19 luglio 2024

LA BATTAGLIA E IL RIPOSO

XVI Domenica del T.O.
Anno B


Spesso e volentieri i brani evangelici iniziano con “in quel tempo…” Mi piace questa locuzione perché è come se leggessi “in questo tempo…”. Ecco, proviamo con il Vangelo di questa domenica: “…In quel tempo gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’.” (dal Vangelo secondo Marco)
La traduzione potrebbe essere: in questo tempo, noi discepoli di Cristo ci troviamo attorno a Gesù, presente nel Tabernacolo della nostra parrocchia o della nostra chiesa e dopo averlo adorato in ginocchio, ascoltato la sua Parola, ricevuto nel Santissimo Sacramento, in silenzio gli riferiamo tutto quello che abbiamo fatto durante la giornata o la settimana e quello che abbiamo ricevuto. In parole povere gli diciamo delle nostre gioie, delle nostre delusioni, del nostro dolore, delle nostre preoccupazioni. Lui è in noi, non ne dubitiamo, per questo scrutiamo il profondo del nostro cuore ed è come se effettivamente ci portassimo in un deserto. In disparte, dove riposare dopo le battaglie di tutti i giorni, dove possiamo capire quanto Dio ci è vicino, insegnandoci con quale umiltà si resiste all’orgoglio, con quale benevolenza si combatte l’invidia, in quale misura non ci si debba beare delle parole adulatorie, bensì rallegrarsi del bene degli altri.

12 luglio 2024

LA NOSTRA POLVERE

XV Domenica del T.O. 
Anno B


La Parola di questa domenica suscita diverse sollecitazioni ed accostamenti circa il modo con cui si cerca di portare l’annuncio evangelico nella società in cui viviamo. Prendiamo, per esempio:“…a Betel non profetizzerai più, perché questo è il santuario del Re ed è il tempio del regno.” (dal Libro del profeta Amos)
Traducendo quella situazione nel linguaggio d’oggi possiamo immaginare che il santuario e il tempio di Betel siano da identificarsi con i luoghi del potere legislativo attuale, e sentirci dire: tu cristiano non venire più nei Parlamenti a parlarci di Dio, del suo Regno, della sua Legge, dei valori (non negoziabili), dei diritti dei deboli, perché abbiamo deciso che per te e per Lui non c’è più spazio.

6 luglio 2024

IL DEBOLE E IL FORTE

XIV Domenica del T.O.
Anno B


Leggo ogni giorno di divisioni all’interno della Chiesa, di scomuniche e di ammonizioni. La cosa mi addolora moltissimo. Nonostante si continui a parlare di misericordia e di speranza, di fatto si registrano sentimenti di chiusura e di rifiuto nei confronti di chi vuole vivere la propria fede nei solchi della Tradizione e del perenne Magistero della Chiesa. Nonostante si continui a parlare di sinodalità, di fatto il centralismo gerarchico diventa sempre più intransigente su comportamenti ed obbedienza. La confusione regna ed il malessere sovrasta quella che dovrebbe essere la tranquilla fiducia in chi è chiamato a guidare il pellegrinaggio terreno dei membri della Chiesa. Mi viene, perciò, facile immergermi nella preghiera del Salmo:“…pietà di noi, Signore, pietà di noi, così i nostri occhi al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi.” (dal Salmo 122)

28 giugno 2024

NOVE MESI PER LA VITA - GIUGNO 2024

 Domenica 30 GIUGNO2024 ore 16,00

presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

                      LA PUREZZA DI DIO:

                L'INNOCENZA DEI BIMBI
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        LA Storia: L'AMICO Speciale


I pensieri di un bambino, nella sua più sincera innocenza. Le risposte di Gesù per comprenderne la grandezza:
A che pensi Marcellino?
Dove sarà la mamma tua adesso?
Con la tua!
Come sono le mamme? Che fanno?
Danno, danno sempre.
E che danno?
Tutto: sé stesse, la vita e la luce degli occhi ai figli,
finché divengono vecchie e curve.
Anche brutte?
Brutte no, Marcellino, le mamme non diventano mai brutte
Devo andare via, mi chiamano…Tu vuoi molto bene alla tua mamma?
Con tutto il cuore.
Io alla mia di più…
Solo un bambino come Marcellino riesce a capire, con la sua innocenza, la purezza di Dio. Sappiamo che Marcellino “Pane e Vino” è una storia che nasce da una leggenda che racconta del ritrovamento di un neonato presso un convento di frati. Il bimbo viene praticamente adottato e cresce forte e sano fino a quando, intorno ai cinque anni, entra nella soffitta del convento e vi trova un crocifisso a misura d’uomo. Nella sua fanciullesca ingenuità Marcellino scopre il suo primo vero amico e torna tutti i giorni a trovarlo, portando a Gesù Crocifisso anche da mangiare, il pane e il vino. Non è più solo, ora ha un amico che è tanto buono. Così risponde a chi prova pena per lui perché senza amici. E gli è tanto amico che lo consiglia, gli toglie la corona di spine dal capo, gli porta una coperta, gli tiene compagnia durante un temporale. Fino a quando, con una tenerezza unica e materna, Gesù lo prende tra le sue braccia, in quel sonno che apre le porte dell’eternità e dell’incontro con quella sua mamma che ha sempre amato più della sua breve vita.
                                  NEL LIBRO DELLA VITA

