XVIma Domenica T.O
Anno C
Dalla vita ci aspettiamo sempre il meglio. E’ nella logica delle cose sperare sempre che i propri desideri si realizzino. Ci facciamo in quattro affinché quanto auspicato avvenga secondo le nostre previsioni, sebbene qualche volta gli eventi superino le aspettative, come avvenne, per esempio, per Abramo: “…tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio.” (dal Libro della Genesi) Come dire, non sempre si è degni, ma mettendosi nella predisposizione giusta, come fece Abramo, il Buon Dio ripaga con moneta buona, quando meno te l’aspetti. Certo occorre lasciare da parte ogni supponenza, vincere ogni tentazione di volersi ergere quale padrone di vita e di morte sulla propria esistenza e su quella degli altri. Come stanno cercando di fare, proprio in questi giorni, in Parlamento dove è approdata una proposta di legge sul suicidio assistito, una forma di eutanasia mascherata. Una cosa abnorme che tradisce il mandato parlamentare, sostenuta dalla logica del minor danno. In realtà, se dovesse essere approvata tale legge, la vita di ogni essere umano dipenderà dall’inizio alla fine, con l’aborto e l’eutanasia legali, dal dominio dello Stato.
C’è da sperare che ci sia ancora qualcuno che si opponga, che sia come: “…colui che cammina senza colpa, che pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore.” (dal Salmo 14)
Non si deturpi l’immagine che Dio ha voluto nell’uomo, che sia “come uno specchio risplendente; così deve essere pura l’anima dell’uomo. Quando invece lo specchio si deteriora, il viso dell’uomo non può più essere visto in esso. Allo stesso modo il peccato, così che non può più vedervi Dio.” (San Teofilo di Antiochia) Allora è tempo di ritornare alle verità di sempre sul bene e sul male.
Non ci possono essere mezze misure, bisogna gridare sui tetti ciò che non è conforme ai comandi e ai precetti del Signore. Perciò: “…annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni
sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.” (dalla Lettera di San Paolo ai Colossesi)
Questa esortazione vale ancora oggi, soprattutto per i prelati che guidano il popolo di Dio che è nella Chiesa. “Dobbiamo restituire a Dio e Padre nostro la sua immagine non deformata, ma conservata integra mediante la santità della vita, perché Egli è Santo. Non dipingiamo, quindi, una immagine diversa.” (San Colombano) E’ infatti facile che ognuno, nel proprio estro, riproduca in cuor suo un’idea, una immagine di Dio che non sia proprio corrispondente con quanto il Buon Dio ci dona continuamente, come avvenne, per esempio, in casa della famiglia di Lazzaro: “…Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta.” (dal Vangelo secondo Luca)
Come dire, ci sono cose importanti, ma non necessarie per cui darsi da fare, ci sono altre cose che, invece, sono fondamentali, come quella di ascoltare la voce del Signore. “Marta a te sarà portato via un giorno il peso delle necessità, mentre eterna è la dolcezza della verità che Maria ascolta. Non le sarà tolta la parte che si è scelta, le sarà aumentata e le sarà resa perfetta nell’altra vita.” (Sant’Agostino)
Il concetto è chiaro, lo dice Gesù, e sant’Agostino ci aiuta a capirlo. Solo ascoltando la Parola, solo alla sua Presenza, la verità sarà l’unico riferimento cui attingere per vivere coerentemente come discepoli di Cristo, sapendo con certezza che, solo così, avremo scelto la parte migliore.
Gn 18,1-10a / Sal 14(15) / Col 1,24-28 / Lc 1,24-28
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