XXma Domenica T.O. Anno C

La pace o la divisione
Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.

 

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Ero lontano dal mondo della Chiesa, i ricordi d’infanzia, al catechismo o all’o ratorio, erano, se non cancellati, deposti nel limbo della memoria, mentre i miei interessi erano incentrati sul vivere alla moda del tempo. La cosa non mi angosciava, anzi, i miei giorni giovanili scorrevano tranquilli, senza eccessi di alcun genere, tipo quelli del ’68 o quelli del “mondo dei fiori” con gli slogan dell’amore libero: “fate l’amore non fate la guerra” o “mettete dei fiori nei vostri cannoni”. Insomma, non: “…mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango delle paludi...”. (dal Salmo 39)
Eppure, ad un certo punto, ho sentito il bisogno di un ritorno, favorito da un invito che non potevo rifiutare, che, come continua il salmo, ha posto: “…i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi.” (dal Salmo 39)Nell’ordinario c’è sempre qualcosa di “straordinario”. C’è un mistero nella vita. Quel mistero che, per quanto sia conoscibile, non è mai totalmente comprensibile, nel senso di poter essere completamente afferrato dalla mente umana.
Le letture di questa domenica ne danno conferma. A cominciare dal profeta Geremia che si trova a dover subire accuse e condanna senza una logica, se non quella dell’isteria di chi comanda, ma:“…nella cisterna non c’era acqua, ma fango e Geremia affondò nel fango.” (dal Libro del profeta Geremia)
Una situazione indicava come nel fango vi erano tutti e che per uscirne occorreva cambiare il modo di vivere. Un po’ come succede oggi. Siamo immersi nella melma della cattiva politica, del compromesso continuo, dello snaturamento di ogni buon senso, di boicottaggio della pace pur di continuare a lucrare sull’industria delle armi. Tutto quanto per mantenere conflittualità e divisioni.
C’è un mistero nella vita, quel mistero che è la pace, che è la guerra, che non riusciamo a decifrare, tanto più dopo aver ascoltato un passo del Vangelo come quello di oggi: “…sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!... Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.” (dal Vangelo secondo Luca)La storia ci ricorda che c’è sempre stata guerra, ad ogni pace è sempre seguita un’altra guerra. Sarà sempre così! Dice Madre Teresa di Calcutta che fin quando ci sarà anche una sola donna che ucciderà il figlio che porta in grembo, con il beneplacito della legge, non ci potrà essere pace permanente sulla terra.
La Chiesa da sempre parla di pace, ma non può assicurarla. Forse dovrebbe parlare di più dell’inferno, dove l’umanità affonda senza gorgoglìo, del peccato, dell’errore. Forse non lo fa per non creare divisioni? Probabilmente è così, ma se non mettiamo il fuoco dentro di noi, se non sappiamo accendere i cuori, se non sappiamo andare incontro ad incomprensioni e rifiuti, fino alla persecuzione, allora sarebbe meglio accodarsi alle mode del tempo.
Oppure, fermiamoci e ascoltiamo, dalla Lettera agli Ebrei: “…pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate, perdendovi d’animo.”
Ciascuno reagisca, perciò, come può.
Al riguardo, mi piace riportare un’esortazione di Santa Teresina del Bambin Gesù: “Raccattare una spilla per amore può convertire un’anima. Che mistero! Ah solo Gesù può dare un tale valore alle nostre azioni.”
Ger 38,4-6.8-10  /  Sal 39(40)  /  Eb 12,1-4  /  Lc 12,49-53
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