Seconda Domenica di Quaresima (Anno A)
Quando si guarda il monte della nostra giornata, ci
domandiamo: ce la farò? Sai bene che la preparazione non è un gran che, non si
può contare su seggiovie o altre diavolerie del genere, c’è da sperare che il
tempo non cambi.
Eppure se quella metafora la trasmettiamo sulla quotidianità
della nostra vita, ci rendiamo conto che è proprio lo specchio del nostro
andare, stare, tornare. Se, però, iniziamo con serietà ad ascoltare la Parola,
scopriamo quelle certezze che: “…in te si diranno beate tutte le famiglie della
terra” (Genesi).
Scopriamo, cioè, la capacità di rispondere con la fede alla
chiamata e all’ordine di partire (vivere) sulla fiducia. Il bello è che questa
possibilità è per tutti, e può avvenire in seno alla famiglia, come nella
comunità e pure nella propria patria (popoli). Per ciascuno in base ai compiti
che il buon Dio ha assegnato loro.
Scopriamo, di seguito, il modo con cui ci prepara il
Signore: “…scruta tutti gli abitanti della terra, Lui che di ognuno ha plasmato
il cuore e ne comprende tutte le opere.” (Salmo)
Il Salmo ci dice che il Signore è il nostro creatore,
conosce i nostri segreti, il nostro più intimo sentire perché Lui ci ha
plasmato. Quali carezze, quale dolcezza, per ciascuno di noi, che ci spingono
alle opere della nostra vita, perché sono da Lui comprese e pensate per noi in
base alle nostre capacità.
Ed infatti, lo leggiamo, se lo facciamo con attenzione, nella
seconda lettera che San Paolo ha scritto a Timoteo: “…Egli infatti ci ha
salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre
opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia.” (2Tm).
La sua grazia ci è stata data in Cristo Gesù fin
dall’eternità…fin dalla creazione, anche e soprattutto la nostra, per il
definitivo approdo che solo con la rivelazione di Cristo Gesù possiamo
intravedere, comprendere, accogliere oppure rifiutare.
E questa rivelazione passa anche attraverso la
“Trasfigurazione” nel cui Mistero s’intravede la maestà e l’onnipotenza del
Creatore nella storia degli uomini.
“…Signore è bello per noi essere qui…Questi è il Figlio mio,
l’Amato, in Lui ho riposto il mio compiacimento. Ascoltatelo! All’udire ciò, i
discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande
timore…Alzatevi e non temete.” (Vangelo)
Così quando arriviamo sul monte della nostra giornata, ci
sembra semplicemente logico, come fa Pietro, dire “…Signore è bello per noi
essere qui, se vuoi faremo qui tre capanne, una per Te, una per Mosè, una per
Elia…”
E’ bello per noi essere qui, perché Gesù ci chiama per nome,
così come chiama Pietro, Giacomo e Giovanni, così chiama…Michele, Lucia, Mauro.
Bisogna pensarci, ogni volta Lui ci porta in alto, a grandi
vette e si trasforma: guardate l’ostensorio se non vuole esprimere quella luce
che brilla come il sole e come ci inginocchiamo piegando il capo, come se
volessimo lasciarci coprire, come se volessimo sentire meglio la voce del cuore
che può così sentire “Ascoltatelo!”, cioè state in confidenza con la sua
Parola, seguitene gli insegnamenti, imitatene i comportamenti, amate come Lui
ama.
Sono inviti, comandi che tramortiscono ed infatti…”caddero
con la faccia a terra e furono presi da gran timore…” e così succede anche a
noi quando guardiamo alla trasfigurazione eucaristica, quando ricevendo il suo
Corpo, Gesù ci tocca e ci dice “…alzatevi e non temete”.
Ma il primo tocco, l’abbraccio che inizia la trasformazione
è nel Sacramento della Confessione da cui scaturisce la forza per riprendere
l’ascesa, arrivare alla cima della giornata e scendere dal monte, tornare fra
la gente,…e noi, che siamo i “tre privilegiati” di oggi, possiamo raccontarlo a
tutti, possiamo dire a tutti che siamo cambiati, siamo stati “trasfigurati”.
digiemme
Gen 12,1-4a /
Sal 32(33) / 2Tm 1,8b-10 / Mt 17,1-9