La pace o la
divisione
Non sono venuto
a portare pace sulla terra, ma divisione.
Ero lontano dal mondo della Chiesa, i
ricordi d’infanzia, al catechismo o all’o ratorio,
erano, se non cancellati, deposti nel limbo della memoria, mentre i miei
interessi erano incentrati sul vivere alla moda del tempo. La cosa non mi
angosciava, anzi, i miei giorni giovanili scorrevano tranquilli, senza eccessi
di alcun genere, tipo quelli del ’68 o quelli del “mondo dei fiori” con gli
slogan dell’amore libero: “fate l’amore non fate la guerra” o “mettete dei
fiori nei vostri cannoni”. Insomma, non: “…mi ha tratto da un pozzo di acque
tumultuose, dal fango delle paludi...”. (dal Salmo 39)
Eppure, ad un certo punto, ho
sentito il bisogno di un ritorno, favorito da un invito che non potevo
rifiutare, che, come continua il salmo, ha posto: “…i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.” (dal Salmo 39)Nell’ordinario c’è sempre
qualcosa di “straordinario”. C’è un mistero nella vita. Quel mistero che, per
quanto sia conoscibile, non è mai totalmente comprensibile, nel senso di poter essere
completamente afferrato dalla mente umana.
Le letture di questa domenica ne
danno conferma. A cominciare dal profeta Geremia che si trova a dover subire
accuse e condanna senza una logica, se non quella dell’isteria di chi comanda,
ma:“…nella cisterna non c’era acqua,
ma fango e Geremia affondò nel fango.” (dal Libro del profeta Geremia)
Una situazione indicava come nel
fango vi erano tutti e che per uscirne occorreva cambiare il modo di vivere. Un
po’ come succede oggi. Siamo immersi nella melma della cattiva politica, del
compromesso continuo, dello snaturamento di ogni buon senso, di boicottaggio
della pace pur di continuare a lucrare sull’industria delle armi. Tutto quanto
per mantenere conflittualità e divisioni.
C’è un mistero nella vita, quel
mistero che è la pace, che è la guerra, che non riusciamo a decifrare, tanto
più dopo aver ascoltato un passo del Vangelo come quello di oggi: “…sono venuto
a gettare fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!... Pensate che
io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.” (dal
Vangelo secondo Luca)La storia ci ricorda che c’è
sempre stata guerra, ad ogni pace è sempre seguita un’altra guerra. Sarà sempre
così! Dice Madre Teresa di Calcutta che fin quando ci sarà anche una sola donna
che ucciderà il figlio che porta in grembo, con il beneplacito della legge, non
ci potrà essere pace permanente sulla terra.
La Chiesa da sempre parla di
pace, ma non può assicurarla. Forse dovrebbe parlare di più dell’inferno, dove
l’umanità affonda senza gorgoglìo, del peccato, dell’errore. Forse non lo fa
per non creare divisioni? Probabilmente è così, ma se non mettiamo il fuoco
dentro di noi, se non sappiamo accendere i cuori, se non sappiamo andare
incontro ad incomprensioni e rifiuti, fino alla persecuzione, allora sarebbe
meglio accodarsi alle mode del tempo.
Oppure, fermiamoci e ascoltiamo,
dalla Lettera agli Ebrei: “…pensate attentamente a colui che ha sopportato
contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate,
perdendovi d’animo.”
Ciascuno reagisca, perciò, come
può.
Al riguardo, mi piace riportare
un’esortazione di Santa Teresina del Bambin Gesù: “Raccattare una spilla per amore
può convertire un’anima. Che mistero! Ah solo Gesù può dare un tale valore alle
nostre azioni.”
Ger 38,4-6.8-10 / Sal
39(40) /
Eb 12,1-4 / Lc 12,49-53digiemme