15 ottobre 2016

LA FEDE DIMENTICATA



XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Asia Bibi prima di essere imprigionata per"blasfemia" - www.gatestoneinstitute.org/7959/asia-bibi
“Ma il figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede nella terra?” E’ la domanda capitale cui nessuno sa rispondere perché nessuno conosce i tempi di Dio.
C’è però da fare una considerazione che può consolare: le potenze degli inferi non prevarranno sulla Chiesa. E’ la certezza che ci ha lasciato Gesù Cristo per il semplice motivo che Lui ci ha lasciato sé stesso nell’Eucaristia.
L’unico rischio, che forse non evidenziamo con sufficiente forza, è quello di sminuire il Sacramento riducendolo, come fanno i protestanti, a un semplice simbolo.
E‘ un rischio, purtroppo, attuale, vista l’aria che tira verso le varie celebrazioni luterane cui prestano attenzione smisurata quelli d’oltre Tevere.
Una volta le eresie erano individuate con maggiori energie, ma se la fede viene dimenticata tutto è possibile.
Un po’ come succede a Giosuè che va alla guerra con poca fiducia nella presenza di Mosè, là sul monte. E, infatti, quando non si alzava il braccio del profeta la sconfitta degli ebrei sembrava ineluttabile, ma quando: “…poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte, l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani…” (Esodo), ecco che la vittoria era a portata di mano, finché non fu definitiva.
Chissà che, oggi, non siamo noi ad essere chiamati come lo furono Aronne e Cur per sostenere e impersonare quella fede che può salvare e sconfiggere la morte.
Il popolo eletto ben rappresenta questa condizione altalenante di allontanamento e di piena fiducia, basta leggere il Salmo: “…il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra, e sta alla tua destra”.
Ora noi, invece, abbiamo San Paolo che: “…tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente…annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità ed insegnamento”.
E questa Parola mi consola perché è questo il dovere del diacono, e certamente non solo. Chi, abbracciando gli insegnamenti di Gesù non dovrebbe:
annunciare sempre = soprattutto sul lavoro ( come raccomandava San Escrivà)
ammonire con benevolenza = quando il peccato è evidente
rimproverare con decisione = se si persiste nel peccato
insegnare con pazienza = il catechismo che porta alla Chiesa?
Se questo impegno comporterà fatica, incomprensioni e porterà alla sua rovina, ben venga perché: “…e Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di Lui? Li farà forse aspettare a lungo? io vi dico farà loro giustizia prontamente…” (Vangelo).
Allora sì, potremo rispondere al Buon Dio, alla sua domanda sulla fede sulla terra: la fede non è dimenticata, ci sono, certo, gli alti e bassi, ma soprattutto ci sono ancora i “martiri”. Basti guardare dalle parti della Siria, del nord d’Africa, del Pakistan, dei Paesi musulmani, degli Stati Uniti, e pure dell’Europa, dove tanti, santi e semplici, sono disposti a pagare di persona, anche con la vita, pur di non rinunciare alla loro fede in Gesù Cristo. Un solo esempio: Asia Bibi il cui calvario di condannata a morte per la sua fede cristiana, continua da anni, e di cui non ci stancheremo mai di chiederne, con una petizione internazionale, la liberazione. Ecco, se Gesù Cristo tornasse oggi sulla terra troverebbe la fede incrollabile di questa donna, di questa mamma che lo ama più di suo marito, più dei suoi figli, più della sua vita. 
Es 17,8-13 / Sal 120(121) / 2Tm 3,14-4.2 / Lc 18,1-8
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