Terza Domenica di Pasqua
Anno B
Noi siamo Tommaso che non crede - Ecco "Pace a voi" |
Il Vangelo di questa domenica riporta le parole del Signore che ci dice di non essere turbati, di non avere dubbi circa la “pace” che accompagna il suo saluto agli apostoli. Ma come si fa a non essere preoccupati, direi angosciati, per quanto succede intorno a noi? Le guerre continuano e si stanno scaldando i motori per l’invio sui campi di guerra di nuovi armamenti, di nuovi missili, di altri uomini da mandare al macello. Sotto altri cieli, negli asettici e lussuosi palazzi del potere si decide che l’aborto è ormai da considerarsi un diritto costituzionalmente protetto. La religione che vive in Cristo viene derisa ed infangata per bieco desiderio di fare più denaro, per vendere qualche sacchetto di patatine in più. Guai, però, a trattare nello stesso modo altre religioni, anzi si stravolgono concetti e realtà pur di apparire aperti e disponibili ad una nuova religione mondiale che tolga dall’orizzonte la persona di nostro Signore Gesù Cristo.
Eppure, nonostante
tutto ciò, Lui:“…Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “pace a
voi”. (dal Vangelo secondo Luca)
Lo dice ancora, non si scompone, anche a noi, che restiamo
indifferenti, disturbati perché non riusciamo a capire di che pace si tratti. Per
fede, sappiamo che in ogni Eucaristia si rinnova la sua presenza in mezzo a
noi, ma siamo ancora troppo tiepidi nell’annunciarlo al mondo. Dovremmo
umilmente saper ascoltare nell’intimo del nostro cuore, quando lo riceviamo nella santa comunione,
che con quel “pace a voi” Gesù ci viene a dire: “non sono lontano da te, è
lì, nell’intimo del cuore, che mi hanno scoperto tutti coloro che mi hanno
trovato. Poiché ciò che è fuori riguarda la vista. Le mie opere sono reali e
tuttavia restano fragili e passeggere, mentre io, il loro Creatore, abito nel
più profondo dei cuori puri.” (da una omelia monastica anonima del XIII secolo)
Quant’è vera questa omelia, tuttavia quel che accade fuori di noi ci condiziona perché siamo deboli ed incapaci come i primi discepoli di Gesù di
fronte a quanto avveniva intorno a loro. Solo dopo la risurrezione di Gesù
capirono e nessuno più seppe fermarli nel loro annuncio:“…avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato
dai morti. Ma ora io so che avete agito per ignoranza, dunque cambiate vita e
convertitevi.” (dagli Atti degli apostoli)
E noi, discepoli del terzo millennio, ci troviamo di fronte
a minacce inaudite circa il futuro dell’umanità e non sappiamo come fare per
contrastare il nuovo sinedrio e i novelli governatori pronti a lavarsi le mani
pur di mantenere il potere. Non credo che agiscano per ignoranza, per questo si
deve essere ancora più decisi nel chiedere loro di pentirsi e convertirsi
perché:“…Gesù Cristo è il giusto. E’ Lui la vittima di espiazione
dei nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il
mondo.” (dalla prima Lettera di San Giovanni)
Non c’è limite ai peccati che l’uomo, nei secoli, sa
perseguire e non meraviglia più di tanto vista l’opera che il maligno continua
imperterrito a portare avanti, però da quella Pasqua del Signore, in ogni caso,
il peccato è stato espiato e noi possiamo vincerlo.
Per questo abbiamo una
risorsa invincibile, la preghiera:“…in pace, mi corico e subito mi addormento, perché tu solo,
Signore, fiducioso mi fai riposare.” (dal Salmo)
Ecco cos’è quella pace del Vangelo, la dimensione in cui
riesco, fiducioso, a chinare il capo al cospetto di Dio Padre, come un figlio. Tenendo
ben presente che nessuno può morire in pace se non colui che conosce la pace di
Dio, che supera ogni intelligenza e custodisce, comunque, il cuore di colui che
in essa confida. Con questa pace, allora, davvero saremo suoi testimoni utili,
per portare tutti i popoli alla conversione, con il suo saluto: “Pace a voi”.
At 3,13-15.17-19 / Sal 4 / 1Gv 2,1-5 / Lc 24,35-48digiemme