23 gennaio 2021

IL TEMPO E NOI

IIIa Domenica T.O. (Anno B)

Il tempo è fermo, è l’uomo che s’inserisce nel tempo con la sua esistenza, che sboccia, s’instaura, cresce, matura, invecchia, muore. In una cronaca che viene regolata dall’andamento del giorno con la notte, che si ripete nel rapporto fra la terra e il sole. In questa realtà nulla cambia, neppure l’uomo, la storia puntualmente si ripete. Oggi viviamo le medesime condizioni e sensazioni di quegli uomini che dovevano affrontare le pestilenze.

Tocchiamo con mano la paura di ciò che non si conosce.

La paura è una di quelle caratteristiche fondamentali della nostra condizione umana. Diventa una malattia quando paralizza l’uomo, la sua libertà, le sue scelte, quando tutto si ferma a causa della paura. C’è paura per la salute, per il futuro e si è pronti a sacrificare tutto, anche la vita stessa di chi non si ritiene più utile. Da qui il consenso all’eutanasia, all’eugenetica, all’aborto, alle logiche gender, all’ecologismo anti-uomo. Da qui il rifiuto di Dio, come Padre e Creatore della vita. Per ritornare a nuovi idoli che poi sono vecchi come quelli narrati nell’Antico Testamento, come quelli che spingevano gli Aztechi ai sacrifici umani, come quelli che spingono agli aborti per coltivare ed utilizzare tessuti cellulari ai fini dell’industria farmaceutica o cosmetica. Perciò, in quella città di Ninive probabilmente si viveva quanto si vive oggi:

“…alzati, va a Ninive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico…ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta.” (dal Libro del Profeta Giona)

Perciò non dobbiamo meravigliarci se quell’imperativo all’allibito Giona possa essere ripetuto anche per la nostra città, quella proprio dove abitiamo noi. Il problema è che all’orizzonte non s’intravedono profeti degni di questo nome, in una chiesa appiattita sulle ragioni del mondo, che tutto giustifica, sulla falsa linea di una misericordia del tutto, o quasi, inattendibile. Non scalfisce neppure San Paolo: “…questo vi dico fratelli: il tempo si è fatto breve…passa infatti la figura di questo mondo.” (dalla Prima Lettera ai Corinti)
Quelli di Ninive si pentirono e furono graziati. Anche noi, quindi, possiamo sperare nel perdono, purché riflettiamo seriamente su quanto la Parola ci suggerisce. Cioè, l’essere consapevoli che in questo tempo, che ci apre al mondo, ci stiamo, ci dobbiamo stare per realizzare il progetto di Dio su di noi. Il mondo passa, ma noi no, noi siamo per l’eternità. Diamo retta al Signore:“…fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.” (dal Salmo 24)

Fu così che il tempo fu segnato in modo definitivo dall’Avvento di Gesù Cristo, che venne per tracciare il sentiero principale, da seguire fiduciosi nonostante le asperità e le salite, abbandonando le gaudenti vie delle abbaglianti città.“…il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo.” (dal Vangelo di Marco)
Crediamo al Vangelo che ascoltiamo ogni domenica, mettiamoci in gioco, cercando di essere credibili. Ora non occorre vestirsi di sacco e spargersi il capo di cenere per le piazze, sul lavoro, in televisione, in chiesa, verrebbe da mettere, invece, mano alle opere di carità, allontanandoci da quanto puzza di sfruttamento politico. Per essere coerenti, veri testimoni di quel regno che è già instaurato in mezzo a noi, oggi, nel tempo dell’anno domini 2021, perché il Regno è Gesù Cristo, Re del tempo e della storia di tutti gli uomini. Adesso si capisce: quel Regno è in quel Tabernacolo, in quel pane e in quel vino che diventano il suo corpo offerto per la nostra salvezza. Per noi, qui, nel tempo che è nostro.


Gn 3,1-5.10 / Sal 24 (25) / 1Cor 7,29-31 /  Mc 1,14-20
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