COME DORMIRE NELLA MORTE

 XIII Domenica del T.O.
Anno B


E’ raccapricciante quanto avvenuto a Pescara: due minorenni hanno trucidato un loro coetaneo per una questione legata all’uso di droghe. E’ terribile, poi, il modo con cui hanno infierito, incuranti dello strazio che provocavano, anzi godendone, ingalluzziti dalla presenza acquiescente di altri giovani attorno a loro, in parte atterriti, ma impotenti. E come se niente fosse accaduto, poco dopo se ne vanno in spiaggia a glorificarsi del loro agire. Si è inorriditi, ma come è possibile? Altri episodi terribili come questo ne erano già accaduti, si pensava, però, fossero legati a menti malate dei protagonisti. Qui, invece, vi possiamo leggere solo e proprio il sonno della ragione, il piacere di dare solo dolore e morte. Non possiamo nasconderci, tutti noi siamo chiamati a renderne conto a Dio.

22 giugno 2024

L’URAGANO E LA BONACCIA

XII Domenica del T.O. 
                                                              Anno B


In questi giorni d’inizio estate mi ritrovo spesso a guardare il cielo, sempre più denso di nuvolaglia che mi sembra alquanto strana. Non sono ancora del tutto persuaso delle teorie sulle famigerate scie chimiche, ma l’evidenza è sopra i nostri occhi. I cieli limpidi, di un forte azzurro, ben inondati dalla forte luce del sole, sono sempre più rari e quasi sempre al mattino, poi nel corso della giornata puntualmente le cose cambiano. Le perplessità crescono e, leggendo i versetti di Giobbe: “…il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano.” (dal Libro i Giobbe), ecco, pare anche a me di stare come in mezzo ad un uragano che non è solo meteorologico. E’ soprattutto esistenziale, per noi tutti ed in particolare per la Chiesa. C’è smarrimento, insicurezza, tentazioni continue a seguire i dettami del mondo, quasi si volesse trovare, nel suo apparente buonismo, gli appetitosi appigli per non naufragare. Ci si dimentica, così, che solo Gesù Cristo sa come calmare le acque turbolente. Ci si dimentica che “io vi ho dato la mia immagine e somiglianza, ma voi avete perduto la grazia con il peccato. Per ridonarvi la grazia, ho unito la mia natura alla vostra, coprendola col velo della vostra umanità”. (Santa Caterina da Siena)

15 giugno 2024

COME UN GRANELLO, COME UN RAMOSCELLO

Undicesima Domenica del T.O. 
Anno B


Ho un piccolo orticello: vi ho seminato alcuni tipi di insalata, cipolle, carote, patate; ho messo dei pomodori, fagiolini, melanzane, peperoni e zucchine. Tolgo l’erbaccia, innaffio e controllo la crescita per esercitare la raccolta con positiva risultanza. Ogni tanto mi soffermo a squadrarlo, soddisfatto. Tutto ciò mi rende più comprensibile la parabola del granello di senape, perché il parlare di Gesù è semplice e utilizza parametri di vita quotidiana. Così ci fa capire, con parole povere, di quale pasta è fatta la sua persona quando ci parla del Regno di Dio e con un pratico esempio ci apre lo sguardo sulla magnificenza dell’Amore di Dio per l’uomo: “…il regno di Dio è come un granello si senape, il più piccolo di tutti i semi, ma quando cresce diventa più grande di tutte le piante dell’orto.” (dal Vangelo secondo Marco)

8 giugno 2024

LO SGUARDO SU DI NOI

Decima Domenica T.O. 
Anno B


Mi piace moltissimo quest’immagine di Gesù che si sofferma con lo sguardo su ciascuno di quelli vicini, per dire a quelli lontani, come noi, che viviamo nel terzo millennio, veniamo considerati: suoi famigliari, suoi parenti, suoi cari.
“…girando lo sguardo su quelli che erano seduti accanto a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli. Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.” (dal Vangelo secondo Marco)
Certo, occorre fare la volontà del Padre, che può sintetizzarsi in questo modo: ama! Perché Dio è Amore e tutto quello che ha creato è scaturito dal suo Spirito d’Amore per tutto ciò che è bello, buono ed eterno. Non ha creato il male perché in lui non può sussistere. Il male si manifesta nel mondo solo quando lo si sceglie

