18 marzo 2023

CREDO, SIGNORE

Quarta Domenica di Quaresima
Anno A

Credo Signore !

Ogni domenica alle Sante Messe la scena si ripete milioni di volte: il sacerdote o il diacono, o il Ministro straordinario dell’Eucaristia, “Il Corpo di Cristo”, alzando l’Ostia Consacrata dinanzi al fedele. “Amen” risponde, quando risponde, l’incolonnato, ed alcuni, quasi in rapace modo, la sfilano dalle dita dell’officiante, altri la chiudono nel pugno, quelli, ancora con la mascherina, sono meglio di Silvan a farla sparire sotto la stoffa. Che strazio! Non ci si rende conto che il versetto finale del Vangelo di oggi è proprio rivolto a noi: “…tu credi nel figlio dell’uomo? Egli rispose: “e chi è, Signore perché io creda in lui?” Gli disse Gesù: “lo hai visto: è colui che parla con te”. Ed egli disse: “credo Gesù!” E si prostrò dinanzi a lui.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Le Parole di Cristo, ogni sua parola non si perde.

11 marzo 2023

IL CUORE INDURITO

Terza Domenica di Quaresima 

Anno A

Parlare di acqua di questi tempi è come andare a nozze, tutti drizzano le antenne e alzano lo sguardo al cielo nella speranza d’intravedere qualche annuvolamento carico di futura pioggia. Nel contempo proliferano i corsi per diventare specialista in rabdomanzia: un’antica professione che darà gratificanti opportunità di lavoro ai nostri giovani disoccupati in queste lande deserte che sta per diventare l’ex acquosa pianura padana. A parte l’ironia su questo problema che, comunque, a me pare poco normale quando vedo il cielo continuamente solcato da scie chimiche. Qualche sospetto se lo portano dietro gli, ormai politicamente corretti, cambiamenti climatici.
Parlando seriamente, invece, dall’ascolto della Parola credo si possa dedurre che il problema non è l’acqua, ma il cuore indurito degli uomini di ieri e quelli di oggi:“…in quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza d’acqua…misero alla prova il Signore dicendo: il Signore è in mezzo a noi sì o no?” (dal Libro dell’Esodo)

4 marzo 2023

LA MIA TERRA

Seconda Domenica di Quaresima

Anno A

Tempo fa, durante un’ora di Adorazione, mi capitò di essere vicino ad una persona che, anziché inginocchiarsi davanti all’esposizione del Santissimo, si stese in mezzo alla navata, faccia a terra. Come si fa quando vengono ordinati i preti.
Sembrava un movimento esagerato, ma forse non lo era e non lo è:

"...all’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da gran timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “alzatevi e non temete” (dal Vangelo secondo Matteo)

Quei tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, chiamati in disparte da Gesù, come capita anche in altre occasioni, loro tre e solo loro, rappresentano la Chiesa nella sua gerarchia ed organizzazione. Pertanto, è la Chiesa che dovrebbe stare con la faccia a terra, quale segno di umiltà verso Dio e verso gli uomini. Senza paura, senza accomodarsi alle pressioni del mondo, perché è Gesù che ci porta sul monte alto. In alto c’è silenzio e ci si sente vicini a Dio. In Quaresima è l’ideale questo appartarsi, è un’esperienza che ci riporta all’essenziale, a guardare la terra che calpestiamo nella nostra vita. A cercare di capire se trattasi di terra sacra o di terra profana, oppure se è proprio come scrive San Paolo: “…Egli (Cristo Gesù) ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo” (seconda Lettera a Timoteo)

24 febbraio 2023

L’ALITO DI VITA

Prima Domenica di Quaresima 

Anno A

L’amore spinge all’incontro, un cercarsi e ricercarsi che confina con il mistero
dell’innamoramento, tale da configurarsi come un dono che solo Dio può aver pensato di tale grado: il dono della vita procreata, l’alito di vita che congiunge l’uomo e la donna, trasformandoli in padre e madre. E’  il mistero che avvolge l’esistenza di ciascuno di noi: “…il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.” (Libro della Genesi)
In quel preciso istante, nel nostro preciso istante di vita, nulla più fermerà il diritto di esserci. Così ha voluto Dio, così avvenne grazie ad una coppia, l’uomo e la donna che in quel preciso istante sono già mio padre e mia madre.

