Terza Domenica T.O.(Anno A)
Vannini Ottavio:Vocazione di Pietro e di Andrea |
“…vi esorto pertanto, fratelli, per il nome
del Signore nostro Gesù Cristo ad essere tutti unanimi nel parlare perché non
vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di
sentire.” (dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinti)
Quindi, fin dai primi anni apostolici,
incomprensioni ed invidie portavano i cristiani a dividersi sul da farsi, per primeggiare
o imporre il proprio punto di vista o tornaconto. Dimenticando, assai
velocemente, l’origine della fede che li doveva animare,
anche perché la persecuzione era iniziata fin da subito dai poteri costituiti. Le paure per i propri cari, le incertezze sul futuro mettevano a dura prova quella fede, così tentata di mollare, di cedere, nonostante le profezie:
anche perché la persecuzione era iniziata fin da subito dai poteri costituiti. Le paure per i propri cari, le incertezze sul futuro mettevano a dura prova quella fede, così tentata di mollare, di cedere, nonostante le profezie:
“…perché tu hai spezzato il giogo che
l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle e il bastone del suo aguzzino” (dal
Libro del profeta Isaia). Allora come oggi, però, c’erano testimoni che seppero
essere fedeli fino in fondo nel proclamare la “Buona Novella”. Allora come
oggi, ci sono pastori e fedeli disposti a perdere tutto pur di non mancare alle
proprie promesse di battezzati: “il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi
avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?” (dal Salmo
26)
Mentre leggo questi versetti del salmo, penso
però a quei cristiani che sono specificatamente perseguitati, come i fratelli
della Nigeria dove solo per il fatto di essere credenti in Cristo vengono
uccisi, sgozzati come agnelli portati al macello nell’indifferenza del mondo
intero. E’ triste leggere, vedere di tanti uomini, famiglie, che non possono
vivere una vita normale, vedere crescere i propri figli in sicurezza, solo
perché una disumana religione come l’islamismo vuole imporre la sua visione,
anche con la forza e la violenza. Eppure quei cristiani, quelle comunità,
quelle chiese ci testimoniano che accanto a loro è veramente passato Gesù
Cristo a chiamarli:
“… mentre camminava lungo il mare di Galilea,
vide due fratelli … e disse loro: venite dietro a me … ed essi lo seguirono … vide
altri due fratelli … e li chiamò … ed essi subito lo seguirono.” (dal Vangelo
secondo Matteo)
E’ così che sicuramente avviene, allora come
oggi. Il Signore cammina e chiama. Ci indica la sua dottrina, la fede su cui
dobbiamo costruire la nostra vita. Nel Nuovo Testamento per indicare, appunto,
la dottrina viene usato il termine greco “odos” che significa “strada”,
“cammino”. Si capisce così, meglio, del perché Gesù è sempre in cammino, del
perché il cristianesimo è una vita nuova che s’innesta dentro la vecchia, fino
a sostituirla. Ecco perché è assurda una vita senza la fede. I fratelli
pescatori subito lo capirono, con tutti i loro limiti. Noi, con i nostri,
soprattutto per quanto riguarda i miei, non possiamo che declamare una bella
preghiera di Serafino Valvo: “Signore dammi una fede che dia senso al mio
vivere, forza al mio cammino, significato al mio sacrificio, certezza ai miei
dubbi, speranza alle mie delusioni, coraggio alle mie paure, vigore alle mie
stanchezze, sentieri ai miei smarrimenti, luce alle notti del mio spirito,
riposo e pace alle ansie del cuore.”
Is 8,23b – 9,3 / Sal 26(27) / 1Cor 1,10-13.17 / Mt 4,12-23
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