10 luglio 2023

IL NIENTE E IL CENTUPLO

 XVma Domenica T.O.
Anno A


A volte non è neppure questione di comprendere o non comprendere, è solo questione di rifiuto a priori. Leggevo di persone, anche famose a livello superiore, che per farsi una moralità sul bene e sul male non ritengono sia necessaria la religione, ma solo una semplice sensibilità. Sostanzialmente il ragionamento dice che non c’è bisogno della Chiesa e del Vangelo, sono solo sovrastrutture imposte da uomini vogliosi di potere da esercitare, a seconda dei propri interessi, sugli altri, sui popoli, sulle nazioni. Pensiero discutibile, seppur da rispettare, purché non si trasformi in disprezzo per le sensibilità altrui che, invece, portano all’ascolto della Parola che entra in profondità nel cuore di chi crede in Dio, nel Dio rivelato dalle Sacre Scritture e dalla vita di Gesù Cristo. Il quale non promette altro che il centuplo della creazione. Basta leggere attentamente il Salmo:“…i prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di messi: gridano e cantano di gioia.” (dal Salmo 64)

Come dire, guardate la mia generosità quanto vi offre, per vivere in abbondanza e in serenità. Nulla vi manca e la gioia è di casa, concretizzata dalla mia Parola che:“…così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza avere operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.” (dal Libro del profeta Isaia)
E questa Parola è per molti. Sa bene, infatti, il Signore che non tutti la ascolteranno. Nonostante ciò: “operiamo secondo quella suprema legge che fa scendere la pioggia tanto sui giusti che sui peccatori, fa sorgere il sole ugualmente su tutti.” (San Gregorio Nazianzeno)
E’ un dato di fatto che mette in rilievo la misericordia divina, che rimane sempre a portata di mano. Chi vi ricorre, a conti fatti, potrà anche andare incontro a difficoltà ed incomprensioni, è così per ogni conversione che si rispetti, ma:“…fratelli, ritengo che sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi.” (dalla Lettera ai Romani di San Paolo)
Solo una forte fede può accettare questo paragone, può spingere a dare la vita pur di non rinnegarla. Ogni tanto proviamo ad immaginare cosa hanno passato coloro che si sono trovati in tale situazione: nelle carceri, sotto tortura fisica e psicologica, sotto ricatto della minaccia per la vita dei familiari, davanti al plotone d’esecuzione, sotto il capestro o la lama della ghigliottina, nei campi di rieducazione lontani dal proprio mondo, dai propri cari. Ecco quale potrà essere la nostra posizione nel tempo presente, non un tempo facile, sempre più ben costruito ad arte dal Maligno che ha fagocitato ormai la maggior parte delle menti pensanti al posto giusto, nel momento giusto, per lui.
Come contrastare, come vincere la tentazione di lasciare andare il mondo come vuole, se non ricorrendo all’ascolto della Parola:“…voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la Parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada…quello seminato nel terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende: questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Perciò è importante l’opera di educazione, di spiegazione, di aiuto alla comprensione della Parola. La responsabilità dei consacrati è, quindi, dirompente. Il rischio, a sentire certe omelie, certe catechesi, certe testimonianze, è di ottenere non tanto il centuplo, il sessanta o il trenta per uno, bensì un bel niente per uno, pure in quelli che vogliono stare sul terreno buono. Però, quelle percentuali del Vangelo sono sempre da considerarsi un dono, pertanto: “il dono del centuplo ci conforta nel cammino, e il possesso della vita eterna sarà la nostra felicità per sempre nella patria celeste.” (San Pier Damiani) E’ fuor di dubbio, tale generosità, diamo uno per ricevere anche cento, è un qualcosa che solo il Buon Dio sa giustificare. Rendiamo grazie a Dio.
Is 55,10-11 / Sal 64(65) / Rm 8,18-23/ Mt 13,1-23
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