13 novembre 2021

IL LIBRO DELLA VITA

XXXIIIa Domenica T.O. (Anno B)


Quante cose facciamo e quanto tempo perdiamo per cercare di salvare la vita, la vita terrena, che prima o poi ci sfuggirà di mano. In ogni caso, ciascuno di noi risponderà personalmente della sua vita e il Signore ne farà il bilancio. Andrà a riprendere il Libro della vita e ne farà la spunta. E’ un immagine un po’ da droghiere, ma rende bene la situazione:“… sarà un tempo di angoscia … in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.” (dal Libro del Profeta Daniele)
Siccome non è pensabile che qualcuno possa non essere scritto nel Libro della Vita, mi viene, sì, l’angoscia al pensiero che l’uomo possa mettersi al posto di Dio e cancellare, per legge, migliaia, milioni di iscritti, ogni anno con l’aborto volontario. Il giudizio sarà implacabile. Gli uomini si possono anche ingannare, ma Dio, ci dice il profeta Isaia, non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire, ma giudicherà con giustizia. Si preoccuperà, cioè, di rendere giustizia a tutti coloro che sono stati oppressi. E come abbiamo detto, questi sono una miriade. Mi riesce difficile quantificare di fronte a questi numeri, quanti dovranno rendere conto per quei peccati. Ne paghiamo, per questo, già ora le conseguenze, nessuno me lo toglie dalla mente:“… in quei giorni, dopo quella tribolazione …”(dal Vangelo secondo Marco)
Angoscia, tribolazione, non stiamo forse vivendo queste condizioni? Sono ormai due anni che ci costringono a rinunciare a tante cose, che ci dividono fra buoni e cattivi, che anche in famiglia non c’è più serenità, ci si guarda in cagnesco, che non si riesce più a guardare al futuro con un minimo di certezze, che tutto quanto costruito con il sacrificio dei nostri padri, delle nostre madri vada a ramengo. Basta un colpo di tosse e si cade nell’incubo, basta non essere allineati al pensiero dei potenti e sei costretto a delle gimcane sociali per trovare un minimo di rispetto civile. A volte, in alcuni posti anche spesso, pure all’interno della comunità credente.
Eppure Gesù invita i suoi discepoli a gioire per questo: “… rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.” E’ scritto nel Vangelo di Luca. Ed allora, rallegriamoci, viviamo, come diceva San Francesco, in perfetta letizia. D’altronde possiamo chiedere luce con il Salmo:“… mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.” (dal Salmo 15)
Usciamo, perciò, da questo incubo, quanto meno proprio per una questione di sanità mentale, e godiamo di quella gioia, di quella dolcezza che il Signore ci garantisce:“… infatti, con un’unica offerta egli (Gesù) rese perfetti per sempre quelli che vengono santificati.” (dal Lettera agli Ebrei)
Ebbene, è un caldo invito a non perdere neanche una volta quell’offerta perché evidentemente non basta essere iscritti nel Libro della Vita, occorre che i nostri nomi, nel momento del giudizio, siano spuntati e sottolineati in giallo, non cancellati con pennarello indelebile rosso. Quella santificazione passa perciò attraverso la Chiesa che con i sacramenti ci offre quella possibilità. Certo che, però, non bastano se non vi restiamo fedeli. Per questo abbiamo a disposizione un’altra risorsa, la Parola:“… il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” ( dal Vangelo secondo Marco)
E saranno quelle parole a giudicarci: se le avremo masticate, se saranno impresse nei nostri cuori, allora avremo qualche punto per sperare in un premio, o mal che vada, di essere rimandati, ma se non le avremo ascoltate oppure sono entrate da un orecchio per uscire dall’altro, non c’è dubbio, il pennarello indelebile rosso ci marcherà. Che non sia così, però, che la vita vera e santa sia dentro di noi, almeno fino a quando anche l’ultimo momento del nostro tempo cesserà.
Dn 12,1-3 / Sal 15 / Eb 10,11-14.18 / Mc 13,24-32
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