20 febbraio 2023

NOVE MESI PER LA VITA - FEBBRAIO 2023

Domenica 26 FEBBRAIO 2023 ore 16,00
presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

IL FIGLIO: IL MISTERO DI UN DONO
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E M I L I A e i S U O I   F I G L I

Emilia apparteneva ad una famiglia di classe media, in un paese europeo che soffriva stragi e carestie dopo una prolungata guerra nazionale. Fame ed epidemie facevano soffrire tutta la popolazione.
Da giovane sposò un operaio tessile ed andò ad abitare in un paese lontano da parenti e amici. Poco tempo dopo nacque il suo primo figlio, Edmondo. Era un bimbo vivace, bravo studente, sportivo e con una gran personalità.
Quattordici anni dopo la nascita di Edmondo e quasi dieci dalla morte della seconda figlia, Emilia, si venne a trovare in una situazione particolarmente difficile: aveva 40 anni e la sua salute era precaria. Soffriva gravi problemi renali e il suo sistema cardiaco si andava debilitando a causa di una malattia congenita.
La situazione politica del suo paese, inoltre, era ogni giorno più critica a causa della prima guerra mondiale da poco terminata. Vivevano con l’indispensabile e con l’incertezza e la paura che scoppiasse una nuova guerra. Proprio in questa terribile situazione, Emilia si accorse di essere incinta.
Non mancò chi si offrì a Emilia per praticare l’aborto, in quanto la sua età e la sua salute facevano della gravidanza un alto rischio per la sua vita.
Emilia optò, invece, per portare avanti la gravidanza e nacque il suo terzogenito, al quale pose il nome di Karol.
Questo figlio è stato il nostro amatissimo papa Giovanni Paolo II.

18 febbraio 2023

AMARE I NEMICI?

amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano
Settima Domenica T.O. Anno A

Cioè, per “essere figlio del Padre nostro che è nei cieli”, devo amare i nemici e pregare pure per loro? Il mio Dio è di sicuro il Buon Dio, ma è esigente al cubo.
A Lui non basta il comando: “…non coverai nel tuo cuore odio contro tuo fratello
;
rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui.” (dal Libro del Levitico)
Vero, però, che “chiunque chiede al Signore e cerca di ottenere – una cosa sola – la chiede con certezza e sicurezza di ottenerla. Questa cosa è l’unica vera vita, cioè il poter contemplare per l’eternità, e incorruttibili, nel corpo e nello spirito le promesse di Dio.” (Sant’Agostino)

10 febbraio 2023

SI PUO’ SCEGLIERE…

Bivio: con la cultura di vita o quella di morte

Sesta Domenica
Tempo ordinario

Anno A

 



Ogni giorno abbiamo qualche bivio
davanti al quale possiamo (o dobbiamo) scegliere verso quale direzione andare, stare fermi o tornare indietro. Oggi, per esempio, qui in Lombardia e Lazio, siamo posti di fronte alle votazioni regionali. In realtà, com’è facile immaginare, non si è affatto facilitati nella scelta del voto, vuoi per l’inconsistenza delle proposte, come per la mancanza di progettualità sui valori non negoziabili da parte dei candidati ai Consigli Regionali. Perciò, lascio perdere e ritorno alla sostanza della Parola che ci dice: “…davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.” (dal Libro del Siracide)
E’ questa la sostanza: abbiamo il libero arbitrio, non siamo burattini nelle mani di Dio. Vero è che possiamo diventarlo nelle mani di altri che per malvagità pretendono di fare il bello e il brutto nei confronti dei propri simili. Per questo dobbiamo scegliere con chi stare e come starci. Con Dio o contro Dio, con la cultura di vita o quella di morte, per fare crescere il bene o avvallare il male. Scriveva un abate e vescovo, Rabano Mauro: “non è il gran numero dei peccati che porta l’anima alla disperazione, ma il disprezzo di Dio.”
Ecco, nello scegliere si può anche sbagliare, si possono commettere peccati, consapevoli o no, però abbiamo sempre la possibilità di rimediarvi, basta mettersi sulla strada giusta:“…beato chi è integro nella sua via e cammina nella legge del Signore.” (dal Salmo)

