XXIX ma Domenica T.O. Anno C

 LA BATTAGLIA PER LA FEDE

“il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”

Il Vangelo di questa domenica chiude perentoriamente con una domanda cui nessuno di noi sa dare risposta. Non l’avevano i discepoli di allora e pure i profeti di oggi non si arrischiano in risposte decise. Ciascuno, in cuor suo, può cercarle, ma ci possono essere due tracce, due riflessioni su cui soffermarsi. La prima riguarda la Chiesa, la seconda il proprio stato personale. Lasciamo, perciò, risuonare in noi l’interrogativo: “…ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (dal Vangelo secondo Luca).Oggi si celebra l’annuale giornata mondiale missionaria e ci dà lo spunto per partire da qui e sviluppare la prima riflessione che riguarda la Chiesa nel suo complesso. Sentiamo e tocchiamo con mano la crisi che avvolge, come spire, la cattolicità nel cosiddetto mondo occidentale: chiese sempre più vuote, vocazioni sacerdotali al lumicino, così come quelle alla vita religiosa, un pauroso inverno demografico, matrimonio e famiglia declassati, consumismo alle stelle, relativismo e liquidità sui valori, legge naturale e Legge di Dio adombrate se non cancellate, con conseguenze sotto gli occhi di tutti.

Anche il mandato missionario patisce e soffre in questo quadro e i si riduce quasi a soddisfare solo una “fame materiale”. In terra di missione funziona ancora e il soddisfacimento ha certamente una priorità logica, ma se mandiamo sempre meno sacerdoti, missionari ad gentes, capaci di soddisfare anche la “fame spirituale”, il tutto si riduce all’operato di una buona Organizzazione non governativa.
Per ora i numeri circa la capillarità della presenza della Chiesa Cattolica nel mondo fanno ancora ben sperare, e la risposta al quesito evangelico può ancora essere positiva. Ma lo è per quanto riguarda, invece, il proprio stato personale? Qui dobbiamo fermarci seriamente e guardare la nostra vita, vedere se veramente siamo stati uomini e donne che hanno saputo combattere. Come abbiamo vissuto, come siamo cresciuti, come siamo stati fedeli al Battesimo, all’educazione ricevuta, e come ascoltiamo la Parola di Dio: “…tutta la scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2° Lettera di Paolo a Timoteo).
Non è da prendere sottogamba questa risonanza perché ne va della nostra crescita spirituale e della possibilità di testimoniare con le opere il messaggio evangelico. Purtroppo, invece, vediamo e conosciamo molti che si dichiarano credenti e cattolici pur condividendo posizioni che nulla hanno a che vedere con la dottrina cattolica. Per esempio, se uno approva una legislazione abortista non può essere cattolico e la sua posizione, se è resa pubblica, svilisce la dimensione pubblica della vita di fede.
San Massimo di Torino scriveva: “stiamo attenti che le nostre cattive azioni non scorticano il capo del Signore come dei rovi.” Chiaro il riferimento alla corona di spine, come dire che ogni nostra, anche piccola, infedeltà è come se anche noi conficcassimo le nostre spine sul capo di Gesù.
Vero è che: “…il Signore ti custodirà da ogni male, egli custodirà la tua vita. Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre.” (Salmo 120).
Ed è così perché il Signore è Amore infinito per ciascuna sua creatura, per tutti noi, e se ci riflettiamo bene, sapremo ben cogliere in ogni istante della nostra vita è contenuto, come in un nocciolo, il seme di tutta l’eternità.
Ecco il perché di una rinnovata battaglia per la fede, dobbiamo custodire quel seme, farlo crescere, proteggerlo dai predatori, sicuri di non essere soli nella battaglia, infatti, anche: “…Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le mani di Mosè.” (dal Libro dell’Esodo)
Dio era con il suo popolo, poteva schiantare i nemici come e quando voleva, ma “Dio ci dà le noci, ma non ce le schiaccia.” (antico proverbio)
A Gesù possiamo, allora, rispondere che non ci tireremo indietro nella battaglia finale, pronti a sostenere le mani alzate di quanti nella Chiesa sono chiamati alla guida e alla trasmissione, di generazione in generazione, della fede.
Es 17,8-13  /  Sal 120(121)  /  2Tm3,14-4,2  /  Lc 18,1-8
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