5 agosto 2018

ALLA RICERCA


XVIII Domenica T.O.( Anno B)
Quando s’incontra qualcuno o qualcosa che ti colpisce si è pronti a qualsiasi cosa pur di poter capire il vero motivo di quell’attrazione. E’ ciò che succede a coloro che incontrano Gesù sulla loro strada, accadeva ai tempi della prima missione in terra ebraica, si ripete oggi nelle vicende di ciascuno. Ogni occasione è buona per cercare, per anticipare, per trovarsi là dove riteniamo si possa concretamente sentire una presenza. E’ il processo che riporta ogni qual volta alla Messa, all’apice dell’incontro. O ci si crede veramente, oppure è tutto solo sentimentalismo, quando va bene, autoreferenzialismo quando ci si mette al centro della scena.“…ho inteso la mormorazione degli israeliti. Parla loro così: “al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”…” (dal Libro dell’Esodo).

Ora che le cose sono in chiaro, vediamo se la ricerca ha ancora senso. Spesso la buona volontà non manca, ma le abitudini, il fascino delle cose del mondo, i desideri della carne, le cattive compagnie, ci sviano dai buoni propositi, dal voler intraprendere con decisione il cammino dei tre sentieri. Il primo è quello che ci indica San Paolo nella sua Lettera agli Efesini: “fratelli, vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri”. Cioè, iniziamo a camminare sul sentiero della pulizia interiore. Basta gelosie, invidie, impudicizie, egoismi. Liberiamoci da questi fardelli e cominceremo ad assomigliare sempre più a quei discepoli disposti a dare anche la vita per stare dietro al loro Maestro. Già lo stile di vita s’impronterà, quindi, sulla sua Parola, non saranno più giustificati silenzi e rifiuti, ogni uomo, ogni donna, ogni persona, indipendentemente dall’età, dalla condizione sociale, avrà diritto ad essere guardata negli occhi e riconosciuta come altro da me e nello stesso tempo parte di me. Non potremo che testimoniarlo perché sarà entrato nel nostro modo di essere, e… “ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato non lo terremo nascosto ai nostri figli.” (dal Salmo).
E’ questo l’inizio del secondo sentiero. Porta alla responsabilità nei confronti di chi ci sta intorno, di chi vive con noi la fede in un solo Dio, che ci è Padre in forza del suo Figlio che ci ha mandato incontro per la via del terzo sentiero: “Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”. Gesù rispose loro: “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà.” (dal Vangelo di Giovanni). In verità, alla fin fine, noi lo cerchiamo perché ci dà la forza di continuare a vivere nonostante tutto, i nostri limiti, le cattiverie del mondo, il male, il dolore, la morte che ci sovrastano giorno per giorno. E’ una forza che non sappiamo ben comprendere, ma a quella ci aggrappiamo, eppure non basta. Infatti, ce lo dice Lui stesso, non è sufficiente per durare, occorre imboccare il terzo sentiero, quello che porta all’incontro decisivo per la vita eterna.
Quando imbocchiamo l’ostia della salvezza, quando beviamo al calice del sacrificio, è allora che possiamo dire di aver terminato la ricerca.
Lo abbiamo trovato in questo cibo, oggi, ma in verità, in verità, mettiamoci bene in testa che è solo e grazie all’opera di Dio, del Padre, “perché crediamo in colui che egli ha mandato”.
Es 16,2-4.12-15 / Sal 77(78) / Ef 4,17.20-24 / Gv 6,24-35

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