1 giugno 2024

EUCARISTIA VIVA

Santissimo Corpo e Sangue di Gesù 
Anno B


Proviamo ad andare con la mente agli albori della nostra infanzia, oppure guardiamo una mamma  o un papà, con in braccio il figlio appena nato: ci immergiamo in una dimensione del tutto inusuale, dolce, tenera, fatta di abbracci, di attenzioni che contornano gesti e movimenti unici. Si sta bene, ci si sentiva protetti, si poteva desiderare tutto ciò che un bambino desidera. C’erano, però, anche dei limiti che venivano imposti, cui bisognava obbedire, con le buone e pure con le cattive, tipo il cambiamento del tono della voce, le occhiatacce, le sculacciate, le sberle, i castighi. Varianti, solo crescendo lo si sarebbe capito, che erano comunque intrise di quell’amore materno e paterno che ci ha avvolto fin dal primo istante della nostra vita. E’ come l’amore che Dio, nella sua creazione, fin dal principio ha espresso donandoci i suoi precetti:“…tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo.” (dal Libro dell’Esodo)

25 maggio 2024

SENZA DUBITARE

Santissima Trinità
Anno B

io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo
La fine del mondo, non c’è dubbio alcuno, avverrà. Però, nel profondo del nostro essere, sentiamo che non succederà noi presenti. E’ così, è come un rifiuto di quanto il pensiero di una fine del mondo, possa immaginare. Apocalissi, guerre nucleari, virus inimmaginabili (altro che covid), implosione del sistema solare, suicidio complessivo dell’umanità, sono alcune delle prospettive che, comunque, terrorizzano. Perciò, le rifiutiamo, le esorcizziamo.
Personalmente, però, più semplicemente, mi convinco, che non avverrà niente di tutto ciò, fintanto che nascerà ancora un bambino. Perché un bambino che nasce, anzi, un nuovo essere umano concepito, è segno che Dio non si è ancora stancato dell’uomo. Verrebbe, allora, da dire che il destino di questo mondo è legato ad un piccolo inerme, innocente bimbo nel ventre di sua madre?

22 maggio 2024

NOVE MESI PER LA VITA - MAGGIO 2024

Domenica 26 MAGGIO 2024 ore 16,00

presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

                      LA PUREZZA DI DIO:

                              L'INNOCENZA DEI BIMBI
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LA STORIA: Maria e il salmo 103

Questa è la storia della piccola Maria, di anni 8. Si sveglia una mattina con macchie strane sulla pelle. E’ pallida più del solito e, da giorni, lamenta una stanchezza impressionante. Ha anche la febbre. Viene portata d’urgenza in ospedale e dopo poche ore arriva la terribile diagnosi: leucemia.
Comincia con le trasfusioni e con dosi massicce di cortisone, ma i globuli bianchi non scendono. I genitori sono disperati, i medici dicono che non possono fare molto, ma non demordono. La degenza in ospedale si prolunga e la sofferenza si acuisce anche alla luce degli scarsi risultati delle terapie in corso.
Un giorno Maria chiede alla mamma di leggerle il Salmo 103. La mamma se ne meraviglia, trova una bibbia nella piccola chiesetta dell’ospedale e si appresta alla lettura. Non prima d’averle chiesto il motivo. La piccola le dice che ha sentito il dottore parlare di lei come il caso 103. Perciò si era ricordata di quanto a catechismo le avevano detto circa il modo di pregare attraverso i salmi.
E il salmo 103 dice fra le tante cose: “benedici anima mia il Signore…egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità.”
Mamma rileggi l’ultima parte dell’ultimo verso: “risana tutte le tue infermità”.  Tutti i giorni richiedeva alla mamma di rileggerle il salmo 103 e specificatamente: risana tutte le tue infermità”. E su queste parole trovava serenità, il sorriso e il sonno.
Passano i giorni e Maria migliora, fino alla dimissione, guarita. Il primario, con soddisfazione, si congeda dai genitori dicendo: “il cortisone ha vinto la malattia”.
La mamma, però, gli chiede: “professore, nostra figlia è il caso 103, ma che ne è stato degli altri 102?”.
Il medico abbassa lo sguardo e si limita a dire che non sempre va così bene. E con le spalle curve se ne va, ma solo Maria e sua mamma sanno che la malattia non è stata vinta dal cortisone. Null’altro da aggiungere, se non che la preghiera e l’innocenza dei bimbi possono fare miracoli.

