CRISTIANI A RISCHIO
“Con la vostra perseveranza salverete la vostra
vita”
E’ fuor di ogni dubbio che la religione più perseguitata nel mondo sia il Cristianesimo. Lo confermano le cronache di tutti i giorni, anche se i massacri perseguiti in terre africane, proprio in questi giorni, sono passati sotto tono nei grandi mezzi di comunicazione. Ciò non meraviglia perché la Chiesa da sempre è stata oggetto di discriminazioni, di attacchi frontali ed i suoi componenti costretti all’estinzione o all’esilio, uccisi, trucidati. La giustizia umana non ha quasi mai perseguito i colpevoli di tali crimini, ma non così è stato e sarà l’intervento di Dio, in quanto: “…allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà.” (dal Libro del profeta Malachia)
Come è avvenuta e come avverrà questa invettiva, la storia ne ha lasciato traccia nei secoli.
Ciò che, invece, non è di competenza umana è il giudizio dell’Altissimo che ben conosce l’animo di ognuno. Nessuno può passare indenne dal fuoco che forgia o, viceversa, consuma per l’eternità. Occorre, perciò, ammonire in ogni momento chi infligge il male, affinché si astenga dalla malvagità. Può essere che si penta e possa, così affrontare il giudizio ultimo con la speranza di essere accolto dalla benevolenza e dalla misericordia del Buon Dio.
Anche perché è assodato che Dio: “…giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine.” (dal Salmo 97)
Oggi, a ben guardare, il mondo, i continenti, in particolare l’Europa, le nazioni tutte, o quasi, sono guidate da leggi contrarie al progetto di Dio sull’uomo, soprattutto quelle contrarie al diritto alla vita. Però, a livello personale, ciascuno ha la sua corresponsabilità e rimediarvi è sempre possibile. Occorre comprendere che un mondo nuovo può essere costruito, che si è, quindi, sempre in tempo per cambiare la rotta della vita, e porsi in preghiera, come quella che sant’Agostino ci ha tramandato: “insegnami la dolcezza, ispirandomi la carità; insegnami la disciplina, dandomi la pazienza e insegnami la scienza, illuminandomi la mente.”
E’ anche vero che non tutti, fra noi cristiani, riusciamo a renderci conto della situazione generale in cui viviamo, anzi in un certo senso la avvaloriamo con scelte discutibili come quelle che ci ricorda l’apostolo Paolo: “…sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione.” (dalla seconda Lettera ai Tessalonicesi)
Era così allora ed è così anche oggi e la cosa non meraviglia perché è più facile appropriarsi di quanto più fa comodo alla propria vita, che spenderla nella volontà del dono verso i fratelli. Questa dovrebbe essere l’agitazione che assorbe il buon vivere del cristiano, sapendo che è questo il modo di fare, conseguentemente, la volontà del Signore. Fino al punto di accettare quanto profetizzato nel Vangelo: “…sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici…sarete odiati a causa del mio nome.” (dal Vangelo secondo Luca)
Queste parole sono difficili da digerire, eppure sono veritiere. Il saperlo non ci consola, però è anche vero che se “il sapere intellettuale non ci libera dalla paura, chi cammina nella fede è pienamente libero.” (Isacco di Siria)
In sintesi, se è vero come è vero che si è cristiani a rischio nel mondo, e nelle stesse comunità cristiane, con conseguenze diverse, è evidente che l’altra faccia della medaglia è la libertà. Libertà con la quale si può andare avanti, anche a rischio della propria vita come accade in Africa e non solo, perché, come dice Il Signore Gesù Cristo, “con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.”
Ml 3,19-20a / Sal 97(98)
/ 2Ts 3,7-12 / Lc
21,5-19
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