Domenica delle Palme (anno A)
Chi di noi non vive la domenica delle Palme
come uno dei momenti liturgici più belli dell’anno? La gioia di portare a casa
l’ulivo benedetto, di appenderlo all’ingresso o sulla sponda del letto. Il
Salmo sembra fatto apposta: “…rinfranca l’anima mia…”.
Oserei dire, che, anche per quelli che sono
battezzati, cristiani di fatto, ma non vanno mai in chiesa, c’è una spasmodica
ricerca del ramoscello di ulivo. Quelli che invece sanno cosa avvenne quel
giorno, con convinzione possono continuare il Salmo: “…mi guida per il giusto cammino a motivo del
suo nome.”
Allora non si tratta solo di rievocare un
fatto storico che vede il Re dei Re entrare nella Gerusalemme terrestre come
preludio del possesso della Gerusalemme celeste, si tratta di mettere in gioco
la nostra fede con gioia come quella folla di cui parla il Vangelo di Matteo:
“…la folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, altri tagliavano
rami dagli alberi e li stendevano sulla strada.” (Mt 21,1-11). Ogni comunità, ogni Chiesa locale, con il suo
Vescovo, vive questa festa con caratteristiche proprie, anche con folclore, con
forme tradizionali, con, ultimamente, una particolare attenzione alla gioventù
di tutto il mondo, voluta da San Giovanni Paolo II, eppure con un’unica volontà
ben sottolineata da San Paolo ai Filippesi: “…ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è
Signore”! a gloria di Dio Padre.”
Tutto questo, purtroppo, non ci preserva dal
volgere lo sguardo oltre, dove ci spinge la “Passio” che ascoltiamo proprio dal
Vangelo di questa domenica. E’ un ascolto che ci angoscia, un ascolto che ci
coinvolge perché inquadra scenari e persone che incarnano una situazione che si
è continuamente ripetuta nella storia di duemila e passa anni di Chiesa e mondo
e si ripete ai giorni nostri. Non è difficile accorgersi di ciò che sta
avvenendo, comparandolo con quanto è raccontato nella “passione del Vangelo
secondo Matteo: “…allora uno dei dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai
capi dei sacerdoti e disse: “quanto volete darmi perché io ve lo consegni?” e
quelli fissarono trenta monete d’argento…”.Non stiamo forse consegnandoci al mondo
quando si sdoganano valori e principi secondo la logica della carne? Quando si
eclissa il Sacrificio Eucaristico?
“…Gesù prese il pane, lo spezzò, lo dava ai
suoi discepoli…prendete, mangiate, questo è il mio corpo…poi prese il calice,
rese grazie e lo diede loro…bevetene tutti questo è il mio sangue
dell’alleanza, versato per molti per il perdono dei peccati…”.
Lui versa per noi, certo, non per tutti, per
molti, il suo sangue nel sacrificio eucaristico e noi cosa ne facciamo, lo
tradiamo, non ascoltiamo come dovremmo fare il profeta Isaia: “…ogni mattina fa
attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli.” Invece facciamo
come Pietro: “…Pietro gli disse: “se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi
scandalizzerò mai”. Gli disse Gesù: “In verità io ti dico: questa notte, prima
che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”.
E’ il secondo tradimento della giornata, per
paura di testimoniare, di stare in silenzio, davanti agli accusatori: “…Ma Gesù
taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: “Ti scongiuro per il Dio vivente,
di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio”. “Tu l’hai detto” gli rispose
Gesù…”.
Ascoltiamo una volta per tutte la sua
proclamazione. Non facciamo come quelli, la folla, il terzo tradimento, che
vogliono libero Barabba. Oggi vogliono santo Lutero, beatificato Pannella,
onorato Napolitano, il “giudice” definitivo uccisore di Eluana, e lasciamo che
quel povero Cristo oltre ad essere crocifisso rischi di essere dimenticato e
non solo cancellato, come anche qualche prete vorrebbe, dalle scuole, dai
tribunali, dalle montagne, dalle case.
Coraggio, ci pensa un pagano: “…il
centurione…fu preso da gran timore e diceva: “davvero Costui era il Figlio di
Dio”.
Coraggio, pensiamoci noi e: “…andiamo dunque
e facciamo discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che Gesù ha
comandato…Ecco Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.”
Fin dal Golgota, fin dal Sepolcro vuoto, è la
nostra speranza.
Mt 21,1-11 / Is 50,4-7 / Sal 21(22) / Fil 2,6-11 / Mt 26, 14 – 27,66
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