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Bivio: con la cultura di vita o quella di morte |
Sesta Domenica
Tempo ordinario
Anno A
Ogni giorno abbiamo qualche bivio davanti al
quale possiamo (o dobbiamo) scegliere verso quale direzione andare, stare fermi
o tornare indietro. Oggi, per esempio, qui in Lombardia e Lazio, siamo posti di
fronte alle votazioni regionali. In realtà, com’è facile immaginare, non si è
affatto facilitati nella scelta del voto, vuoi per l’inconsistenza delle
proposte, come per la mancanza di progettualità sui valori non negoziabili da
parte dei candidati ai Consigli Regionali. Perciò, lascio perdere e ritorno
alla sostanza della Parola che ci dice: “…davanti agli uomini stanno la vita e la
morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. A nessuno
ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.” (dal
Libro del Siracide)
E’ questa la sostanza: abbiamo il libero
arbitrio, non siamo burattini nelle mani di Dio. Vero è che possiamo diventarlo
nelle mani di altri che per malvagità pretendono di fare il bello e il brutto
nei confronti dei propri simili. Per questo dobbiamo scegliere con chi stare e
come starci. Con Dio o contro Dio, con la cultura di vita o quella di morte,
per fare crescere il bene o avvallare il male. Scriveva un abate e vescovo,
Rabano Mauro: “non è il gran numero dei peccati che porta l’anima alla
disperazione, ma il disprezzo di Dio.”
Ecco, nello scegliere si può anche
sbagliare, si possono commettere peccati, consapevoli o no, però abbiamo sempre
la possibilità di rimediarvi, basta mettersi sulla strada giusta:“…beato chi è integro nella sua via e cammina
nella legge del Signore.” (dal Salmo)
In tutto questo c’è pure quella sapienza di cui parla San Paolo, quella che è nel mistero di Dio, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito fin prima della nostra vita, per la nostra gioia e, perciò, non:“…parliamo di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla.” (dalla prima Lettera ai Corinti)
Quanto mi piace questo passaggio, soprattutto quando vedo e sento che quei dominatori del mondo d’oggi si sentono invincibili e potenti come mai nel corso della storia. Ora non hanno neppure bisogno della corona carolingia, tanto più che il potere temporale della chiesa si è ormai ridotto ai minimi termini. Loro saranno ridotti al nulla, ma quelli del mondo ecclesiale che si sono appiattiti ai voleri del mondo dovranno fare i conti questa Parola:“…chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà ad altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli.” (dal Vangelo secondo Matteo)
L’elenco di trasgressioni in quest’inizio del terzo millennio è chilometrico, eppure si va avanti senza ripensamenti, senza autocritiche: gli aggiornamenti sulla salute della chiesa sono drammatici, vocazioni al lumicino, commissariamenti continui, apostasie al massimo, confusioni al cubo, nonostante lo stesso Vangelo continui a ricordarci:“…sia invece il vostro parlare: “sì,sì”,”no,no”; il di più viene dal maligno.”
Che, infatti, non esita più a frenarsi e si fa sempre più esplicitamente presente nei salotti dei dominatori di questo mondo. Il tempo della scelta, allora, di fronte alla vita e alla morte è al termine. Si può, e si deve, scegliere…la vita! La Legge del Signore, il Vangelo, e i sette doni dello Spirito Santo sono gli strumenti che abbiamo a disposizione per vincere il male.
Non un passo indietro, a testa alta, certi di aver superato il bivio verso la giusta Via.
Sir 15,16-21 / Sal 118 / 1Cor 2,16-20 / Mt 5,17-37
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