18 maggio 2024

LA GUIDA

Domenica di Pentecoste
Anno B

                         

Camminare per un sentiero, vivere una bella escursione è un’esperienza che tutti possono assaporare, anche senza preparazione alcuna. Se, invece, si vuole scalare un monte che oppone dirupi, pareti irte, passaggi nel vuoto, allora ci vuole una guida. Costui si mette a disposizione con la sua conoscenza del territorio e con la pazienza necessaria a smontare la boriosità di chi temerariamente vuole sovrapporsi, così com’è altrettanto dovuta per rassicurare i timorosi di fronte alle difficoltà dell’arrampicata verso la vetta e, comunque, verso il traguardo della giornata. E’ una guida che non molla sul suo dovere, sul suo impegno, ma richiede la piena disponibilità di tutti e di ciascuno a riconoscerla come tale ad ogni passo , fin dal primo momento che si è iniziata la scalata.

11 maggio 2024

IL NOSTRO TEMPO

Ascensione del Signore 
Anno B

Mi domando spesso quando vedo amici, conoscenti o persone care lasciare, secondo me, anzitempo questo mondo, mi chiedo che senso abbia l’aspettare che si compia il mio tempo. So che si tratta del tempo della Vita, anche della mia piccola vita, eppure non a caso ho scritto la parola vita con la prima lettera in maiuscolo perché so pure che in questa Vita si può trovare la verità e, soprattutto, la risposta:“…non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dello Spirito Santo e di me sarete testimoni fino ai confini della terra.” (dagli Atti degli Apostoli)

5 maggio 2024

E SONO SOLO UN UOMO

Sesta Domenica di Pasqua
Anno B

I

Vi ho chiamato amici

In tempi lontani, quelli della prima giovinezza, sollecitato a prestarmi per il bene comune rispondevo che avevo ben poco da dare, essendo solo un semplice ragazzo capace solo dell’entusiasmo per il messaggio evangelico.
Leggo ora, (ma quante volte l’avrò letto?) che anche l’apostolo Pietro si riteneva solo un uomo:
“…alzati: anche io sono un uomo, in verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia.” (dagli Atti degli Apostoli)
Ora quell’“alzati” lo sento proprio come se fosse rivolto a me. Vorrei tanto giocare di sponda e farlo risuonare, quell’imperioso “alzati”, nel cuore di quanti leggeranno queste due righe di commento alla Parola del Signore in questo tempo di Pasqua.
“Alzati”, perché Gesù ha bisogno anche di ciascuno di noi, non fa preferenze, non stila classifiche, chiede solo di avere rispetto per la sua persona, di temerlo quale unico vero Dio e di praticare i suoi comandamenti che raccontano come vivere la sua giustizia. Ci ha lasciato, al riguardo, un esempio specifico quando, preso un asciugatoio, se lo cinse alla vita e con un catino iniziò a lavare i piedi dei suoi discepoli. Quando riprese le vesti, Gesù non depose l’asciugatoio, se lo tenne, indicando, così, il vero senso della diaconia, del servizio permanente verso il prossimo. In questo sta il fondamento della sua giustizia. In questo modo, seguendo il suo esempio, potremo rendere esplicito che:“…il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi della gente ha rivelato la sua giustizia.” (dal Salmo 97)

27 aprile 2024

IL TRALCIO SECCO

 Quinta Domenica di Pasqua 
Anno B

Ma davvero stiamo parlando del Signore alle generazioni dei nostri figli e dei nostri nipoti? “ …si parlerà del Signore alla generazione che viene, annunceranno la sua giustizia.” (dal Salmo 21). O piuttosto, proprio la generazione del Concilio Vaticano II ha preferito camuffare il messaggio evangelico, trasformare la sua Sacra Liturgia? Lasciando che il mondo entrasse a gamba tesa, sconvolgendo capisaldi quali il matrimonio, la famiglia, la vita, l’autorità. Solo alla fine della sua vita, papa Montini se ne accorse, quando ammise che il fumo di satana era ormai entrato nella Chiesa. 
In effetti, aggrappati alla vite vera c’erano quasi solamente tralci secchi.
San Paolo, si narra negli Atti degli Apostoli, che pur non essendo un eloquente predicatore, parlava con decisione, soprattutto, a quelli che non avevano ancora ricevuto l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo: “…parlava e discuteva con quelli di lingua greca: ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarea e lo fecero partire per Tarso.” (dal Libro degli Atti degli Apostoli)
Oggi accade lo stesso: se osi parlare di diritto alla vita, se osi mettere in discussione la legge che autorizza l’aborto volontario, vieni messo alla gogna.