: “…la Samaria aveva accolto la parola di Dio…e vi fu grande gioia in quella città”. (dagli Atti degli Apostoli)

12 maggio 2023

CULLA PER LA VITA a VIGEVANO

Neomamme in difficoltà:
solitudine e problemi economici le cause principali

 Da un servizio di Milano Pavia News - 04/05/2023

6 maggio 2023

PIETRE VIVE

Quinta Domenica di Pasqua
Anno A


Una cosa difficile da far passare è la consapevolezza di essere, noi cristiani convinti (tanto per intenderci, non quelli per convenienza o per quieto vivere), il tempio in cui dimora il Cristo, dal momento della Prima Comunione in poi: “…quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo.” (dalla prima Lettera di Pietro)
Gesù Cristo, nel suo incruento sacrificio eucaristico che rinnoviamo ad ogni Santa Messa, ci chiama al ministero della testimonianza, quali sacerdoti che celebrano la sua Gloria nell’Amore che nutre per gli uomini. Purtroppo ci dimentichiamo di questa dimensione della fede perché “non abbiamo virtù, non perché è difficile, ma perché non vogliamo; non abbiamo temperanza perché non vogliamo; non abbiamo pazienza perché non vogliamo; non abbiamo castità per la stessa ragione. Se lo volessimo saremmo santi, ed è molto più difficile essere ingegnere che santo. Se avessimo la fede!” (San Rafael Arnaiz – Monaco Trappista)

1 maggio 2023

LA PORTA DI CASA

Quarta Domenica di Pasqua
Anno A


La Parola di questa domenica punta i riflettori sulla figura di Pietro. E’ lui che nella prima e seconda lettura stimola all’ascolto delle cose di Dio e, secondo i resoconti storici, con la sua testimonianza accresceva in modo esponenziale il numero di quelli che si facevano battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Proprio lui che, come da profezia, rinnegò il suo Maestro all’alba della sua Passione e Crocifissione. Secondo San Giovanni Crisostomo: “bisognava che Pietro, proprio lui, a cui doveva essere affidata la Chiesa, la colonna della Chiesa, il porto della fede, si dimostrasse debole e peccatore. E questo avvenne perché in verità, potesse trovare nella sua debolezza un motivo per esercitare la sua bontà verso gli altri uomini.”
Proprio per questo poteva essere compassionevole come nella seconda lettura:“…carissimi, se facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.” (dalla prima Lettera di Pietro)

26 aprile 2023

NOVE MESI PER LA VITA - APRILE 2023

Domenica 30 APRILE 2023 ore 16,00

presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

IL FIGLIO: IL MISTERO DI UN DONO
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Donna, Sposa, Mamma....Santa !


Non è santo solo colui che compie grandi opere. Non a tutti Dio chiede cose grandi, ma a tutti chiede di fare bene le cose che affida. Tra l’altro, è facendo così che si diventa capaci di fare anche cose straordinarie, quando se ne viene chiamati. E comunque, una santità quotidiana e nascosta agli occhi degli uomini, non lo sarà mai a quelli di Dio. L’esempio di Gianna Beretta Molla, della sua vita di giovane medico, di sposa, di madre calza a pennello. D’altronde, anche il marito Pietro, interrogato circa la santità della moglie durante il processo diocesano per la sua beatificazione, rimase molto sorpreso: “io non mi sono accorto di essere vissuto accanto ad una santa”. In effetti, è però vero che Gianna Beretta Molla è la prima donna canonizzata in quanto madre di famiglia. Ci sono altre madri, come Santa Monica e Santa Rita, ma non è per la loro “maternità” che sono state canonizzate. Per Gianna la santità sta nella sua vita autenticamente cristiana che finalizza la scelta vocazionale al matrimonio, nel segno del dono e dell’accoglienza dei figli che hanno allietato gli sposi. Il mistero sta nel fatto del come Gianna si pone davanti al figlio in occasione  dell’ultima gravidanza. Infatti, la concomitanza della presenza di un grosso fibroma con la scoperta di essere incinta del quarto figlio, apre al dilemma circa la decisione da prendere. Come medico Gianna sa a quali rischi va incontro se non si sottopone subito all’asportazione, come madre, però. le spetta, scrive lei, “il dovere di essere mamma per il suo figlio fino alla fine.” La maternità è salva, Emanuela nascerà, Gianna ha dato la sua vita per la vita della figlia.

