Domenica di pentecoste
“…Lui vi
insegnerà ogni cosa e vi ricorderà…”
- “…li udivano parlare nelle
nostre lingue…”. Cosa avrà mai da insegnarci
questo Paraclito?, cosa hanno mai da parlare quei discepoli?
Non c’è dubbio, la storia della
“redenzione”, in particolare della nostra redenzione. Se non passiamo da questa
conoscenza, se non ne comprendiamo l’origine, di noi non resterà che un pugno
di polvere che, con l’aria che tira, se va bene, qualcuno dei discendenti
penserà, ecologicamente parlando, di disperdere al vento. Meglio allontanare,
per adesso, questa idea peregrina. Piuttosto, proviamo a cercare
conferma nel Salmo “…quante sono le tue opere, Signore!, le fai tutte con
saggezza, la terra è piena delle tue creature.” E ciascuno di noi ne fa parte.
Ecco che inizia e continua con
coi la creazione. Vengono le vertigini, a pensarci sopra, che la creazione
continua, fra le tante opere del Signore, con la mia venuta al mondo, con il
mio esserci, con la mia persona. Nessuno può offrirmi di più,
nessuno può considerarmi più persona del fratello Gesù Cristo. Attraverso Lui
passa la mia redenzione, i miei peccati, a cominciare da quello originale, se
li è caricati sulla sua schiena, insieme al “patibulum” e questo lo capisco
perché i suoi discepoli, subito, appena dopo la Sua morte e resurrezione hanno
vinto la paura e con il dono promesso dello Spirito Santo hanno cominciato a
parlare tutte le lingue del mondo per annunciarlo.
E ci sto, eccome, in questo
Mistero di Amore che si esprime nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Il
bello è che lo ripetiamo ogni volta che ci facciamo il segno della croce. La
potenza di quel gesto è la nostra forza, anche perché, in definitiva, la storia
della redenzione passa attraverso e nella storia dell’uomo, cioè anche attraverso
la mia personale storia.
Fin dal momento in cui venivo
intessuto nel ventre di mia madre vi ho trovato dimora e, successivamente, l’ho
potuta consolidare solo osservando i comandamenti del Signore.
La sua casa, il suo tabernacolo è
diventata la nostra seconda casa? Non quella del mare o di montagna, ma quella
della nostra coscienza che capisce… “quelli che si lasciano dominare dalla
carne non possono piacere a Dio” (lettera ai Romani). A proposito di romani,
sicuramente non piacciono a Dio tutti quegli pseudo-cattolici, e non solo, che
hanno scelto di vivere e votare in parlamento secondo la carne e che tipo di
carne.
C’è solo, allora, la possibilità
di correre a ricevere lo Spirito, cioè confermare le promesse battesimali e
pentirsi dei peccati contro lo Spirito che come ben sappiamo sono duri da
perdonare. Se, nella misericordiosa bontà di Dio, riavremo ancora il dono del
Paraclito – vieni Santo Spirito – non stanchiamoci di amarlo, di lasciarci
coltivare, lasciandoci fare.
Una bellissima canzone degli anni
’70 che cantavamo in GL (gioventù lavoratrice) faceva:… “ma perché, perché, ma perchè tu non ti lasci
fare da me, ma perché, perché, ma perché tu non ti lasci amare da me…”.E quando la chitarra cessa gli
accordi, quando il canto si spegne, senti che lo Spirito ti avvolge, senti nel
silenzio dell’anima “Io ti posso insegnare la vita, Io solo, ti do la vita”.
At, 2,1-11 / Sal 103(104) / Rm 8, 8-17 / Gv
14,15-16.23b-26
digiemme