Santissima Trinità
Ogni qual volta mi trovo al
cospetto della Santissima Trinità, non so mai da dove cominciare per pormi
nella giusta predisposizione ad ascoltare gli enormi, per me, interrogativi
circa il Mistero che ci avvolge nel foro interno come nello stare nella Chiesa.
Come ci rapportiamo con questa
presenza in noi, fra di noi?
Proviamo a porci “faccia a
faccia”:
- con il Padre = tutto ciò che abbiamo è suo, ma non è
proprietà privata. Tutto il suo ce lo affida: la vita, la natura, le cose,
l’eternità, il suo Amore Infinito.
-
con il Figlio = si è fatto come noi, ha fatto il nostro
stesso cammino, ha avuto i nostri stessi sentimenti. Ha incarnato l’Amore Infinito e lo ha sacrificato
sulla croce per noi in modo vero, concreto, voluto, cercato come riscatto per i
nostri peccati.
- con lo Spirito Santo = c’infonde il dono della Grazia
per la comprensione, l’accettazione del
Mistero dell’Amore Infinito con il silenzio, con la Parola, con la preghiera, con la contemplazione. Quando facciamo tutte queste cose, non siamo noi che le facciamo per nostra autonoma scelta, ma, se fiduciosi, è Lui che ci plasma nel nostro cuore e nella comunità, solo che, quest’ultima, viva veramente la Sua Liturgia.
Mistero dell’Amore Infinito con il silenzio, con la Parola, con la preghiera, con la contemplazione. Quando facciamo tutte queste cose, non siamo noi che le facciamo per nostra autonoma scelta, ma, se fiduciosi, è Lui che ci plasma nel nostro cuore e nella comunità, solo che, quest’ultima, viva veramente la Sua Liturgia.
Allora attraverso questo dono
della Liturgia comprendiamo il Mistero della Santissima Trinità che si esprime
nell’unico Dio che è Amore Infinito.
Non, quindi, un qualcosa di
astratto, di sentimentale, di esoterico, di idolatrico, ma un gesto che crea
dall’eternità, fin dal principio…”dall’eternità sono stata formata, fin dal
principio…” (Pr).
Lo straordinario,
l’incomprensibile è che crea con noi - un uomo e una donna - per donare ancora
vita su vita, per l’eternità. Ecco perché è peccato grave distruggere la vita,
uccidere la vita nel momento della creazione, perché, oltre che a negare un
diritto ad un altro essere umano, si nega il diritto di Amore Infinito a Dio, il suo progetto sulla quella vita negata.
Tant’è vero che il Salmo…”che
cosa è l’uomo perché ti ricordi di lui, il figlio dell’uomo perché te ne curi?”
implicitamente risponde perché è Amore
Infinito.
Tant’è vero che la Lettera ai
Romani…”…perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello
Spirito Santo che ci è stato dato.” ed è Amore
Infinito.
Da questa Parola, che verrà
proclamata domenica, nasce la speranza che, per sempre, la pazienza di Dio non
si asciugherà. In questo senso, nonostante la stoltezza dell’uomo e della donna
di cercare il male fin dal principio, ingannati dal demonio, ma,
successivamente, puntigliosi, attivi, consapevoli collaboratori, per noi uomini
la pazienza sarà…”virtù provata che consolida la speranza…” (Rm).
E’ così che la nostra pazienza
diventa veramente la virtù dei forti, proprio quando ci sentiamo deboli e la
speranza che tutto venga ristabilito diventa il motivo di dedizione verso Dio e
verso il prossimo, di attesa nella venuta del Signore, come aveva promesso.
Allora quei tre versetti di
Giovanni…”tutto quello che il Padre possiede è mio: per questo ho detto che
prenderà (lo Spirito Santo) da quel che è mio e ve lo annuncerà” diventano il
compendio della nostra fede nella Santissima Trinità: siamo lenti e tardi
nell’inchinarci, lo erano i discepoli e Gesù ben lo sapeva e per amore, solo
per amore, lo ribadisce. “Io e il Padre siamo una cosa sola con lo Spirito
Santo” che non si fermerà dall’ammantare di quell’ Amore Infinito tutti gli uomini di buona volontà per tutti i secoli
dei secoli.
Il bello è che in questi tempi
ultimi ci siamo anche noi, con il dono del Santo Battesimo, nel nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo.
Pr 8,22-31 / Sal 8 / Rm 5,1-5 /
Gv 16,12-15
digiemme