22 aprile 2023

EMMAUS ANDATA E RITORNO

Terza Domenica di Pasqua
(Anno A)

I discepoli di Emmaus, col volto triste, in un tardo pomeriggio se ne tornano al loro villaggio. Una settimana prima festeggiavano, facendo corteo osannante, pronti alla gloria per il loro Re, che sicuramente avrebbe affidato loro importanti cariche. Ora, invece, scornati se ne vanno in silenzio, timorosi, delusi. E’ facile immaginare lo stato d’animo; quante volte ci siamo sentiti così, anche noi, traditi da aspettative che ci avevano entusiasmato poi rivelatesi fallimentari. Per uscirne abbiamo, poi, avuto bisogno (si ringrazi il cielo) di un amico vero, pronto a comprendere, a consigliare, a spronare (stolti e lenti di cuore), a spiegare come stanno le cose (spiegò loro), e salutarci con una forte stretta di mano o un caloroso abbraccio. I due di Emmaus, loro, in più, hanno vissuto in prima persona l’Eucaristia (benedisse e spezzò il pane) e in quel momento riconobbero Gesù.

8 aprile 2023

ANDATE E ANNUNCIATE

Pasqua di Risurrezione del Signore 

Anno A

Sia chiaro una volta per tutte e per tutti, Gesù non ha detto ai suoi discepoli: “se volete annunciate alla gente…, per favore ricordatevi di…; con il dialogo cercate di…”, no, no, ha detto, come riferisce Pietro: “…e ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che Egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio…chiunque crede in lui riceve il perdono per mezzo del suo nome.” (degli Apostoli)
Perciò il nome di Gesù dovrebbe sempre essere sulla nostra bocca e al centro delle liturgie.

1 aprile 2023

PILATO OGGI

Domenica delle Palme   Anno A

C’è discepolo e discepolo. C’è quello che si mette in prima fila, gioioso, anche un po’ spaccone, che fa “caciara”, un po’ come la esternavano festanti gli ebrei che accoglievano Gesù all’ingresso di Gerusalemme. Poi, c’è quello che se ne sta quasi in disparte, in cuor suo felice perché vede che il suo Maestro è ben accolto, ma a lui viene naturale stare in silenzio, meditando la Parola ascoltata fin dai tempi dell’infanzia. Eppure, sa bene cosa lo aspetta, perché sa che: “…il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato.” (dal Libro del profeta Isaia)
E già questo è un indizio, guai a tergiversare su questo compito. E neppure inorgoglirsi per questo dono. Santa Caterina da Siena scriveva: “Voi dovete essere come un albero profondamente radicato nella valle della vera umiltà, affinché il vento della superbia non possa offendere l’anima vostra.” Quindi occorre offrire la parola, il consiglio, ma sempre in piena umiltà, senza montarsi la testa. Diventa infine una necessità, come dice il salmo 21: “…annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea.”

25 marzo 2023

LA MALATTIA E LA MORTE

                         Quinta Domenica di Quaresima       Anno A

Quando viene diagnosticata una malattia cronica per la quale c’è solo la possibilità di rallentare il suo aggravamento, in un certo qual modo la vita diventa incomprensibile. E la morte si concretizza nei pensieri, nella postura del corpo, che si prepara ad interpretare i segnali degli ultimi istanti per rendere, come si dice, l’anima a Dio.
A Lui, nello stesso tempo, si elevano preghiere: “…dal profondo a te grido, o Signore;…siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica.” (dal Salmo)
Il tempo diventa insufficiente, ma secondo Santa Caterina da Siena: “Dio ci ha dato anche il tempo, poiché senza il tempo nulla potrebbe fare l’ortolano; ma col tempo, cioè mentre viviamo, l’ortolano può rivoltare la terra e raccogliere frutti.”