Seconda domenica T.O.(Anno A)
Ho visto e ho testimoniato che Questi è il Figlio di Dio! |
Oggi le nazioni sono tante Babele. Ciò
che in esse avviene è ormai incomprensibile, prima di prendere per vera una
qualsiasi notizia bisogna prudentemente aspettarne dovuta imparziale verifica e
non è detto che sia sufficiente. Babele è sinonimo di caos, di confusione, di
incomprensione. Perché tutti vogliono dire la loro, per non dire, comunque,
nulla o quanto di più scontato o politicamente corretto. La verità non è più di
casa, è troppo scomoda, ma la Parola del Signore, quella che veramente sola
conta, ci spinge ad essere coerenti:
“…nel rotolo del libro su di me è scritto di
fare la tua volontà…vedi: non tengo chiuse le labbra.” (dal Salmo ). Ciascuno di noi nel libro della vita, nella
contabilità del Creatore, ha un capitolo specifico su cui viene scritta la
nostra storia. Su righe dritte perché il Signore corregge i nostri
strafalcioni, il nostro linguaggio. Noi parliamo almeno due lingue. La prima è
sostanzialmente la nostra storia. Siamo linguaggio risultante da nostro padre,
nostra madre, dal fatto di avere o no fratelli, di essere il primo o il terzo,
atteso o sopportato quando si sono accorti che eravamo in arrivo. Questa storia
parla dei nostri peccati e dei peccati degli altri ricaduti su di noi. E’
fondamentale capire e conoscere sempre meglio questa lingua perché s’intreccia
con la seconda, quella che Dio vuole pronunciare attraverso di noi. Sia che
campiamo cent’anni, sia che non si arrivi alla nascita per malattia o per la
violenza di terzi, il peccato degli altri.
E’ per questo che ogni volta che mi
accingo a scrivere queste brevi note, mi piacerebbe fossero sempre intesi i
saluti di San Paolo:
“…grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro e
del Signore Gesù Cristo” (dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi)
Non so fin dove potranno arrivare queste
parole che passano dalla tastiera di un pc, moderno strumento di annuncio che
non conosce confini e controlli (forse) in questa epoca di “grande fratello”,
capisco, però, che la Parola, anche quella profetica, è sempre impellente:
“…io ti renderò luce delle nazioni perché
porti la mia salvezza fino all’estremità della terra.” (dal Libro del Profeta
Isaia)
Se prima quella promessa era rivolta al
popolo eletto, oggi, più che mai, quella Parola è rivolta alla Chiesa di nostro
Signore Gesù Cristo, è scritta su quel rotolo del libro che parla di noi. Non
c’è scusante, siamo dei battezzati e come tali abbiamo ricevuto la luce, oltre
che lo Spirito. Chi, poi, decide di accettarne le conseguenze, sente di volere
stare nella sua Chiesa, può e deve portare al mondo il messaggio di salvezza.
Certo, vissuto nella ricerca continua della giustizia e nella proposizione
della pace del Signore che con il suo sacrificio viene offerta a tutti gli
uomini:
“…ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il
peccato del mondo! E’ Lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho
testimoniato che questi è il Figlio di Dio.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Il Battista lo ha testimoniato, confermando
l’Amore della Santissima Trinità, così come viene, nel mistero, descritta nei
Vangeli. A nostra volta dobbiamo trasmetterlo, senza reticenza, con fermezza e
amore. Gesù Cristo è il Figlio di Dio, va gridato sopra i tetti, è Lui la Luce
del mondo, che squarcia le tenebre che avvolgono le nazioni, che cancella il
nero delle coscienze, che vince il peccato di ciascuno di noi. Anche quello di
tenere chiuse le labbra e di non fare più la sua volontà.
Is 49,3.5-6 / Sal 39(40) / 1Cor 1,1-3 / Gv 1,29-34
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