25 Dicembre 2021
Natale del
Signore
Natale
oggi. E’ la duemilaventunesima volta che
si dice Natale oggi. Nonostante tutto, infatti, il Natale di oggi è diverso dai
precedenti. Non che cambino le solite cose: le luminarie, i simboli, i fasti, i
concerti, le lotterie, le “buone feste” sul lavoro, nelle istituzioni, le corse
ai regali. Però, c’è qualcosa di diverso nell’aria. C’è chi spera sia aria di
neve, in realtà è aria di paura, di sconforto per la situazione dovuta al
prolungarsi di una emergenza che sembra non finisca mai, per incapacità,
negligenze ed irresponsabilità. In queste condizioni trova facile terreno lo
spegnersi di ogni speranza, ma la Parola ci invita ad alzare lo sguardo: “…
tutti i confini della terra vedranno la salvezza del Signore.” (dal Libro del
profeta Isaia)In
termini semplici quella salvezza viene vista tramite un bambino che nasce al
freddo, che ci porta un messaggio sorprendente, sempre nuovo per gli umili e i
peccatori di allora, come quelli di oggi. Per i piccoli che gioiranno per i
regali di Gesù Bambino; per quella madre e quel padre che anche nel caldo della
loro casa stanno pensando al bimbo che hanno rifiutato nel freddo dell’ex sala
parto; per chi almeno in questo giorno vedrà un sorriso, una mano amica per
ricordargli che non è solo; per chi si avvia ad incontrare l’Eterno con
tremore, con gioia, con ansia, con indifferenza, con rassegnazione, con
tranquillità. Perché il Signore: “…
ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio,” (dalla
Lettera agli Ebrei)
Difficile, quindi, credere che ci possa essere qualcuno che non sia chiamato, nel bene e nel male, a vedere il Natale. Come vivere questo giorno è poi l’incognita che attraversa il cuore di ciascuno di noi. Come prepararsi all’avvenimento, quali propositi assumere, quali gesti interiorizzare è solo una questione di scelta. Il Salmo ci dice che siamo:“… davanti al Signore che viene a giudicare la terra: giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine.” (dal Salmo 97)
Ci si mette allora nelle mani del Signore, si chiede aiuto alla sua Mamma e si promette. Di essere più attenti agli altri, di condividere qualche cosa in più, di essere meno intransigenti, di mettersi in discussione, E poi più umiltà, più carità, più dolcezza, più tutto. Almeno fino a quando l’altro non ti si presenta in modo concreto come è concreto il Gesù che nasce oggi nel bimbo abortito e nella sua madre dimentica, nel malato abbandonato, nell’emarginato sociale, nei giovani senza lavoro e senza educazione, negli sfruttati dalla droga e dalla Tv, negli oppressi dalla guerra e dal lavoro. Perché questa è la storia di Gesù che nasce tutti i giorni, perché: “… Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Ecco la vita, accogliere Gesù concepito, nato per noi, significa dire sì alla sua richiesta di aiuto, alla sua chiamata che spoglia di ogni giustificazione e di ogni alibi per sfuggirgli. Qui sta la capacità di interiorizzare alcuni gesti che prima o poi dovremo saper esprimere. Ciascuno ha il suo tempo, la sua strada e i modi per realizzare il progetto di Dio per lui. Quali saranno i frutti da maturare ed i calici amari da bere per capire di essere per Dio e per gli altri, nessuno potrà prevederlo. Si può già, però, fin d’ora aprire il cuore ed ascoltare: “… in lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini.”
C’è sempre qualcuno che ci illumina, che ci parla. In silenzio, è Natale oggi.
Difficile, quindi, credere che ci possa essere qualcuno che non sia chiamato, nel bene e nel male, a vedere il Natale. Come vivere questo giorno è poi l’incognita che attraversa il cuore di ciascuno di noi. Come prepararsi all’avvenimento, quali propositi assumere, quali gesti interiorizzare è solo una questione di scelta. Il Salmo ci dice che siamo:“… davanti al Signore che viene a giudicare la terra: giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine.” (dal Salmo 97)
Ci si mette allora nelle mani del Signore, si chiede aiuto alla sua Mamma e si promette. Di essere più attenti agli altri, di condividere qualche cosa in più, di essere meno intransigenti, di mettersi in discussione, E poi più umiltà, più carità, più dolcezza, più tutto. Almeno fino a quando l’altro non ti si presenta in modo concreto come è concreto il Gesù che nasce oggi nel bimbo abortito e nella sua madre dimentica, nel malato abbandonato, nell’emarginato sociale, nei giovani senza lavoro e senza educazione, negli sfruttati dalla droga e dalla Tv, negli oppressi dalla guerra e dal lavoro. Perché questa è la storia di Gesù che nasce tutti i giorni, perché: “… Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Ecco la vita, accogliere Gesù concepito, nato per noi, significa dire sì alla sua richiesta di aiuto, alla sua chiamata che spoglia di ogni giustificazione e di ogni alibi per sfuggirgli. Qui sta la capacità di interiorizzare alcuni gesti che prima o poi dovremo saper esprimere. Ciascuno ha il suo tempo, la sua strada e i modi per realizzare il progetto di Dio per lui. Quali saranno i frutti da maturare ed i calici amari da bere per capire di essere per Dio e per gli altri, nessuno potrà prevederlo. Si può già, però, fin d’ora aprire il cuore ed ascoltare: “… in lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini.”
C’è sempre qualcuno che ci illumina, che ci parla. In silenzio, è Natale oggi.
Is
52,7-10 / Sal 97(98) / Eb 1,1-6 / Gv 1,1-18
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