IL DESERTO



Prima Domenica di Quaresima(anno A)
Ecco la prima domenica di Quaresima. Dice Papa Benedetto XVI: “con l’istituzione della Quaresima, nel suo linguaggio liturgico, la Chiesa, che la chiama “Quadragesima”, tempo di 40 giorni, vuole immetterci in un preciso contesto spirituale.”
Per 40 anni Israele peregrinò nel deserto; per 40 giorni camminò Elia verso il monte di Dio, l’Oreb; per 40 giorni Gesù digiunò.
La Parola di oggi ci porta in due precisi luoghi geografici: l’Eden e il “Deserto”.
Nel primo spazio vi troviamo: “…e l’albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male” (Genesi).
Nel deserto ci si può ritirare per cercare elevazione spirituale, ma è pure un luogo di aridità, di tentazioni e di pericoli.
Non c’è, però, da temere, San Paolo: “…ma il dono di Grazia non è come la caduta… molto di più la Grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti” (Lettera ai Romani).

Quindi, quando siamo portati nel deserto dal diavolo, quando lo viviamo come luogo di sempre più avanzata desertificazione che la società di oggi alimenta in continuazione, allora è il momento di essere consapevoli dell’immenso dono che si è riversato su di noi con la Grazia connessa con la vita di Gesù.
Si comprende, perciò, molto meglio il Salmo: “…rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno “ (Sal 50(51).
La vita di Gesù, il suo esempio, la sua testimonianza sono i pilastri su cui dovrà poggiare la nostra vita a beneficio nostro e di quanti abbiamo a cura.
Allora non avremo più paura di affrontare il deserto. Accompagneremo Gesù nell’affrontare le tentazioni ordite dal diavolo, il serpente “della Genesi”, l’ingannatore “colui che illude la donna”, l’accusatore “l’uomo che incolpa la donna”, l’avversario “colui che alimenta il male che è in noi”.
Con Cristo potremo rispondere alle tentazioni ascoltando il Padre, preparando l’attesa, ritornando fra la gente per annunciare la salvezza. Non ci sarà logica del mondo che tenga: “…di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: “tutte queste cose io ti darò, se gettandoti ai miei piedi mi adorerai”. Allora Gesù gli rispose: “vattene satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai, a Lui solo renderai culto”. (Vangelo)
Di nuovo il diavolo ci tenta presentandoci il succulento frutto dell’albero della vita di cui potremmo, se ne mangeremo, disporre a nostro piacimento.
Quante volte allunghiamo la mano, quante volte c’inginocchiamo ai voleri di questo mondo, inebriati come siamo dalle melliflue parole di compiacimento, cullati nei piaceri più sopraffini e spinti verso il paradiso in terra da godere fino alla fine. Un paradiso che escludendo Dio, asciugando il fiume del suo culto, diventa sempre più il deserto della nostra esistenza. Dove si è lasciati soli quando non si è più utili, dove solo la morte ti è compagna, dal grembo di tua madre al letto del tuo dolore che, garantiscono, si può uscire solo con un “dolce” passaggio (l’eutanasia) verso il nulla, verso l’inferno. Ma vattene satana, urla Gesù, questi adoreranno solo me perché così sta scritto, così io voglio.
Abbiamo tempo di pensarci. La quaresima serve per questo.
Gen 2,7-9;3,1-7 / Sal 50(51) / Rom 5,12-19 / Mt 4,1-11 

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