Commemorazione dei defunti
terza Messa
BEATI NOI
“chiunque
vede il Figlio e crede in lui avrà la vita eterna”
In
Inghilterra la polizia ha arrestato una donna di 85 anni perché stava ritta e
ferma nei pressi di un
ospedale. L’accusa? Pregava! In quell’ospedale si praticano aborti ed il
governo non permette, per legge, che si possa pregare, anche in silenzio, in
riparazione delle ingiustizie che si perpetuano in quel luogo.
Ci vuole
coraggio e consapevolezza delle conseguenze a cui si corre incontro, ma essere
perseguitati per il diritto alla vita è grazia perché, dice il Signore:“…beati
i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di
male contro di voi per causa mia.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Quella donna portava al collo una croce, quindi, la sua scelta scaturisce certamente dal volere essere in Cristo, sua discepola, perché Gesù Cristo è la Vita e in lui sta la vita di ogni creatura voluta dal Padre, datore e amante della vita.Riguardo alla determinazione di quella cristiana, mi viene in mente un pensiero di Sant’Ignazio di Loyola: “agisci come se tutto dipendesse da te, ben sapendo che tutto dipende da Dio.” E’ nella logica delle cose, difficile da afferrare, se non con un senso di umile disponibilità che chiede sostegno e guida:“…manda la tua luce e la tua verità: siano esse a guidarmi.” (dai Salmi 41/42)
Così avviene ed è così che in noi può brillare l’originalità della forza divina, come in uno splendente specchio. E’ questo che ci innalza, che ci fa sentire beati, anche perché avviene, in un qualche modo, quanto scrive San Giovanni: “…ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.” (dal Libro dell’Apocalisse)
Egli, infatti, abita già con ciascuno di noi quando lo cerchiamo nel tabernacolo, quando lo riceviamo nella Santa Comunione, quando gli chiediamo il perdono per aver abbandonato la sua tenda.
Balordi che siamo! Non ci rendiamo conto che il paradiso già potremmo gustarlo restando fiduciosi sotto la tenda del suo amore, perché “il paradiso è la massima soddisfazione di ogni desiderio umano”. (San Tommaso d’Aquino)
Vero è, però, che per arrivarvi bisognerebbe fare la sua volontà, cioè seguire la sua dottrina, vivere in pienezza, ma questo comporta una sequela speciale, quella della croce, quella seguita da tutti i santi.
Noi che santi non siamo, ci accontentiamo di “vivere anche in un guscio di una noce e sentirci re di uno spazio infinito.” (Shakespeare)
Bella espressione che dà animo, comunque, ad alte aspettative, magari pure superiori alle nostre capacità e possibilità. L’importante è restare nella scia del giusto, del vero, del sano, perché:“…le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà.” (dal Libro della Sapienza)
Queste parole risuonano spesso durante le liturgie funebri, per auspicare il buon esito di un’esistenza giunta davanti al giudizio. Eppure, nel contesto di questa celebrazione che ricorda i fedeli defunti, suona come un invito a non demordere dal servire la legge del Signore, anziché la legge degli uomini, perché ogni sorta di male contro non toccherà lo Spirito che ci è stato donato insieme alla nostra vita. E’ la certezza che viene dall’essere nuove creature con il Battesimo, è la consolazione che è garantita da tutte le beatitudini. Specialmente da quella sulla giustizia, là dove si tocca con mano la nostra responsabilità nei confronti di quanti sono oppressi dalle leggi degli uomini. Senza paura della persecuzione, siamo sulle mani di Dio.
Sap 3,1-9 / Sal 41-42(42-43) / Ap 21,1-5a.6b-7 / Mt 5,1-12a
digiemme
Quella donna portava al collo una croce, quindi, la sua scelta scaturisce certamente dal volere essere in Cristo, sua discepola, perché Gesù Cristo è la Vita e in lui sta la vita di ogni creatura voluta dal Padre, datore e amante della vita.Riguardo alla determinazione di quella cristiana, mi viene in mente un pensiero di Sant’Ignazio di Loyola: “agisci come se tutto dipendesse da te, ben sapendo che tutto dipende da Dio.” E’ nella logica delle cose, difficile da afferrare, se non con un senso di umile disponibilità che chiede sostegno e guida:“…manda la tua luce e la tua verità: siano esse a guidarmi.” (dai Salmi 41/42)
Così avviene ed è così che in noi può brillare l’originalità della forza divina, come in uno splendente specchio. E’ questo che ci innalza, che ci fa sentire beati, anche perché avviene, in un qualche modo, quanto scrive San Giovanni: “…ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.” (dal Libro dell’Apocalisse)
Egli, infatti, abita già con ciascuno di noi quando lo cerchiamo nel tabernacolo, quando lo riceviamo nella Santa Comunione, quando gli chiediamo il perdono per aver abbandonato la sua tenda.
Balordi che siamo! Non ci rendiamo conto che il paradiso già potremmo gustarlo restando fiduciosi sotto la tenda del suo amore, perché “il paradiso è la massima soddisfazione di ogni desiderio umano”. (San Tommaso d’Aquino)
Vero è, però, che per arrivarvi bisognerebbe fare la sua volontà, cioè seguire la sua dottrina, vivere in pienezza, ma questo comporta una sequela speciale, quella della croce, quella seguita da tutti i santi.
Noi che santi non siamo, ci accontentiamo di “vivere anche in un guscio di una noce e sentirci re di uno spazio infinito.” (Shakespeare)
Bella espressione che dà animo, comunque, ad alte aspettative, magari pure superiori alle nostre capacità e possibilità. L’importante è restare nella scia del giusto, del vero, del sano, perché:“…le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà.” (dal Libro della Sapienza)
Queste parole risuonano spesso durante le liturgie funebri, per auspicare il buon esito di un’esistenza giunta davanti al giudizio. Eppure, nel contesto di questa celebrazione che ricorda i fedeli defunti, suona come un invito a non demordere dal servire la legge del Signore, anziché la legge degli uomini, perché ogni sorta di male contro non toccherà lo Spirito che ci è stato donato insieme alla nostra vita. E’ la certezza che viene dall’essere nuove creature con il Battesimo, è la consolazione che è garantita da tutte le beatitudini. Specialmente da quella sulla giustizia, là dove si tocca con mano la nostra responsabilità nei confronti di quanti sono oppressi dalle leggi degli uomini. Senza paura della persecuzione, siamo sulle mani di Dio.
Sap 3,1-9 / Sal 41-42(42-43) / Ap 21,1-5a.6b-7 / Mt 5,1-12a
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