4 febbraio 2023

GLI ACCECATI

Quinta Domenica  T.O. Anno A
45a Giornata per la Vita 2023


 Lungi da me l’idea di manipolare San Paolo, ma, in effetti, ogni qual volta mi appresto a scrivere queste note sulla Parola di Dio, mi sento pervaso dal timore e dalla trepidazione di non essere all’altezza. Lo scrittore Jean-Paul Sartre scrisse un aforisma che dice: “ogni parola ha conseguenze, ogni silenzio anche.” Perciò, mi sento spronato ed invitato, in primis, all’ascolto dell’Apostolo:“…mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito.” (Prima Lettera ai Corinti)
Non sapevo che Bartolomeo significasse, in aramaico, “figlio di colui che porta l’acqua”; l’ho tratto da una riflessione di San Pier Damiani che metteva in luce come Gesù Cristo è il figlio di Dio e come tale eleva lo spirito dei suoi predicatori alla contemplazione delle verità di lassù, in modo che possano spargere con efficacia e abbondanza la pioggia della Parola di Dio nei nostri cuori. Mi piace, perciò, considerarmi come uno che porta acqua al suo mulino, pur essendo uno che di discorsi sapienziali nel catino ne ha ben pochi. Solo con la contemplazione e con il lavorio dello Spirito si può sperare che quell’acqua faccia germogliare qualche buon seme, soprattutto nella mia povera vita.
E’ così, allora, che posso meditare sul testo di Isaia quando vi leggo: “…allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.” (Libro del profeta Isaia)
Siamo immersi in una spirale di decadimento generale in cui i nostri disagi si cristallizzano in un’ accettazione supina. Fino a quando scatta un qualcosa che ti fa aprire gli occhi e guardi ciò che ti sta attorno sotto un’altra luce. Senti quasi un dolore fisico per quello che si è vissuto, complici di un disprezzo della vita senza uguali. Senti che occorre mettersi in gioco per dire che la vita va sempre accolta senza se e senza ma perché: “La morte non è mai una soluzione”. E’ questo il tema della 45a Giornata per la Vita indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana per questa prima domenica di febbraio.

28 gennaio 2023

NOVE MESI PER LA VITA - GENNAIO 2023

Domenica 29 GENNAIO 2023 ore 16,00
alla Chiesa della Madonna degli Angeli

IL FIGLIO: IL MISTERO DI UN DONO
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DARIO E CLEMENTINA NEMBRINI: UNA FEDE FECONDA

Quando i figli sono tanti non c’è tempo per tante parole.
Così era, soprattutto Dario, mentre Clementina riusciva a scovare un breve lasso di tempo quotidiano per tenere un semplice diario.
Scriveva che “in un giorno di aprile (1943) il giovane Dario chiese di parlarmi, poche parole ma serie, quasi dure e mi fece capire che ci teneva ad accompagnarmi un pezzetto verso casa.” Fu l’inizio di un’avventura che avrebbe dato forma alle vite di Dario e Clementina e dei loro dieci figli. Su questo sfondo la figura di Clementina emerge, caratterizzata fin da piccola da una religiosità profonda e da un’acuta sensibilità.
Scriverà, rievocando il giorno del matrimonio (1951): “inizia il cammino in tre, noi due e Gesù Cristo.”
Ben presto Clementina è incinta, il 21/02/1952 nasce Angelo. Dopo di lui, ogni anno un fratellino nuovo: Miriam, Claudia, Franco, Eugenio, Vincenzo, Tina, Giuseppe, Giovanni, Daniele.
Così la “corona di fiori alla messa” è completa si legge nel diario.
Non tutti approvano questa generosa fecondità, tanto più che nel frattempo Dario si era ammalato di sclerosi multipla, ma loro non si scompongono.
Clementina dirà al figlio Eugenio (che diverrà sacerdote):“sai perché io e il papà abbiamo fatto tanti figli? Perché ci vogliamo bene.”

Ti ho cercato e Ti ho trovato, Signore !

Quarta Domenica
Tempo Ordinario

anno A

Ma che fatica Signore, ogni giorno! Vero che t’ho cercato negli anni del dubbio, dell’esuberanza, della contestazione, in mezzo ai “campi di granturco”, come cantava De Andrè. Per dire che non mi bastavano più i luoghi scontati, nelle feste comandate, ed infatti t’ho trovato nel silenzio di una chiesa e nel dolore e in qualsiasi dolore: “…cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l’umiltà.” (dal Libro del profeta Sofonia)
E’ proprio vero, solo i poveri cercano il Signore, in lui trovano consolazione. I ricchi, invece, pensano di non averne bisogno, perché loro si sentono superiori, come quelli della Camera dei Deputati che in massa hanno approvato un ordine del giorno che impegna il governo a non intervenire in alcun modo sulla sciagurata legge 194 che autorizza legalmente l’uccisione del più indifeso essere umano, quello nel grembo di sua madre.
E’ scomparso l’amore sulla faccia della terra? Sì, se non viene cercato.