DALLA NOTTE AL GIORNO



SANTO NATALE 2016

Sacra Famiglia - Chiesa Madonna degli Angeli
In quella notte non c’erano lampioni, insegne luminose, luminarie, fari di macchine, bagliori dalle finestre, tutto era buio, solo qualche lume in movimento, magari quello di Giuseppe che correva a cercare una levatrice, e qualche riverbero di fuoco dei bivacchi allestiti dai pastori erranti della zona.
All’improvviso: “…acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni.” (Salmo 97). Ma cosa acclama, chi acclama e ancora: “…gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude.” (Salmo 95).
Cos’è questo frastuono che sconvolge tutta la terra in quella notte buia?
Neppure le sentinelle ci capiscono qualcosa: “…una voce! le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore” (Isaia 52,7-10).
E il Signore va ad abitare in quel tugurio, in quella campagna abbandonata con un giaciglio sufficiente per un piccolo bambino appena nato.
Lo stupore è grande perché: “…perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio…e il suo nome sarà…Padre per sempre, Principe della Pace.” (Isaia 9,1-6).
Cioè un bambino che nasce ed è già Padre per sempre e scopriremo che lo è sempre stato.
Ascoltiamo, infatti, il Vangelo di Giovanni: “…Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In Lui era la vita e la vita era la luce del mondo.”

La vita, solo la vita, nient’altro che vita, non idealizzata, ma concreta, così come la racconta il Vangelo di Luca: “…anche Giuseppe e Maria, sua sposa, si misero in viaggio…e Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia.”
Non nasce, quindi, in sicurezza, negli agi, ma dopo una giornata trascorsa a cercare un alloggio, un posto in cui ripararsi, altro che reggia.
Quando ci troviamo in difficoltà, ricordiamoci allora in quali condizioni il Re dei Re ha scelto di venire al mondo e, forse, così sapremo che non c’è problema non risolvibile.
La vita è fatta di queste concrete condizioni, si nasce, si cresce e si muore. Leggiamo nel libro dell’Esodo:…”Giuseppe poi morì e così tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione.” Così sarà anche per noi che viviamo questo Natale del 2016, ma noi abbiamo il grande vantaggio di viverlo:
“…nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo” (Tt 2,11-14). Non è cosa da poco.
Per noi il buio della notte si è dissolto ed il giorno è all’orizzonte, illuminato dal Sole di giustizia che è venuto per ricondurci al Padre come figli.
Nella piena luce del giorno siamo liberi di seguirlo senza paura di perderci, possiamo andare alla sua sequela, vivere seguendo la sua strada e portando anche per un certo pezzo la sua croce. Non spaventiamoci per quanto ci si prospetta, volendo possiamo anche prendere un’altra via, ma attrezziamoci come si deve, senza improvvisare. Come hanno fatto i pastori che si sono mossi portando con loro il necessario, il minimo indispensabile, per rendere omaggio al bambinello che accoglie a braccia aperte.
Così siamo accolti anche noi, in questo Natale 2016, alla luce del giorno.

Is 9,1-6 / Sal 95(96) / Tt 2,11-14 / Lc 2,1-14 (Messa della notte)
Is 52,7-10 / Sal 97(98) / Es 1,1-6 / Gv 1,1-18 (Messa del giorno)

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