XXXVIII Domenica del Tempo Ordinario
TORNARE A RINGRAZIARE |
Invece, quel solo lebbroso era
pieno di felicità per quell’inatteso dono e ha voluto esprimerlo, un po’ come
ha fatto il comandante Naaman nell’episodio raccontato nel secondo Libro dei
Re: “…”il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad
altri dei, ma solo al Signore”. (2Re)
Se solo ci rendessimo conto di
quanto dipendiamo dalla sua volontà, se solo riuscissimo a vedere la sua
magnificenza nel dono della nostra vita, allora forse capiremmo anche il
linguaggio del Salmo: “…risuoni il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi
abitanti. I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne.”
Eppure qualche bagliore
c’illumina un poco, quando siamo davanti all’infinità del mare, quando scaliamo
nel silenzio le cime delle montagne, quando osserviamo lo scorrere dei fiumi e
in quei momenti sentiamo di essere vicini alla Spirito di Dio creatore di ogni
cosa.
Forse è in questi momenti che ci
si sente attratti e, come quei poveracci del Vangelo, cominciamo a chiedere
misericordia perché sappiamo, in fondo, che non possiamo restare incatenati per
tutta la vita.
Dio ci ha scelto, la sua parola,
che non è incatenata da sempre, è la garanzia per la nostra salvezza. Se ne fa
testimone San Paolo sulla sua pelle: “…ma la parola di Dio non è incatenata.
Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi
raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna”.
Ci dovrebbe essere da stimolo
questo comportamento dell’apostolo delle genti, perché anche noi potremmo
esserlo per altri nostri fratelli.
La logica dell’uno su dieci mi rimanda
poi, in negativo, alla decimazione eseguita tante volte sulle trincee della
prima guerra mondiale. Contando da uno a dieci, il decimo soldato, fra gli
“insubordinati” veniva condotto al muro della fucilazione a monito per il
futuro nel prosieguo dei combattimenti militari.
Mi viene pure in mente che, più o
meno, avviene così anche per i condannati all’aborto legale, generando, di
conseguenza, in questa ultima generazione la sindrome del sopravvissuto.
Sono rimandi che rattristano
perché rimarcano l’incapacità di opporvisi, sicuramente per quanto riguarda
l’aborto, in modo deciso e concreto. Quanti bambini diventati adulti sono
tornati indietro a ringraziarci per averli aiutati a nascere? Uno su dieci?
Magari!! E le braccia cadono lungo il corpo, le mani fra le mani, la stanza
vuota, le finestre chiuse. Senza alcun orizzonte?
No, non è così, perché nonostante
tutto, ci dice il Signore, c’è sempre un samaritano che torna indietro, sente
di essere purificato: “…e gli disse “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato”.
Anche noi possiamo allora ringraziarlo ed essere mandati con la sua benedizione.
Il samaritano è stato salvato dalla fede, carissimi, solo la fede salva.
2Re 5,14-17 / Sal 97(98) / 2Tm
2,8-13 / Lc 17,11-19
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