I CONFINI DEL NOSTRO MONDO

 Ascensione del Signore
Anno C

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Oggi, come d’altronde in altre epoche, occorre un invidiabile coraggio, necessario per capire come posizionarsi nelle situazioni di confusione e di pericolo per la fede che stiamo vivendo nella Chiesa, soprattutto in Europa. E’ rimasto inascoltato, infatti, l’appello, a suo tempo, di Giovanni Paolo II che sollecitava: “Cresca l’Europa! Cresca come Europa dello spirito, sulla scia della sua storia migliore, che ha nella santità la sua espressione più alta.” Fu rifiutato e tutt’ora non si intravedono ripensamenti, tant’è che l’ingiustizia dilaga in tutti i suoi confini, esportata, inoltre, in ogni parte del mondo. Si rimane, infine, impotenti davanti a questa realtà, al punto tale che si è costretti a domandarsi quali siano i propri, personali, confini. Ascoltando la Parola di questa solennità, una risposta c’è: “…riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria e fino ai confini del mondo.” (dagli Atti degli Apostoli).

LA DIMORA DELL’AMORE

 Sesta Domenica di Pasqua
 Anno C

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Si dice che la casa dell’amore trovi spazio nel cuore di ogni persona. Per esprimere questo concetto, infatti, è universalmente utilizzato il disegno, il logo a forma di cuore. In tutte le salse e melense fantasie. Però, l’amore vero, quello che non pone limiti, non ha bisogno dei cioccolatini, lo si scopre nella gioia del dono di sé stessi, sull’esempio di Gesù Cristo. Poi, l’oblatività della propria esistenza può esprimersi in diversi modi: nel vincolo matrimoniale, costruendo una famiglia; nella vocazione sacerdotale, guidando una comunità; nell’offerta di vita religiosa e contemplativa, condividendo il bisogno di fraternità e di alta spiritualità; nel dono del proprio tempo, del proprio lavoro nel volontariato, per l’aiuto al servizio dei poveri e dei più svantaggiati. Non ci sono, quindi, scusanti per giustificare insipienze, indifferenze o scetticismi. Certo, si può cedere, sì può essere traditi, andare incontro a delusioni, a notti dell’anima, ma a tutto questo c’è un antidoto: “…se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” (dal Vangelo secondo Giovanni)

 LE TRIBOLAZIONI

Quinta Domenica di Pasqua

Anno C

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Nel corso della storia di ogni giorno, pure di questo giorno, ci sono uomini e donne, bambini e vecchi, che trascorrono le loro ore nella paura di non farcela ad arrivare a sera. Si trovano coinvolti in fatti di odio e di guerre che li sovrastano, soprattutto i bambini, senza alcuna colpa. Stentano e le loro tribolazioni rendono la vita infelice e senza futuro. Avviene in Medio Oriente, a Gaza, in Ucraina, in Africa. In altri luoghi, all’insicurezza si aggiunge la persecuzione a causa della propria fede. In Centro America, ancora in Africa, nei paesi Arabi, in Asia, soprattutto per chi si professa cristiano. Lì si sperimenta il martirio, si soffre e si muore a causa del nome di Gesù Cristo. Dicevano i primi cristiani: “il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”, ed è vero anche oggi, da ogni parte del mondo giungono notizie d’ingiustizie, di vessazioni e proibizioni tali da dover constatare che non è cambiato nulla dai tempi apostolici, come testimoniavano Paolo e Barnaba :“…confermando i discepoli e esortandoli a restare saldi nella fede perché, dicevano: “dobbiamo entrare nel Regno di Dio attraverso molte tribolazioni.” (dagli Atti degli Apostoli)

LA MANO SICURA

 Quarta Domenica di Pasqua
Anno C

 

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In questi giorni di conclave, subissato da dirette televisive condotte da capisquadra da stadio, tutti si sentono capaci d’intervenire su questioni che riguardano la Chiesa pur ritenendosi estranei ad essa o, comunque, miscredenti se non apertamente avversari. Roba da spingere ad immediato cambio di canale o di veloce passaggio ad altri spot. Anche negli ambienti di lavoro, pure fra amici al bar o fra fedeli in parrocchia. Questa è la realtà con cui ci si deve confrontare e spesso cadono le braccia, ma i veri discepoli di Gesù non demordono e, per consolarsi, tengono presente quanto accadde ai tempi dei primi apostoli: “…molti giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Barnaba ed essi, intrattenendosi con loro cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.” (dagli Atti degli Apostoli).

LA RETE IN PRESTITO

 Terza Domenica di Pasqua
Anno C

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In chiesa, la mia parrocchia da bambino, fra i tanti affreschi alle pareti, ricordo bene la grande scena in cui Gesù, su una spiaggia, è vicino a Pietro, intento a raccogliere una grossa rete, e lo chiama: “lascia, che ti farò pescatore di uomini. Seguimi!” Fu così che ebbe inizio l’avventura di quell’uomo, dietro al profeta che suo fratello Andrea gli aveva già indicato. La rete, però, non venne gettata e abbandonata, infatti, vediamo che ancora una volta è fra le mani, giustamente, di quel padre di famiglia: “…allora Simon Pietro salì sulla barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò.” (dal Vangelo secondo Giovanni)